venerdì 26 febbraio 2010

PETER GABRIEL - Scratch My Back (geniale e contento)
E chi lo avrebbe mai detto o minimamente immaginato che mr. Peter Gabriel, dico, mr. Peter Gabriel avrebbe continuato a stupirci (questo giusto per rimarcare che anche dopo anni di venerabile carriera si può fare qualcosa di interessante e non semplicemente pettinare le bambole!!!). Si da alle stampe in questo scorcio di 2010 una splendida raccolta di brani ad omaggio di noti artisti (che a loro volta daranno omaggio allo stesso), con delle covers d’annata.  Il disco si intitola Scratch My Back (grattami la schiena) . Ogni brano in questa veste acquista nuova linfa e perde il suo significato originale. Magicamente si trasformano in qualcosa di indimenticabile come una colonna sonora. Si alimentano passioni che magari avevamo pensato di non poter accendere ascoltando brani già noti alla nostra mente. Brividi all’ascolto delle reinterpretazioni. Una su tutte Listening Wind dei Talking Heads ma anche
Heroes [David Bowie] - The Boy in the Bubble [Paul Simon] - Mirrorball [Elbow]  - Flume [Bon Iver]
Listening Wind [Talking Heads] - The Power of the Heart [Lou Reed] - My Body Is a Cage [Arcade Fire]
The Book of Love [Magnetic Fields] - I Think It's Going to Rain Today [Randy Newman]  - Après Moi [Regina Spektor] - Philadelphia [Neil Young] - Street Spirit (Fade Out) [Radiohead]
Giamp

giovedì 25 febbraio 2010

Roky Erickson + Okkervil River
L'ascensore ha ripreso a salire
Dimenticavo di segnalarvi un’altra data importante che cade tra i Black Rebel di marzo e i New Pornographers di maggio. Ed è quella del 20 aprile, giorno in cui farà capolino il nuovo album, dopo 14 anni, del fondatore dei 13th Floor Elevator, Roky Erickson. Il titolo dell’Lp è True Love Cast Out All Evil e conterrà 12 canzoni. Disco importante da segnalare anche perché la band che ha suonato i brani di Erickson è quella degli Okkervil River. Il cantante, Will Sheff, non è rimasto a guardare ma ha diretto i lavori producendo il disco. La free canzone che vi posto, marcatamente di stampo okkerviliano, è molto bella e lascia ben sperare per il resto del lavoro.

Roky Erickson & Okkervil River – Goodbye Sweet Dreams

martedì 23 febbraio 2010

Il risveglio primaverile del Rock

E' il caso di appuntarsi un paio di date. 9 marzo e 5 maggio. Sono i giorni in cui torneranno in audio rispettivamente i Black Rebel Motorcycle Club con l'album Beat The Devil's Tattoo e  i New Pornographers con Your Hands (Together). I due brani gratuiti messi a disposizione dalle rispettive band, segnano la loro attesa rentrée dopo qualche anno di (opportuno) silenzio. In particolare sembra che quelli del Club Motociclistico torneranno ai suoni cupi e rockeggianti del primo album che a me intrigarono parecchio con quella domanda pressante su cosa stesse succedesse al r'r.
Mentre i New Pornographers, dai primi ascolti della loro nuova fatica sembrano non spostare il loro baricentro sonoro. Restiamo in ascolto. Meanwhile ...

Black Rebel Motorcycle Club - Conscience Killer
The New Pornographers – Your Hands (Together)


Vi lascio anche con un paio di video delle loro-mie canzoni preferite.



