venerdì 7 dicembre 2012

Ascolti 2012, questo è quanto

Voglio dire, a dicembre si sa la solita raffica di compilation natalizie, raccolte, dvd, cofanetti, e poche/nessuna uscita nuova. Per cui, per quanto mi riguarda, posso fin d'ora riportarvi tranquillamente i miei preferiti dell'anno che va a finire. Chiaramente cercando e lasciando più spazio a ciò che si è avvicinato maggiormente ai miei gusti musicali; la mole di dischi lasciati fuori anche per assoluta ignoranza (Alt-J ad esempio è scoperta recentissima) sono quintali. C'è di buono nelle playlist di fine anno che si trova sempre qualcosa sfuggita nel corso d'opera. Nella mia, ci sono soprattutto nomi legati a quando curavo il blog in maniera più puntigliosa. Ma devo dire pure che la mancanza successiva di tenuta del blog ha avuto il pregio di lasciarmi il tempo per un maggiore approfondimento e degustazione nei confronti degli album usciti e questo, mi ha rinfrancato anche nei confronti della musica e ricaricato...ma non al punto di rituffarmici di nuovo. Per adesso lo lascio ancora ibernato nel web, salvo sporadiche quanto improbabili apparizioni.
I Maya stanno arrivando, lo sapete, no! Quindi sfrutto quest'occasione anche per farVi i miei più sentiti auguri di BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO. Non si sa mai.
Vi abbraccio.
Gianni



 LANGHORNE SLIM - The Way We Move: quant’è sottile la linea che separa un disco che esplora le radici della musica e lo fa diventare un classico da un disco che ci prova ma riesce solo a farti girare le balle. Langhorne Slim, per fortuna, ha colpito nel segno, trasformando The Way We Move in un classico d’altri tempi. Si passano ¾ d’ora immersi in una miscela di folk, soul e rockabilly e la voce di Sean Scolnick e se ne esce ubriachi e felici. Un disco che non si sposta di un giorno dagli anni ’50 e ’60. Non una concessione ad una qualsiasi modernità strumentale. Suoni che troverebbero giustizia in un bel vinile (quando ce vo’ ce vo’) ma che (magia magia e anche con un tot di fantasia) riescono a dare quella sensazione, anche ascoltando le canzoni venir fuori dalle casse dello stereo del PC e dell’auto (Song for Sid una per tutte). Fire, The Way We Move, On the Attack, Past Lives (Do you believe in past lives?Haven't I met you before?when they said that I was dead/it wasn't true/I was just dead to you/ And I ain't dead, anymore), Wild Soul, le mie preferite, ma le altre sono giusto un gamba che sta … per scendere il gradino, ma ugualmente bellissime. Il mio disco dell’anno.







MENOMENA - Moms: conquistato da subito dal battito di mani e dal sassofono perepèpè dell’iniziale Plumage che insieme a Pique (la più bella ascoltata nel 2012), Don’t Mess with Latexas e Heavy is a Heavy Does costituiscono il nocciolo classico di Moms a futura memoria, mentre Giftshoppe, Baton, Capsule, Tantalus e la conclusiva One Horse Pop, con quel perfetto dosaggio dell’elettronica mi hanno fatto dolere ancora una volta per la mancanza di un Ok Computer bis. Power pop, Beck, Eels, Blur e quella “malinconia latente nei momenti più felici” in cui ti spedisce già la visione della copertina e i testi acclusi “Because I don't believe in second chances/ Is heavy as I leave/ As powerful as a man he was, Pride my father never was of me” E pensare che sono al quinto album e che li ho conosciuti solo quest’anno.. Curioso e tendenzialmente scettico (più per la paura di ascoltare chissà cosa) vado a recuperare qualcosa dei precedenti. Scettro di disco dell’anno in condivisione con Langhorne Slim.







