venerdì 30 ottobre 2009
(beggars banquet , 1997)
Buon ascolto
Giamp
lunedì 26 ottobre 2009
venerdì 23 ottobre 2009
Buon ascolto
Giamp
[track list]:
01 truth hits everybody - 02 so lonely - 03 fall out - 04 born in the 50's - 05 hole in my life - 06 bed's too big without you - 07 be my girl- sally - 08 message in a bottle - 09 peanuts - 10 roxanne - 11 next to you - 12 i can't stand losing you - 13 bed's too big without you
martedì 20 ottobre 2009
Fedeli alla linea
E la lista è molto lunga. La prima cosa che mi è venuta in mente sono i CCCP, CSI che dir si voglia, che ritrovo in particolare nel modo di cantare di Appino e in generale anche in alcune sonorità presenti nel disco. Molti li conoscono come quelli che hanno fatto un disco, Villa Inferno, con la collaborazione di Brian Ritchie dei Violent Femmes. Questo invece è il loro primo album tutto in italiano anche se hanno già fatto sapere che non sarà certo una regola. L’album si segnala in particolare per i testi, molto arrabbiati ma non urlati e mai banali. La presenza di NADA (sempre più a suo agio con la parte alternativa della musica italiana) impreziosisce il disco in Vuoti a Perdere cantata tutta da Lei in un un tirato funy con finale spumeggiante rock che riporta la mente a tali Litfiba dei periodi migliori. Le altre canzoni dell'album che più mi hanno convinto dell’album sono la lunga e bellissima It’s Paradise, Gente di Merda già presente nella compilation Il Paese è Reale curata da Manuel Agnelli degli Afterhours (qui la recensione) e la conclusiva Canzone di Natale. In definitiva un lusinghiero album elettroacustico che lascia ben sperare per un luminoso futuro della band, in italiano o no.
Gianni Ragno
venerdì 16 ottobre 2009
giovedì 15 ottobre 2009
lunedì 12 ottobre 2009
Buona lettura
mercoledì 7 ottobre 2009
martedì 6 ottobre 2009
A me piaceva quell’ insistente ticchettare che riproduceva un piacevole suono legnoso e ritmato.
Ma l’insegnante, fermo e ringhioso, di seguito all’insistenza dei quel ticchettare rincorreva attorno alla cattedra e ai banchi l’allampanato Copeland. E neppure l’abuso di mezzi correttivi che i genitori, su monito della scuola, adottavano, riusciva a fargli passare quella stramaledetta passione. Dunque Copeland crebbe con il ritmo nel sangue e nelle sue nervose dita affusolate - e per l’intera sua pubertà, qualunque superficie orizzontale (idonea) risuonava del suono secco e legnoso delle sue dita assottigliate. Arrivato a 15 anni chiese in regalo una batteria ma si sa non è che le famiglie di quel paese con le pezze al culo navigassero nell’oro. Non era mica Paperopoli e di banchieri disposti a farti credito nemmeno l’ombra. Ma la tenacia di Copeland non conosce soste e si mise a lavorare come sguattero, cameriere, e cresta oggi , cresta domani racimolò i soldi necessari per la sua prima batteria. Quando ci regalò la sua prima performance convenimmo che per essere uno che non aveva mai pestato sulle pelli di una batteria , ci sapeva proprio fare. Nella città dalle pezze al culo di gruppi ce n’erano tanti ma di batterie poche, e siccome a voler imitare i Neri per Caso erano in tanti , quando giunse la voce che una batteria nuova era arrivata in paese, le band cominciarono a gareggiare per accaparrarselo e magari tentare di essere The Cure. Chi se lo aggiudicò ebbe più che una botta di culo. Ne ebbe tre.
Una perché avevano la batteria, due perché per le prove potevano usufruire del garage di proprietà dei genitori di Copeland e tre perché avevano anche il Treruote Ape 600 giallo cachi con cui affrontare un eventuale tour. Il primo gruppo , me lo ricordo benissimo , ribattezzato i Fetori Malefici, emanavano alla fine delle prove un olezzo misto di cannabis, vino, sudore ascellare rappreso , capelli unti di olio rifritto, tanto che nessun intruglio chimico in commercio era in grado di alleviarne il tanfo. Ancora me li ricordo, nei pomeriggi di primavera, deformare a manetta Pink Floyd, Frank Zappa e Led Zeppelin. E ricordo anche la vecchietta di sopra la quale non riusciva più nemmeno a rifiatare, tanto che, tempo dopo, la trovarono stecchita incomprensibilmente. I primi ingaggi arrivarono ed io forte della grande amicizia con Copeland, mi prodigavo a smontare e montare la sua batteria. Chissà che un giorno quando Copeland fosse stato ingaggiato da una band con i contro-cazzi io non diventassi il suo manager o addirittura il suo roadie personale. Stava andando tutto bene fino a quando non decisero di cambiare sala prove, ma questo scatenò le ire dei vicini che aizzarono Carabinieri, Vigili e Guardia Costiera. Il risultato fu che nel tentativo di trovare altre locations la band si sciolse. Copeland decise di andare a studiare , ma non si portò dietro la batteria che ancora giace in una cantina ad arrugginire le meccaniche e deformare i tamburi. La mitica Premier nera testimone delle sue gesta era sconfitta. Ora quando sento un ticchettare , seppure fastidioso, il cuore si riempie di gioia immensa ed il ricordo di Copeland e delle sue dita affusolate e legnose riaffiora mentre una lacrima delinea i tratti del viso segnato dal tempo.
Giamp