lunedì 22 febbraio 2010

LIGHTSPEED CHAMPION - Life is sweet

Che dite ci buttiamo e osiamo dire che di next big thing si può parlare quando di fronte si ha un talentuoso dell’arte come Devonte Hynes, in arte Lightspeed Champion? Faccia buffa e alternativa, cultore di certa filmografia alternativa con soundtrack annessa, lettore e collezionista di certa fumettistica postmoderna.  Tutti ingredienti che danno quel tocco in più. Tutto tranne la musica direte voi? Per niente affatto, il sopra citato, passionario di Beatles e Beach Boys, degli Air più classici o di certo cantautorato francese alla Gaingsboug, si diverte a regalare la sua musica (principalmente bootleg) on line.  E non solo quella !!! Iscrivendosi al suo blog (il blog è stato letto da più di 300 milioni di persone) si riesce a scaricare anche foto, cortometraggi e musica alternativa. Autore, poi, insieme alla sua ragazza, graphic designer Nicole Michalek, di un fumetto che presto vedrà la luce con il supporto della stessa Domino. Ma vi sarete domandati cosa ci “azzecca” tutto ciò con la possibilità di essere considerato una Next Big Thing? C’entra c’entra!!!! Lui è al suo secondo album solista. Lo avevamo lasciato con Falling Off The Lavender Bridge che suonava come se fosse stato concepito da una chitarra acustica. Ora la musica che propone è una sorta di tavolozza piena di colori sgargianti capace di rievocare tanto tinte nostalgiche quanto pennellate di colore vivace moderno. 12 brani epici – pop, più qualcosa di strumentale e una traccia di studio di pianoforte classico (ha iniziato pianoforte all'età di 7 anni e ancora non lo odia oggi). Poi arrivò il violoncello, poi il contrabbasso, la batteria al liceo,e per tutto il tempo stesso l'insegnamento della chitarra. Se non è passione per la musica questà. Insomma la Domino non è etichetta che si fa mancare nulla ed è quindi lieta di annunciare il ritorno di Lightspeed Champion con il suo Life is Sweet., in cui fonde magistralmente piano e synt e lascia il compito di gestir gli altri strumenti (che ascoltandoli non sono pochi vi assicuro) alla band di Brooklyn Spacecamp. La sua volontà di rimanere attivo musicalmente è più evidente del cappello che porta in testa seppure tempo per indossarlo gliene rimanga ben poco, viste le ore che passa in tour (tante da avergli creato danni alla gola e  che lo hanno obbligato a sottoporsi ad un intervento) o ancora a fare qualcos’altro. Pensate che dorme appena tre ore per notte. Il nome non a caso è “il campione della velocità della luce”. Io mi sono divertito a cavallo di un surf sulle onde dell’oceano musicale da lui proposto.
Giamp

venerdì 19 febbraio 2010

La carellata di questo mese di nuove uscite, o molto prossime all'uscita, coincide con le serate finali del festival di Sanremo (che barba che noia, che noia che barba!). La playlist dunque potrebbe funzionare da integratore o da lassativo, fate un po' voi. Ricordatevi che le canzoni sono sempre gratuite e scaricabili cliccando sull'icona divshare. Buon week end ... perchè Sanremo è Sanremo ... ops!

indie pop-rock




elettronica et similia


giovedì 18 febbraio 2010

Canzoni Facili a Scatola Chiusa
La curiosità uccise il gatto. La curiosità ripulì le mie tasche. Sia benedetto in qualche modo internet e la possiblità quotidiana che ci da di ascoltare nuova musica a costo zero. Negli anni, sebbene spesso e volentieri il fondoschiena mi è roso alquanto, per via delle mie scarse risorse economiche che non mi consentivano di tramutare quella miscela esplosiva fatta di letture di entusiasmanti recensioni e voglia di discelofanare(si può dire?) un nuovo LP e successivi CD in altrettanti acquisti da realizzare, per quanto ho limitato davvero per tanto tempo, uno sperperìo inutile di denaro. In effetti con l'avvento della Rete e soprattutto del P2P la mia delusione nell'ascoltare ciò che non è potuto essere Mio a suo tempo, è stata direttamente proporzionale ai sospiri di sollievo tirati per non aver buttato via inutilmente del denaro. Per dirla alla Topolino "FIUUU!!". Ma se sto scrivendo questo post è per parlarvi, invece, dei "pacchi" che non ho evitato. Tre "indimenticabili" album e tuttora conservati in orizzontale nel reparto defunti della mia cdteca: il pluriosannato Four Great Point dei June of 44, ovvero del "meraviglioso" post-rock che se fosse stato ancora più post di qualche era non mi sarabbe dispiaciuto; When I Was Born For the 7th Time dei Cornershop e dell'esordio dei Forest For The Trees. Questi ultimi due, quantomeno, fecero uscire un bel singolo ciascuno da alta classifica, Brimful of Asha il primo, Dream i secondi, che lenì in qualche maniera il dolore delle mie bucate tasche e che quì sotto potete ascoltare. Erano gli anni '90 delle tante e tante finestre musicali aperte, che divennero poi, correnti di tanti generi diversi, leggi GrungeCrossover, Hip Hop (che visse il suo massimo splendore) e non ultimo quel patchwork musicale di cui Beck fu l'inarrivato capostipite (detto tra noi ,due primi ottimi lavori e niente più). Fine delle trasmissioni e buon ascolto.
Gianni