Beast Of Both Worlds cover artSOLOS - Beast Of Both Worlds:   Per la serie “t'avrei voluto tanto massacrare”. Ma a parte Carpe Diem, che davvero è passato così tanto tempo dall’ultima volta che una canzone non la cantavo anche da sonnambulo, questo album mi è piaciuto perché dentro ci sono parti di 90210 degli YES (non vi nego che a suo tempo mi piacque) parti di Hot Fuss dei KILLERS (e mi piacque anch'esso, o sì, se mi piacque) … SUPERTRAMP QUEEN (All My TribulationsSIG(h)UE SIG(h)UE SPUTNIK (Pissin). Ridondante, superfluo e con abbondanza di chitarre già sentite e risentite [una strizzatina d’occhio anche a K dei Kula Shaker (Crackin the Modern Age e The Darwin Blues e la conclusiva They Don’t Care About Us) ma appagante per chi scrive al punto che l’ho sentito, la prima, la seconda, la terza fino alla centesima forse; ne deduco pertanto che Beast of Both Worlds mi sia davvero piaciuto. Confermo. L’accendiamo.  (Quì l'album in streaming)







SYCAMORE AGE - [st]     Sull’omonimo esordio dei Sycamore Age ci scrissi l’epitaffio di questo blog. Disco che tra la primavera e l’estate mi corteggiò per molto tempo, poi, complice anche il loro concerto di agosto finii per innamorarmene ed esserne definitivamente conquistato. Talmente tanti gli accostamenti musicali fatti da critica e pubblico, hanno fatto di “Sycamore Age” un disco assolutamente personale e unico nel panorama musicale italiano. I nostri Arcade Fire. In cima alla lista dei miei preferiti del 2012.







DIRTY PROJECTORS - Swing Lo Magellan      Bello e inclassificabile. L’iniziale Offspring are Blank sembrava voler conferire maggiori decibel ai brani, quando invece, il resto del disco se ne va tra cantautorato, i soliti e deliziosi coretti femminili che danno un tocco anni ’50 alle canzoni e mi ci fanno coniare un nuovo stile: indie-swing (ahahah, che cazzata!). In generale meno sfaccettato del precedente ma di gran classe e una Gun Has no Trigger tra le 10 migliori canzoni del 2012.







SHEARWATER - Animal Joy       Folk attuale, uniforme e solenne, ben scritto e suonato come ci si aspetta da un disco dei Shearwater. Benché la copertina dell’album ritragga le zampe di un felino con tanto di artigli in vista, la loro musica continua ad essere l’esatta trasposizione sonora del viaggio impresso sul disco precedente The Golden Archipelago. Senza troppi scossoni scivola via piacevolmente lasciando un senso di compiutezza discografica. Di questi tempi non è poco.







Da quelle parti il "Monumento" dei TU FAWNING. Mi piace davvero tanto questa  teatralità della loro musica a ridosso dei The National, Portishead, Morphine, The Black Heart Procession e i Bad Seeds di Nick Cave. Bellezza così raggiunta grazie anche all'incanto vocale di Corinna Repp e dalla bravura di Joe Haege e dei polistrumentisti Toussaint Perrault e Liza Rietz. Il nucleo centrale dell'album, con Blood Stains, Wager, Skin and Bone, resta la parte migliore di un disco, davvero coinvolgente.







ALT-J – An Awsome Wave    Esordio con i controcazzi per il quartetto londinese dopo una manciata di Ep sfornati nel corso di questi anni. I primi ascolti mi hanno portato ad accostarli ad una versione più rassicurante dei Wild Beasts (per i quali, leggo, hanno aperto alcuni concerti nel 2012). Un pop molto delicato che gli Alt-J arricchiscono con preziosismi trip-hop, drum’n’bass, melodie vocali e quell'omaggio a Speaking in Toungues dei Talking Heads (Dissolve Me pare uscita proprio da lì) che fa sempre bene al cuore. Tessellate, Fitzpleasure, Breezeblocks, Something Good e Matilda senza dubbio, anche loro, tra le migliori composizioni dell’anno. Naive melodies.







In tema di folk THE MOUNTAIN GOATS hanno realizzato un buon disco folk Transcendental Youth, che sta tra I Am Kloot (che stanno tornando)e The Go Betweens (tra gli altri) che evita l’appiattimento grazie alle “intrusioni” di fiati e pianoforte, in particolare nelle ballate (per capirci White Cedar, In Memory of Satan e Transcendental Youth) che tengono alto il morale dell’intero album. La voce intensa e confidenziale di John Darnielle è un valore aggiunto e Lake Side View Apartements Suite è il lento dell’anno.







