giovedì 30 dicembre 2010

THE PEASANT DRAMATIC - Sleeping Golden October




Un ottimo album per chiudere questo 2010. Un collettivo folk-pop di nove elementi provenienti dal Vermont che avvolgono con le loro calde melodie autunnali e che mi riportano agli umori dei Kings of Convenience. Album d'esordio registrato tutto in un'estate, questa, appena trascorsa. Dopo pranzi e cene luculliane ve lo consiglio in alternativa al viaggio sul bimotore per andare a bervi l'amaromontenegro.
Buon fine d'anno e ottime cose per il 2011.

martedì 28 dicembre 2010

Canzoni di passaggio: jingle bells
[epilogo]



Si comincia ad intravedere la dirittura d'arrivo di questo 2010. Nemmeno le 'canzoni di passaggio'  rimarranno immuni. Usciranno dalla porta principale, s'intende, e faranno ciao-ciao con la manina, ma niente e nessuno potrà fermarle, se non qualche capiente hard disk o hard I-pod (?). Sono contento di aver scovato questo paio di canzoni per chiudere l'anno (ma forse non è solo un caso) poichè dal suono dolcemente natalizio. La prima è dei Ivan and AlyoshaGlorify, che appartiene ad un Ep di recente uscita: Fathers Be Kind. Un inno vero e proprio. Per il chitarrista di questa band, Ryan Carbary, è la loro maniera di glorificare il Signore, quel Signore, of course. Dice che nelle loro canzoni c'è il piacere di bere un drink come quello di fare l'amore con le loro mogli o di cantare un inno (non necessariamente in questo ordine).
Niente male anche la copertina: una di quelle immagini che per distinguerne i contenuti bisogna allontanarle un po' dagli occhi. Visto?

Ivan and Alyosha - 'Glorify'
 

Gli Edward Sharpe and The Magnetic Zeros, dal loro canto, reduci da un ottimo riscontro del loro primo disco dello scorso anno, Up From Below, hanno fatto uscire un breve live, registrato per quelli di I-Tunes, che contiene alcuni brani editi e questo inedito, Fire & Water, che la stessa band ha generosamente reso disponibile quantomeno per lo streaming. Anche quì molto bella la foto di copertina. Buon ascolto.



Edward Sharpe and The Magnetic Zeros - Fire &Water

domenica 26 dicembre 2010

RICORDANDO (con Giamp) il 2010
[le sensazioni e le riflessioni di Giampaolo sul suo 2010 musicale]

Tanto è stato già detto e soprattutto ascoltato nell’anno in dirittura di arrivo. Restano sempre molti gli interrogativi che ognuno in cuor suo dovrà risolvere. Su alcune realtà oggettive, però, mi pare che si possano dileguare tanti, se non addirittura, tutti i dubbi. Il 2010 è stato un anno (musicalmente parlando) dove:
-- tante sono state le uscite di dischi che, giunti sulle scrivanie di ognuno di voi, saranno stati ascoltati una, al massimo due volte per poi finire in fondo all’HD o chissà dove.
-- l’anno in corso non lascia ulteriori dubbi sulla qualità di produzioni di molti grandi; alcuni hanno deluso, diversi hanno ripagato, certi altri hanno galleggiato.
-- nessuna grande novità di un qualche sconosciuto che ci abbia sorpreso.
-- numerosi piacevoli ascolti sono pervenuti da quel nuovo filone folk ambiented.
Le classificazioni sono fatte per coloro che ascoltano con il cervello e con la ragione; all’industria discografica non di certo conviene mettere in gioco cuore e romanticherie sopraffini. Onde per cui non mi sento manco per l’anticamera del cervello di rifarmi ai vari Pitchfork, NewMusicalExpress, RockStar e balle varie. I miei ascolti hanno seguito molto l’andamento dei vostri Blog, di ciò che da un angolino nascosto delle vostre pagine avete ispirato, di ciò che con curiosità sono riuscito a scovare tra le pagine di una rivista o di uno scambio dialettico. Molte cose mi sono piombate nel lettore così per caso. Non nego che un po’ di merito va anche al “mainstream” di cui talvolta non si può fare a meno. Per cui sfatiamo il fatto che dalla TV vengano solo note dolenti. Il resto è storia nota. Gli umori del momento, le passioni giovanili che non mutano, un refrain che ti si attacca addosso manco fosse carta moschicida ed il gioco è fatto. Poi tra un anno magari, saremo qui a dire: ma … però…. Ricordi quel disco del 2010…. e così via!!! Bando alle frottole, ecco la mia top ten list stranieri e top five per gli italiani del 2010 in assoluto ordine sparpagliato. Vi auguro buon ascolto così come direbbero a Roma : “ A chi je piace , je piace a chi je rode se gratta!!!!
Giamp