mercoledì 17 febbraio 2010

LAMBCHOP - Is a Woman [2002]

Il disco di cui mi appresto a descrivere non è un capolavoro (almeno nella accezione pura del termine) ma di certo le sensazioni che suscita l’ascolto di questo disco non possono non catturare l’attenzione di musicofili , melomani e opinionisti vari. La qualità che emerge dall’ascolto di questo disco è la capacità che hanno avuto i Lambchop di arginare il suono, ovattarlo, smorzarlo, dosarlo al punto giusto da renderlo uno strumento al servizio delle composizioni stesse. Un silenzio frutto di un ensemble di ben tredici elementi. Piano classicheggiante, chitarre appena accennate, tamburi percossi con dovizia da spazzole raffinate, fiati niente indiscreti suoni percepiti in lontananza, ambientazioni minimaliste. E per completare il ritratto, in mezzo a tutto ciò la voce pastosa, morbida, sofferente e capace di scaldare gli animi più ribelli, di K Wagner. Un po’ Cohen, un po’ Drake, un po’ Cat Stevens. Difficile di questi tempi collocare in maniera sbrigativa brani della portata emotiva di: The Daily Growl, The New Codweb Summer, My Blue Wave, The Old Match Book Tree. Un disco che passa in rassegna ballate simil- country, rivisitazioni reggae senza con questo ridimensionarli in un'unica traccia. Una sorta di progetto all’interno di un mosaico.  Un rubinetto che goccia dopo goccia ne riempie il bicchiere. Forse a detta di molti proprio in questo suo ripetersi progettuale si può scovare qualche crepa. A me di tanto in tanto lasciarmi cullare dalle sue dolci note per cadere tra le braccia di Morfeo non mi dispiace per nulla e il ricordo di alcune belle serate riaffiora nei sogni che spero seguiranno.
Giamp

lunedì 15 febbraio 2010

HINDI ZAHRA - Handmade

Molto più che un compendio di stili , fatto di sfumature jazz, tango, hip-hop, folk, sonorità arabesche.
Sentori di Billie Holiday, Macy Gray, Melissa Laveux o ancora The Third Man. Una voce roca, rilassante, sublime. La capacità di cantare in francese, inglese e creolo ma ancor di più di suonare la chitarra fondendo insieme blues, ritmi percussivi e fluidità di esecuzione. Un piacevole incontro questo con la autodidatta songwriter Hindi Zahra e il suo Handmade targato 2010.
Buon ascolto.
Giamp



venerdì 12 febbraio 2010

THE IRREPRESSIBLES - Mirror Mirror
Beh ho trovato una buona cosa da fare e da regalare per San Valentino. Viaggio a Londra e 2 biglietti per il Queen Elizabeth Hall per presenziare alla prima assoluta dell'album di debutto dei The Irrepressibles, Mirror Mirror. Il perchè di un teatro è presto detto. Si tratta di un'orchestra di dieci elementi che fanno (attenzione adesso mi tuffo nelle etichette e richiami) del pop orchestrale da camera con chiari rimandi al mio-non-amato Antony e Johnsons compresi, qua e la Kate Bush, David Bowie e qualcosa di Patrick Wolf. In particolare mi piace molto la voce del cantante Jamie McDermott che a tratti ricorda quella di Tony Hadley degli Spandau Ballet. Ero convinto che i ripetuti ascolti mi avrebbero allontanato dal disco e invece mi riscopro rapito dalle loro melodie. L'album è in uscita in tutta Europa in questi giorni e in streaming sul loro Myspace. La canzone sotto proposta, Nuckear Sky, quantomai rappresentativa dell'intero lavoro è invece scaricabile gratuitamente. Se come me non siete in attesa della prossima "scusa" di Federico Moccia potreste trovare gratificazione nei The Irrepressibles. Heartbreaker.
Gianni