From the Top of Willamette Mountain di JOSHUA JAMES consacra il ritorno di Tom Mcrae sotto falso nome. Consumai il disco d'esordio di Tom fino allo sfinimento. Poi il rinsavimento grazie agli effetti (negativi) dei sali presenti negli album a seguire fino al riabbraccio di quest'anno con la sua controfigura Joshua James, ritrovato, girando in puntina di piedi sul vinile di From the Top. 3° lavoro splendido di un cantautorato che (ri)ascolto sempre con piacere.









Altri ascolti piacevoli:
Plants and Animals - The End of That, una bella rivisitazione degli Stones e un pizzico di personalità nel loro esordio con una splendida traccia-titolo in abito da sera e capelli ben impomatati ---- Yellow Ostrich - Strange Land, ovvero un’altra operazione nostalgia che toglie egregiamente un po’ di polvere alla scarna discografia dei Blind Melon ---- Wovenhand - The Laughing Stalk: non so ... dopo aver amato il reverendo Edwards ai tempi di 16 Horsepower si è creata una barriera tra la sua musica and me. Al primo impatto sembra di avere tra le mani un potenziale disco dell’anno, ma ascolto dopo ascolto, quella barriera si fa sempre più alta fino a che non decido di abbandonare la scalata totalmente…boh! C’è qualcosa oltre la musica ---- My Jerusalem – Preachers,  tanto cari mi furono quei Madrugada e la voce di quel Bowie ai tempi di Let’s Dance. Album notturno e avvolgente, quasi mai rassicurante ---- il nuovo romanticismo di Dry The River - Shallow Bed ---- Father John Misty - Fear Fun (per la serie tesoro mi si è ristretto l’album, 3 canzoni da disco dell’anno (Nancy from Now On - Hollywood Forever Cemetery Sings- Writing a Novel)  normalità a seguire ----. Grizzly Bear – Shields (per la serie stavo meglio quando stavo peggio) nel senso che non mi piacevano prima, ma almeno avevano una loro identità, non mi piacciono adesso che hanno scopiazzato male Jeff Buckley ---- Barry Adamson - I Will Set You Free, disco revival tra Tom Jones e Barry White:’mbè? Che c’è di male; un po’ di relax ogni tanto, no? ---- Tindersticks - The Something Rain, soul nero come la pece, disco notturno e non facile, ma vale una grandiosa Frozen dal sax di matrice Morphine a ripagare i ripetuti ascolti. Davvero un ritorno notevole.

Altri ascolti apparentementeinutilisalvoripescaggifuturi:
Mark Lanegan, Soundgarden e Donald Fagen, come diceva Allelimo, classe da vendere ma zero idee. Il disco migliore di Lanegan solista, per me,  rimane I'll Take Care of You (sono cover? maddai!) I Soundgarden, al di là delle ovvie quanto vere supposizioni sul bisogno di far soldi, non hanno inciso nel mio portfolio musicale del 2012, se non sull’ugola di Cornell. MiodioFagen non farne più di album: niente di personale, per carità, sole che continuo a sperare che tiri fuori dal cilindro qualcosa anche di vagamente simile a The Nightfly, ti prego abbi pietà di me…. qualche scintilla in più (ma tali sono rimaste) dal progetto Byrne e St. Vincent e dalla sacerdotessa Patti Smith, che in quanto tale, evidentemente, ci ha propinato ‘na messa cantata. Sarà perché era estate, ma ho gradito molto l’ascolto del disco d'esordio di Lana del Rey. Poi niente più. Chissà che col prossimo solstizio estivo non lo vada a ripescare.

mercoledì 5 settembre 2012

Esco dal blog ...