Top Stranieri:
1. Damien Jurado (Saint Bartlett) - 2. Cowboys Junkies (Renmin Park) - 3. The Villagers (Becoming  a Jackal) - 4. Noah and the Whales (Blue Skies) - 5. Foals (Total Life Forever) - 6. The National (High Violet) - 7. Arcade Fire (The Suburbs) - 8. Jonsi (Go) - 9. Laura Marling (I Speak Because I Can) - 10. OK GO (Of the Blue Colour of the Sky)



Top Italiani
1.Il Pan del Piavolo (Sono all'Osso) - 2.Il Teatro degli Orrori (A Sangue Freddo) - 3.Massimo Volume (Cattive Abitudini) - 4.Hana B (Ruins'Hotel) - 5. Marlene Kuntz (Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini) - 6.Le luci della Centrale Elettrica (Per Ora Noi la Chiameremo Felicità)



martedì 21 dicembre 2010

LA GLORIA DELLA MIA CITTA' NATALE

Uno dei miracoli della musica e dei testi che le canzoni portano con se, sta nella loro perfetta sintesi, che sovente, rappresenta al meglio la realtà di ciascuno di noi, riferita a un qualsivoglia episodio di vita quotidiana. E così che (sempre e stranamente) per caso, mi è capitato di riascoltare questa bella canzone di Adele che chiudeva il suo album d'esordio del 2008. Mi sono andato a leggere la traduzione e ho scoperto che il testo traspone al meglio quelli che sono i sentimenti dei miei compaesani e dei momenti difficili che stiamo attraversando da un po' di tempo, per tutta una serie di vicissitudini che (purtroppo) tantissime altre realtà vivono, nelle medesime condizioni. Ci aggrappiamo ad ogni cosa, anche (soprattutto) a una bella canzone per sopravvivere. La vita deve continuare. Sereno Natale a tutti i coinquilini di questo Blog: Euterpe, Maurizio Pratelli, Lucien, Sigur Ros, Diamond Dog, Cri, Marco (kid), Stefania, Allelimo, IndieRocker, Alligatore, Greg Petrelli, CheRottoZio Nic, Lucy, ReAnto e a tutti quelli che hanno passeggiato per queste vie anche solo per una volta nel 2010. Lenticchie e Cotechino. (:- augurio che prende il posto dell'obsoleto Peace & Love -:)
Gianni

Ho camminato proprio come facevo
Saltando le crepe sul marciapiedi
E piegando i talloni, mostrando i miei bei piedi
“C’è qualcosa che posso fare per te cara?Qualcuno che posso chiamare?”
“No, grazie signora. Non sono persa,sto solo girovagando”


In giro per la mia città natale
I ricordi sono freschi
In giro per la mia città natale
ohh le persone che ho incontrato
Sono le meraviglie del mio mondo
Sono le meraviglie di questo mondo
Sono le meraviglie del mio mondo


Mi piace quando in città l’aria è così pesante ed opaca
Adoro vedere tutti in minigonna,pantaloncini ed occhiali da sole
Mi piace in città quando due mondi si scontrano
C’è la gente e c’è il governo
Tutti con posizioni diverse


Dimostra che noi non sopporteremo questa merda
Dimostra che siamo uniti
Dimostra che non la subiremo
Dimostra che noi non sopporteremo questa merda
Dimostra che siamo uniti