mercoledì 10 febbraio 2010

The Rock (y) Horror Picture Show
Al peggio non c’è limite

Bene, il tempo delle celebrazioni è appena passato, gradevoli sensazioni quelle espresse nei vari blog su quali dischi hanno accompagnato con esultanza il nostro 2009 appena trascorso. Ma ci siamo anche interrogati sulle bruttezze della appena passata stagione o giù di lì, e ragazzi cari proprio alcune cose - di personaggi incontestabili - non sono riuscito a digerirle, pertanto atto dovuto e quanto mai necessario è quello di fare 4 chiacchiere sulla inutilità di alcuni dischi che avranno girato nel mio (e può darsi nel vostro) lettore una settimana, giusto il tempo di provare a farseli piacere. Per dirla in altri termini, un genere di tortura dei tempi moderni che anziché lasciare segni fisici lascia invece l’amaro in bocca ed un senso di nausea al sol pensiero.
Tutti a bordo e pronti col sacchetto antivomito che si parte. In quanto sostenitore incallito dei felici momenti della band più osannata del panorama mondiale, da che la mia mente ricordi, non posso non esprimere il mio dissenso per No line on the Horizon, quanto di peggio abbiano potuto produrre non uno ma ben tre menti ( Lillywhite-Eno-Lanois) capeggiate dal finto proletario Bono che brinda a Guinness e Champagne per poi trasudare miseria durante le conferenze stampa pro terzo mondo. Cerco disperatamente di disfarmene un po’ come si fa dopo le festività con i panettoni e con la voglia di smaltire i chili di troppo. A seguire menzione speciale per The Boss che trovata la formula del ritorno alla E-Street Band e forte dei successi con brani utili per abbellire film altrettanto validi ( lodevole il brano per the Wrestler ), non riesce a trovare una direzione che porti da qualche altra parte. Sarebbe ora che qualcuno glielo suggerisse che i "cosiddetti", a furia di essere smanacciati, sono arrivati al limite della sopportazione e magari una visita sulla tomba di Tom Joad potrebbe illuminarlo ancora ( il suo percorso). Non da meno hanno fatto i Pearl Jam i quali rimescolando un po’ le carte (mettete in sequenza Tuolume e Just breath, - che spudoratezza nel definirlo nuovo disco) e ripescando nel sacchetto dei ricordi cercano di scodellare una zuppa a dire il vero molto sciapa. Sbobba di altri tempi che magari reggerà la loro instancabile ed encomiabile voglia di fare i ragazzini che montano l’onda a cavallo di un surf, ma non di certo la mia pazienza. “Ogni limite ha una pazienza opperbacco, opperdinci”!!!!! Il buon e caro vecchio Bob ( Dylan ) ha oramai scambiato il raglio di un onagro con quello che fu’ il bel canto di Blood on Tracks, Bringing it all Back Home, Blonde on blonde o semplicemente Love and Theft che capolavoro di certo non è.  Un po’ come avviene da noi a mano del suo emulo ma pur sempre soporifero DeGregori. Concediti una pausa e goditi gli allori e magari seduto sotto il portico, bevendo un buon wiskey, ascolta i The Felice Brothers i quali seguono una strada che per te è stata per lungo tempo luminosa. Last but not least (ma giusto per non infierire) una nota di demerito anche per il Fight ForYou Right Boy, Ben Harper, che non sapendo come rendersi visibile e con ‘sta benedetta smania di tentare di divertirsi, sale a bordo della macchina chiamata the Relentless7 ( nella speranza di ottenere onori come con i Blind Boys of Alabama ), e imponendo il suo nome sul disco, nonché il marchio sonoro, rende noioso quello che sarebbe potuto essere un buon disco se fosse uscito nudo e crudo privo della ossessione di riempire con assoli weissborn e lungaggini stucchevoli il cui solo pretesto rimane il divertimento fine a se stesso.
Excuse me Mr do you have a time”…... but for Us the time is over……..
(un incazzatissimo) Giamp