In giro per la mia città natale
I ricordi sono freschi
In giro per la mia città natale
ohh le persone che ho incontrato
Sono le meraviglie del mio mondo

R.E.M. - It Happened Today



Eccolo qua. Piacevole sorpresa sotto l'albero. L'anteprima di Collapse Into Now, nuovo album dei REM, in uscita nel primo 2011. Solita ballatona elettroacustica, gradevole e radiofonica quanto basta per farcela piacere. Più che altro ero incuriosito da questa canzone per il duetto con Eddie Vedder (nel nuovo disco ci sarà anche Patti Smith, once again). Ma duetto non fu. Che delusione!! In pratica, il contributo canoro di Vedder consiste in una sorta di vocalizzo che se ne trovano a centinaia e di migliori in altre canzoni. Vabbè. Speriamo venga fuori qualcosa di meglio con quello con la Smith.

giovedì 16 dicembre 2010

RICORDANDO IL   2 0 1 0

Mannaggia al tempo che non basta mai! Mi ci vorrebbe una vita parallela a quella lavorativa per soddisfare la voglia quotidiana di parlare di musica. Quest’anno poi mi è toccato fare i conti con la forzata assenza del mio Giamp, anch’egli stretto nella morsa del nuovo mercato del lavoro (sigh!) che lo tiene lontano da queste pagine. Mi sarebbe piaciuto parlare in maniera approfondita dell’anno che sta per chiudere gli occhi, ma niente da fare. È pur vero che, con l’abbuffata di dischi che stanno ingrassando le classifiche dei vari blog e siti specializzati, una in più, una in meno, non se ne accorgerà nessuno. Comunque per dover di cronaca vi dico che i miei preferiti (in perfetto ordine sparso) sono stati: 1. BREATHE OWL BREATHE (Magic Central) – 2. HEY MARSEILLES (To Travels & Trunks) – 3. JOHN FLYN (Been Listening) – 4. PAUL WELLER (Wake Up The Nation) – 5. PERNICE BROTHERS (Goodbye, Killer) – 6. SHEARWATER (The Golden Archipelago) – 7. THE TALLEST MAN ON EARTH (The Wild Hunt). Questi, i dischi che hanno saputo lavorare meglio ai miei fianchi, con i primi due un livello di goduria sopra gli altri. Tantissimi altri hanno smosso un po’ il mio umore, ma niente di che, quindi evito di elencarveli. Del che vi lascio tre playlists affollate di buona musica (che potete scaricare as usual). Vi informo che tali playlists sono state postate in assoluto ordine di decibel: la prima ha un elevatissimo tasso elettrico: evitate quindi di farvi la barba o di depilarvi nel mentre. La seconda ha un volume ridotto, ma si balla che è un piacere: stesso avvertimento di prima, in più, ve ne consiglio l’uso smodato, soprattutto per cominciare il lunedì lavorativo. Da ultima, ma non ultima, godetevi pure una compilazione di 15 folk songs che vi allieteranno quelle serate da sedia a dondolo e bicchiere di vino in mano, o semplicemente per festeggiare l’ultima vincita a tombola.

-- rock songs 2010 --


-- pop songs 2010 --


-- folk songs & others --

martedì 14 dicembre 2010

I DIARI DELLA SIMCA (parte III)
(Elvira dixit)