martedì 9 febbraio 2010

THE BLACK CROWES
# Live @ San Houston Coliseum #
Dopo aver riascoltato e goduto del live che questo mese vi propongo, ovvero i Black Crowes dal vivo al San Houston Coliseum nel ’93 e prima della sua demolizione (nell’ottobre del 2009, invece, i Pearl Jam hanno calato il sipario allo Spectrum di Philadelphia) non so perché, ho deciso di scrivere il post di accompagnamento ascoltando il live Freak’n’Roll dei Black Crowes del 2006. La differenza si sente, altro che, se si sente. I Corvi ne hanno guadagnato in mestiere (belli i cori e la sezione fiati) ma ne hanno perso in termini di esplosione e genuinità. Resta comunque un lusinghiero ritorno dopo anni travagliati fatti di continui litigi tra fratelli e cambi di line up. Tornando a questo doppio live dei Black Crowes del ’93 tenuto a conclusione del loro “High As The Moon Tour” dopo l’uscita di The Southern Harmony & the Musical Companion non posso che invidiare nuovamente i fortunati presenti; fortunati in tutti i sensi considerato che il concerto fu totalmente gratis. È fatto noto come i puristi del blues rock hanno storto il naso davanti al fenomeno Black Crowes, sin dai loro esordi con le solite menate sì vabbè ma questi sono dei cloni di questo, suonano come quelli e così via spippettando. Il mio stomaco invece non finirà mai di ringraziarli soprattutto per i primi due album. Dopo, non mi hanno più convinto ma questa è un’altra storia. Vi lascio all’ascolto di questo piacere doppio (la qualità del suono è perfetta) con le note del cd curate da tale professor stone, il quale rispondendo appunto a chi tacciava i Black Crowes di essere solo delle brutte copie dice: …“Admittedly, they didn’t invent blues-based rock’n’roll. But they didn’t invent Missionary Position either. Both are timeless form, to which non one of the criticism has exclusive rights.”…
ENJOY!

[Disc 1]
01 No Speak No Slave - 02 Sting Me - 03 Hard To Handle - 04 My Morning Song - 05 Jam - 06 Thorn In My Pride - 07 Bad Luck Blue Eyes Goodbye - 08 Twice As Hard


[Disc 2]
01 Black Moon Creeping - 02 Thick N' Thin - 03 Hotel Illness- 04 Stare It Cold - 05 Three Little Birds - 06 Sometimes Salvation- 07 Jealous Again - 08 Remedy

giovedì 4 febbraio 2010

LAND OF TALK - Some are Lakes
Altro recupero dall'anno appena trascorso. Sono canadesi e sembrano un po' una versione rinnovata dei 10.000 Maniacs. Li sto ascoltando da qualche giorno e confesso che continuano a piacermi. In effetti questo post era stato pensato solo per segnalarvi il video; poi la canzone mi ha convinto a cercare l'album e la solita storia, che da cosa nasce cosa, anche stavolta ha funzionato. Sul loro MySpace inoltre ho scoperto piacevolmente un loro omaggio ai Wintersleep (anch'essi canadesi e bravissimi) con una versione di Wheighty Ghost cantata a mo' di Cowboy Junkies. Ci tenevo comunque a dire che il video è STUPENDOOOOO!!! e uno dei più belli visti negli ultimi anni. Lasciatevi ammaliare.