Quando ho conosciuto Gianni, in realtà la SIMCA era solo un ricordo, in quanto Gino era passato alla DEDRA, ed oltre ad essere stato il primo patentato, aveva raggiunto un altro primato come primo “cellularizzato”. Però, visto che sono stata chiamata in causa da Massimo, in quanto fruitrice di musica melodico nazionalpopolare, vorrei raccontare la mia versione. In effetti, all’epoca dei fatti , non disdegnavo l’ascolto di Baglioni, anche se i passerottichenondovevanoandarevia , non erano proprio in cima alla mia top ten. Non appena messo piede nella UNO ( fire color “maltempo”, cioè quel tono indefinito di grigio che hanno le nuvole cariche di pioggia e non verdone!!!), ho capito subito che non c’era posto per Baglioni, Battisti o altri che preferisco non nominare nemmeno. Ricordo ancora, che, in partenza per festeggiare una pasquetta, un mio nastro con su inciso Renzo Arbore e l’orchestra italiana, ha dovuto chiedere asilo politico all’auto di Gino se non voleva finire asfaltata. A onor del vero devo ammettere che Gianni non ha mai cercato di impormi i suoi gusti musicali, ma mi ha portata in maniera graduale verso i suoi ascolti, anche se solo ora, alla luce del post di Massimo, ho capito il vero scopo di tanta accortezza! Massimo aveva scoperto l’effetto ipnotico di Baglioni sui gancetti del reggiseno, il pensiero di Gianni non era ancora tanto evoluto, ma anche lui era consapevole di dover guadagnare tempo, per cui le nostre serate partivano in maniera soft, con Daniele Silvestri che ci canticchiava che le cose in comune tra noi erano 4850, anche se di solito, quando arrivava al punto in cui diceva “ ma dai anche tu sei degli anni ‘60”, io ci tenevo a precisare che sono nata ben oltre il ’70. Durata del brano 4:15. Si passava poi agli Extreme con More Than Words, musica ammiccante, piacevole all’ascolto… durata 5:34. Se i 9:49 totali non bastavano ancora per forzare i sofisticati sistemi di sicurezza utilizzati dalla lovable per proteggere l’incolumità delle proprie clienti, c’era tempo …almeno la durata del doppio live di Peter Gabriel (SECRET WORLD LIVE). Dopo di che, il tempo a disposizione era scaduto, la musica era finita, le musicasette terminate e con la cassaforte ancora ben chiusa , me ne tornavo a casa. Ora, tralasciando per un attimo le considerazioni puramente musicali, ma trafugare di nascosto un reggiseno della sorella per fare un po’ di pratica, no ehh! Tanto più, che conoscendo mia cognata, probabilmente sarebbe bastato chiederglielo in prestito! Questa in sintesi è stata la prima fase della mia debaglionizzazione, ad oggi non ancora conclusa. La canzone scelta, però, anche se appartenente a quel periodo è legata sì a quelle “notti brave”, ma aveva anche una funzione di supporto morale che ci esortava a non arrenderci perché in fondo (nonostante tutto) avevamo ancora amici su cui contare.
Elvira

lunedì 13 dicembre 2010

THE LOW ANTHEMGhost Woman Blues

Ghost Woman Blues dei THE LOW ANTHEM, è la canzone che tira la volata al loro nuovo disco previsto per febbraio e chi si chiamerà Smart Flesh. Sotto, il video e il link dove inserire l'e-mail per avere gratuitamente l'mp3. Degna chiusura di questa giornata grigia.



WYE OAK  – Civilian

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Stesso titolo della canzone per il terzo album della band, che uscirà l' 8 marzo prossimo.

THE GO! TEAMBuy Nothing Day

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The Go! Team, il nuovo album in uscita 31/1.

venerdì 10 dicembre 2010

THE FLING - When The Madhouses Appear

Tutto l'album in libero ascolto. Buon week end.

giovedì 9 dicembre 2010

HEY MARSEILLES - To Travel & Trunks



Quasi finiva il 2010 e io che ancora non vi parlavo del mio disco dell’anno. Hey Marseilles. Uscito ufficialmente nel 2008 è sbocciato come un bellissimo fiore solo quest’anno. Gira nel mio lettore ormai da questa primavera ma solo oggi ne scrivo. Vero. Perché ogni volta che lo ascolto vengo totalmente rapito, risucchiato, in questo vortice sonoro e immaginario di pianoforti, fisarmoniche, violini, chitarre e parole, di canzoni che sanno (ancora) raccontare di viaggi e che finiscono (per fortuna) per farmi allontanare irrimediabilmente dalla razionalità di una semplice e inutile recensione. Che il viaggio inizi, dunque, con le note iniziali scandite dal pianoforte di Marseilles, che presto lasciano la scena a tutto il resto dell’ensemble strumentale: potrei trovarmi sul porto di Marsiglia o sul set de Il Circo di Fellini, non importa. Tanto basta a convincermi a far scivolare lo zainetto a terra e godermi il resto dello spettacolo. Si comincia così con la prima storia d’amore raccontata in To Travels and Trunks con Matt Bishop che fa scorrere le sue parole sul tappeto finemente cucito dalle armonie della fisarmonica ... Why can't you see/heaven won't wait for us/Salutations and prayers are too laborious/All I want is love eternally/With your heart facing me. Il treno della successiva Cannonballs parte lento con spazzole e violino, e viaggia in crescendo per 6 minuti per giungere in stazione accolti dalla tromba e dal coro del paese... These days are not fast/Times will not last/So they say, but I'm having trouble believing/Try to settle soft in the canopy we've lost/As you dance and sway and kiss with Costa Ricans. I ritmi latini si confondono in Rio e forte nasce la voglia di andare in Brasile con la contrastante e amara verità che invece, il “vero” amore, lo si incontra nella bassa Manhattan ... On the way I will go/Where the days left to breathe/Are not gone, are still long/I am traveling on. Ok, facciamo una piccola pausa. È notte, e ci fermiamo volentieri a bere qualcosa in quel bistrot, da dove proviene il suono di quel pianoforte che ci racconta una storia di città addormentate nella notte dei grattacieli. Fuori comincia anche a piovigginare e quei violini, quel piano e quella tromba così malinconiche mi hanno fatto venire in mente che stanotte dormirò ancora da solo e senza amore. Meglio che la mia fedele chitarra mi faccia compagnia; avrò poco meno di 2 minuti per scrivere e cantare di qualcuno da amare … I am locking down the house/Staring at the wall/All I want to do today is sleep like I once could/If you could give me that/That'd be good. Finalmente è di nuovo giorno e la notte passata mi ha messo di buon umore e caro giorno ti voglio dedicare questa canzone, e per questa volta ho deciso d'infilare il jack nel Marshall e aumenterò i decibel del suono, sono certo che mi servirà per trattenere il mattinoOur lives are lonely enough without destruction/Calm your cares and families/And I will hold the morning for you. I tentativi di trattenere il mattino, però, durano appena i 5 minuti e 15 necessari per farcelo credere, mentre l’imbrunire scende deciso ed è di nuovo tempo per far crescere le emozioni: è così che in 6 sei minuti si compie il miracolo, con pochi e semplici accordi di chitarra acustica dall’inizio alla fine, nel mentre i violini e la batteria sorreggono l’intera narrazione che ci fa conoscere quel piccolo paese della California chiamato Calabasas ... Radio and highway lines/Are all I have to keep the pace/Don't you worry we will find a way/To stretch tomorrow into today.
Con You Will Do for Now sembra quasi il momento di calare il sipario … The December dark will keep me in the room/Soft ashtray eyes will beg to be found/I'm keeping these walls from speaking too soon/Count your love one in the crowd/You will do for now, ma non è così. Ancora un paio di storie di vita e d’amore. From The Terrace è un altro assaggio di perfetta esecuzione folkloristica al di la del tempo e dello spazio ... look away sing for salvation from day to day/reading the manual on slow decay/there's always a chance e per l’ennesima “schitarrata” acustica di Cigarettes ... jesus never smoked cigarettes/god never shot a gun/mary mother never left her love/for the the cold california sun. Beh. È arrivato. È il momento dei saluti. Di spegnere col piede l’ultima sigaretta e di salutare Marsiglia coi titoli di coda che scorrono: Matt Bishop, voce e chitarra; Nick Ward, chitarra e mandolino; Philip Kobernik, piano; Patrick Brannon, tromba e basso; Samuel Anderson, violoncello; Jacob Anderson, viola; Colin Richey, batteria. A loro vanno gli applausi e le strette di mano per i complimenti di rito, giacché autori di questo magnifico spettacolo. Au revoir mes amis. È tempo di riprendere lo zainetto e rimettermi in marcia. I sogni stanno per spegnersi.  Sweet dreams are made of this...

lunedì 6 dicembre 2010

ASOBI SEKSU - Trails




Questo, invece, è il singolo che anticipa l'uscita del nuovo album del duo Asobi Seksu e che si chiamerà Fluorescence. Bella voce cinguettante su letto di chitarre. Niente male.