mercoledì 3 febbraio 2010

DAVE ALVIN - Every Night About This Time
Da quella conchiglia rockabilly che furono i The Blasters dei fratelli Dave e Phil Alvin e che negli USA ebbe un seguito notevole vado a parlarvi, invece, della perla che venne fuori dopo lo scioglimento del gruppo, ovvero il disco d’esordio di Dave Alvin, Every Night About This Time, che personalmente ritengo, a distanza di 22 anni dall’uscita la cosa migliore sia della band che dello stesso Alvin a venire. Storie d’America ai confini, raccontate ad alta voce o bisbigliate intorno al fuoco, sempre immerse nel classico del suono rock-blues più sanguigno che tante, ma proprio tante generazioni di rockers a venire, hanno provato ad eguagliare e poche volte a riuscirci o ad avvicinarsi (me ne viene in mente uno solo ed è l’esordio di Todd Snider, altro album da tenere assolutamente). Una band precisa e potente accompagna la voce di Alvin impastata a tabacco e whiskey, magari il peggiore, ma che nei momenti più intimi, Brother (on the line), la title track o la meravigliosa Border Radio (che nessuno provi a rubarmi questo titolo per il mio futuristico programma radiofonico) si rivela al meglio fino a scavare a fondo come solo il migliore Springsteen sapeva fare; mentre quando alza il tiro in Romeo’s Escape, New Tattoo, You Got Me, Jubilee Train, Alvin sembra riuscire a cantare più forte della sua chitarra e a picchiare più forte dei tamburi. Non si fa mancare niente Alvin in questo disco, compreso la collaborazione di Steve Berlin e David Hidalgo dei Los Lobos, in quegli anni ai vertici della loro carriera tex-mex, che guarniscono a dovere la torta. Per fortuna non è un disco perfetto. E forse è per questo che lo adoro. L’unica nota stonata si riferisce ad una cosa che manca, purtroppo, e che servirebbe a noi per gustare meglio Every Night: non è un suono, non è un produttore migliore, non una band ancor più cazzuta, no, quello che manca è solo una Highway “italiana” dove viaggiare con questo disco ad alto volume e i finestrini aperti. E vabbè, vuol dire che anche per questa volta accenderemo un nuovo sogno e lo fumeremo ad occhi aperti.
Gianni

Dave Alvin - New Tattoo (Official Music Video) - More free videos are here


Dave Alvin - Every Night About This Time (Official Music Video) - Watch the best video clips here

martedì 2 febbraio 2010

THE LIVING END - What's on your radio?

What's your problem
What's on your mind?
You're letting everything fall by the wayside
Check the program
Stay on the line
The operator will be with you in no time

play loud ... of course

lunedì 1 febbraio 2010

EELS - End Times
Mr E(ccezionale ???)

Sorprendente come sempre, Mr. E al secolo Eels o Everett fate un po’ come vi pare, sfodera all’inizio di questo 2010 un disco e senza colpo ferire a soli 6 mesi da Hombre Lobo. E come se vi mandassero a pignorare i mobili, la macchina, l’impianto HiFi e voi al mattino alle 5 che svegli non sarete, resterete di stucco pensando: è un barba trucco (si vede che i miei figli mi hanno contagiato?), e ve ne tornate a letto increduli. L’impatto poi con il primo brano lascia perplessi ancor di più se tra le mani vi trovate la copertina di End Times appunto, ma l’ascolto vi porta a credere che sia un disco dei Black Heart Procession o giù di li. Impatto lacrimevole e triste alle 5 del mattino, per fortuna il tempo di passare alle tracce seguenti e già il respiro riprende un minimo di vigore e vi sentite più a vostro agio tra quei campi di margherite visti in Daisies of the Galaxy e avresti voluto trovare qualcosa che ti restituisse quei giocosi ritmi apprezzati in maniera brillante in Souljacker o appunto nel precedente lavoro. Ma ancora non sei sveglio abbastanza e di nuovo l’atroce dubbio che qualcuno non ti abbia svegliato per uno scherzo di cattivo gusto, riemerge. Disco di una solitudine disarmante, nudo, grezzo, sofferto. Chitarra, voce, registratore a 4 piste e un due tre via nel tunnel springstiniano. “Accipicchiolina” rimane pur sempre un disco di inizio anno e di quel folle(tto) di Mr. E,
Sorprendente sarebbe non ascoltarlo…….
Qui giace un uomo che voleva soltanto rimanere solo
Giamp