GANG OF FOUR - Never Pay for the Farm



Il nuovo album 'Content' in uscita a gennaio 2011. Questa l'anteprima in libero download.

venerdì 3 dicembre 2010

BAND OF HORSES 
Black Session #316, Studio 105; Paris, France [30.8.10]



Un fine settimana con passeggiata a cavallo (ehm...) insieme alla band di Seattle, in un live radiofonico francese di questa estate. Il gruppo quest'anno, è arrivato al loro terzo album, Infinite Arms, dopo Everything All the Time del 2006 e Cease to Begin del 2007. Personalmente i primi due li ho trovati interessanti ma abbastanza monocorde, mentre Infinte Arms, trovando riparo nella più tradizionale canzone americana mi è piaciuto di più senza ugualmente esaltarmi più di tanto (Laredo però resta una delle canzoni più belle del 2010). Ho voluto comunque rendere omaggio alla "banda di cavali" perchè in versione live li ho trovati davvero un ottima band dove, indubbiamente riescono a dare il meglio. Che il buon ascolto vi accompagni in un ottimo fine settimana. bye. (thank's to Honest Abe)



[track list]
01: Ode To LRC - 02: Compliments - 03: Marry Song - 04: For Annabelle - 05: Factory - 06: Laredo - 07: Older - 08: Is There A Ghost - 09: The General Specific - 10: Evening Kitchen - 11: Blue Beard - 12: No One Gonna Love You - 13: The Funeral
" PIETA' " per il Rock'n'Roll

jack White and Iggy Pop

Copertina di Mojo di qualche tempo fa: Jack White e Iggy Pop come la Pietà di Michelangelo. In quel numero, il noto giornale musicale, paventava una possibile reunion degli Stooges dopo la loro esibizione live al festival americano di Coachella. L'esibizione, seguita poi da quella dei White Stripes, ha finito per scatenare la solita ridda di voci su di una possibile collaborazione tra i due rockers, ma che in realtà non c'è mai stata. Indiscrezioni alimentate ultreriormente dalle reciproche dichiarazioni d'amore. Per Jack White, infatti. 'Fun House' resta il più grande disco di rock'n'roll di sempre, mentre l'Iguana ha dichiarato che l'album 'White Blood Cells' dei White Stripes ha ispirato il suo album da solista del 2003 'Skull Ring'.

[The White Stripes perform I'm Bored (Originally by Iggy Pop) at the Gold Dollar. November 27, 1999]

mercoledì 1 dicembre 2010

I DIARI DELLA Simca
(part two)

[il mio amico Max non s'è fatto sfuggire l'occasione per ribattere alle "infamanti" accuse sui suoi gusti musicali scolastici e così, alla sua maniera, ha risposto.]

Se avete mai provato a slacciare un reggiseno [che nn sia il vostro] sul riff di smoke on the water sapete che i progettisti della lovable sono sadici repressi. Tuttavia esistono rimedi per rendere questo mondo meno ostile. Io ne scoprii uno quando realizzai che se invece infilavo nella apposita fessura una striscia arrotolata che sussurrava 'quellasuamagliettafina' il perfido gancetto, come per incanto, cedeva di schianto come mosso da volontà propria. ora, io sono per natura disposto a credere a tutto e perciò non mi sono fatto mai troppe domande e se mi dicono che gli asini volano mi limito a preoccuparmi di scansarne gli scarichi a terra.
Questo per spiegare la of course la discutibile colonna sonora della mia adolescenza che infidi individui che si spacciano per amici non hanno esitato ad esporre a pubblico ludibrio [per i palati fini sputtanamento] sulle pagine di qst blog. Vorrei altresì ricordare, a mo' di minaccia, che l'infido in questione divide la propria esistenza con una dolce creatura che mai ha nascosto [almeno a memoria di chi scrive] la sua passione per il melenso ipnotizzatore di gancetti. e se la fanciulla in questione avesse nel mentre rinnegato, in nome
della suprema ragione di stato, potrei chiamarla ad assumersi le proprie responsabilità su questi schermi. ma siccome ho il sospetto che il mio fustigatore musicale abbia dovuto sorbirsi la sua dose di passerottichenondovevanoandarevia mentre cercava di portare a casa il risultato tra i sedili di una uno fire verdone non infierirò, so essere magnanimo eheh. Non infierirò soprattutto perchè ha da poco lasciato anche i 40, e con essi l'ultimo, residuo, effimero fascino temporaneo che il numeretto evocherebbe. E proprio quel giorno, mentre stavo per infilarmi nella colonna di auguri, ho realizzato che tra le faccine in sequenza non ce n'era una che mi fosse nota. Una che avesse fatto con noi almeno un pezzo di strada. mi sono improvvisamente sentito fuori posto. E, fuggendo, l'idea di qualche riga dedicata in un luogo meno alieno.
dunque non infierirò. nn lo farò in nome del privilegio che mi fu concesso di esaltare le grazie della più bella automobile di tutti i tempi vestendola a festa per celebrare l'unione di due anime morbide;
.... .... ....
Non infierirò perchè ho camminato metà della mia strada gomito a gomito. E quanto più ci si allontana dal bivio, guardando indietro rimangono visibili solo le vette. Poche, pochissime. Una è la sua e nn credo sia una questione di cm.
"all the precious moments, i cannot stay".

   Max

martedì 30 novembre 2010

THE FLINGWanderingfoot



Per chi volesse approfondire, l'album si chiama When the Madhouses Appear ed è uscito ad agosto.
Qualche altra notizia e altre canzoni sul myspace della band.

SUMMER FICTION - ST - [2010]



In questi giorni fa molto freddo al nord e piove al sud. Io che rientro tra gli abitanti bagnati della penisola, ho scovato ad hoc questo piacevolissimo album d'esordio scritto e cantato dai Summer Fiction, il cui nome (finzione estiva) è l'esatta rappresentazione del mood presente nelle canzoni. Anche se può sembrare azzardato affermarlo, trovo il loro primo album solare, nel senso che scalda i cuori o quale ideale compagnìa di quei momenti in cui ci si trastulla nei ricordi, mentre si rimani immobili dietro ai vetri della finestra ad ammirare la pioggia che cade incessante, con le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans. Delizioso retro-pop come i maestri Belle & Sebastian hanno insegnato a fare. Tutto l'album lo ascoltate tra queste "mura" o su questo sito, dal quale è possibilie scaricare anche il singolo Chandelier, oggetto del video, anch'esso molto carino. Buon ascolto.



lunedì 29 novembre 2010

IMPRESSIONI DI FINE NOVEMBRE

       

Di cosa parlarvi in questo periodo piovoso di un novembre quanto mai autunnale? Sarei tentato di promuovere un analisi con tanto di sondaggio di opinione, ma temo che ciò possa essere suggestionabile così come la gran parte delle volte avviene, ad esempio, con i sondaggi politici. E poi il campione a mia disposizione non è gente che se la beve con facilità. Avrei potuto anche proporvi gli ascolti e chiedervi di contrassegnare con una croce la vostra preferita in modo da stilare una classifica.Ma non ho molto da mettere in palio per il vincitore. Allora cosa fare? Dirvi, raccontavi quattro chiacchiere sugli ascolti del periodo senza aspettative, senza intenzione di coinvolgervi in un parere, solo e semplicemente la voglia di divulgare quanto è giunto sul mio piatto ( lettore mp3). Questo e nient’altro mi rimane da fare. Il tempo è denaro, dovrò concentrare, focalizzare l’attenzione su qualcosa che scateni un dibattito. Non vi parlo tra l’altro di gente nuova; un po’ di veterani. Neil Young, Bruce Springsteen, Robert Plant, Sting, Brian Ferry, Stan Ridgway e seppure non sia un veterano nella accezione pura del termine, Tim Robbins (che nella musica non si è mai cimentato). Ora, gli ascolti in questo periodo procedono davvero a singhiozzo, pertanto quello che dico non prendetelo come assoluto. E poi si sa con troppa carne al fuoco si rischia di soffrire di pesantezza di stomaco e non restare soddisfatti dalle portate offerte ai commensali. Neil Young sfodera la sua Gibson e si affianca al guru della sperimentazione, tale Brian Eno, e l’accoppiata ci regala un disco dalle sonorità rarefatte, eteree, vellutate tanto quanto la voce dello stesso Young. Nulla di nuovo sul fronte ma pur sempre un bell'ascolto da concedersi in una serata autunnale sorseggiando vino novello e mangiando castagne. Di seguito non per particolare soddisfazione ma per approdo casuale alla banchina dei miei ascolti, Tim Robbins (accompagnato). Premesso che non trovo la sua, una voce particolare da incorniciare, ma le ambientazioni che ci traghettano verso Springsteen e Tom Waits e a vederla lunga verso il Lanegan più sofferto e intimista, mi hanno diciamo stuzzicato ricordi e visioni tanto gradevoli. Robert Plant non ha bisogno di presentazioni, e quando si cimenta nel campo a lui più congeniale riesce se non altro a non farti addormentare. Buona band, ottime rivisitazioni di brani sempre in bilico tra folk, blues e musica celtica. La voce non delude. Sting invece se devo dirla tutta, proprio non lo digerisco. E si che sono stato un fan sfegatato dei Police, ma più per la passione per la batteria e di conseguenza per Copeland che per altro. Lui, il maratoneta della trombata tantrica, mi annoia,con queste rivisitazioni tendenzialmente troppo radical chic, da alto borgo Già non mi è piaciuto con i barocchismi di Songs from the Labyrinth. Credo in sostanza che Roxanne non avesse bisogno di arrangiamenti unplugged e tantomeno sinfonici. Era ed è bella nuda e cruda così come l’abbiamo conosciuta. Per non parlare degli altri brani. Springsteen invece apre un capitolo a parte. Non avevamo dubbi sul fatto che i fondi/rimasugli di un disco ultra quotato come Darkness On the Edge of Town fossero in grado di entusiasmare. I sue ultimi due dischi non si sono sedimentati affatto nel mio cervello e men che meno nell’anima. Sono rimasto a Nebraska o al massimo a The Ghost of Tom Joad i miei ricordi sulle sue potenzialità di un talentuoso come il boss. Brian Ferry. Mumble mumble, questo nome non mi è nuovo!!?? Ricordo Avalon. Un bellissimo periodo della mia vita. Trascorrevo le serate con un amico (ciao Lino) in radio e quel disco lo abbiamo divorato. Olympia mi lascia lo stesso sapore. Pensavo a dire il vero che non avremmo più ascoltato un disco del vecchio Dandy, con canzoni nuove e accattivanti così come solo lui ha saputo fare. L’immagine di copertina (Kate Moss) poi la dice lunga sulla possibilità che si sia arreso al tempo. Buon (pluri) ascolto.
Giamp



venerdì 26 novembre 2010


Questo mese la playlist la dedico di cuore al mio amico Antonino, anch'egli, come me e Giampaolo, grandissimo appassionato di musica, nonché miccia di questo blog e fine artworker del primo e del nuovo header che vedete sopra. Altra tornata, quindi, di brani selezionati tra quelli grautiti pescati nel mare magnum del web e liberamente scaricabili clikkando su divshare, presente sulla barra per ascoltare la playlist. Buon ascolto e buon fine settimana.

giovedì 25 novembre 2010

SHADOW SHADOW SHADE - [ST]

Shadow Shadow Shade

Bellissima copertina di un album uscito ad ottobre. Band di 7 elementi (compresa la voce soprano femminile apprezzabile nel video) proveniente da Los Angeles all'esordio discografico, sfoggiano un power pop come meglio i New Pornographers non saprebbero fare. Almeno queste le prime sensazioni dei tre brani postati. E' il caso di approfondire con la playlist di fine anno in dirittura di arrivo.

Shadow Shadow Shade - Say Yes


Shadow Shadow Shade - You're Perfect Wilderness