... mamma mia! non vedevo la luce dal 2008 (visto come mi sono ridotto?). Sempre rintanato qui sotto a cercare canzoni e cose da scrivere che si sono trasformate presto in migliaia di bozze senza tempo, quello che mi manca e necessario a terminarle come si deve. Pazienza. Adesso ho bisogno di prendere aria, poi si vedrà.
Ah! Lascio la porta aperta intanto per cambiare l'aria (dopo 5 anni la puzza sarà penetrata anche nei vostri blog, come un virus) e poi perché molti artisti hanno lasciato parecchi loro cimeli e alcuni messaggi da consegnare, e volevo avvisarli della mia assenza.

- per Adriano Celentano: vieni a riprenderti il pugno che ti sei fatto segare da Dexter Morgan; lo troverai sempre lì, nel freezer. E poi controlla, la carezza dovrebbe essere ancora dentro.

- per Vasco (Rossi): l'asciugamano bianco che Toffee doveva passarti è ancora qui sul mio divano; purtroppo c'è stata un'emergenza qualche giorno fa, sono rimasto senz'acqua e l'ho usato per pulirmi i piedi; se non ti secca gliela dai tu una sciacquata...con tutte quelle bollicine.

- per Vasco (Brondi): considerata l'importanza della cosa, fammi sapere, a breve giro di posta, se le chiavi per accedere alla Centrale Elettrica te le devo lasciare in casa o sotto lo zerbino.

- per Simone Cristicchi: il poster di Antonacci (quello che ci volevi essere come lui) che hai attaccato alla parete per coprire il buco fatto per spiare .... ah beh, credevi davvero che non me ne sarei accorto ... però ... dai ... hai fatto un buco per guardare lo stesso poster del vicino... ma che fantasie hai??

- per Bennato (Edoardo): l'altro ieri sono passati Il Gatto e La volpe, sono ancora incazzati per quella storia dell'anticipo di 100.000 euro che hai spillato loro con la promessa del provino ad Amici con la De Filippi e mi hanno chiesto di intervenire: fai il bravo e restituisci il mal torto, hanno Mangiafuoco alle costole con la bocca aperta....sai com'è...

- per Bennato (Eugenio): è tutto inutile, anche con 100.000 euro, la De Filippi non la corrompi, nemmeno con una camicia coi baffi.

- per Massimo Ranieri: anche se mi assento per un po' (tanto), Questa, rimane l'Erba di Casa Mia per autoconsumo, quindi trovati un altro pusher e non passare di nuovo dalle mie parti altrimenti sguinzaglio Morgan!

- per Morgan: cerca di tenere pulita la tua cuccia, non bere troppa coca-cola liofilizzata e ricordati, di tanto in tanto, di pettinare i capelli alla bambola Asia.

- per Tiziano Ferro: anche se ben scritte, ho bruciato tutte le tue missive d'amore per me. Sono etero, fattene una ragione.

- per Steve Jobs: cioè, siamo arrivati alla versione 5 dell'I-Phone mentre le sedute spiritiche dobbiamo continuare a farle con la linea ISDN ... davvero insopportabile. A parte che le conversazioni sono di una nooooia; dici sempre e solo "stay foolish, stay hungry...." non sai dire altro! Ah! In particolare, a proposito di quella cosa  cosa che hai detto "Siate affamati... ecc", beh come ti dicevo durante l'ultima seduta... c'è molta gente che ti ha preso un po' troppo alla lettera, se puoi spendere una parolina gentile, lassù, col tuo capo per far riavere qualche posto di lavoro, te ne saremmo grati.

A long Goodbye.
Gianni



lunedì 3 settembre 2012

Line & Circle, once in a Murmur

Album art

Roman Ruins è il 7 pollici di presentazione dei Line & Circle che sembrano venir fuori da qualche outtakes dei REM ai tempi del loro esordio Murmur. Languide melodie su un tappeto di chitarre rendono imperdibile questo bel mini disc, uscito da poco. In attesa di sentirne delle altre, buone nuove.



giovedì 30 agosto 2012

Giù per il tubo - playlist di agosto


Cameriere: Oh, bonsoir monsieur! Come andiamo oggi? 
Signor Creosoto: Meglio. 
Cameriere: Meglio? 
Signor Creosoto: Meglio avere un secchio, sto per vomitare. 
Cameriere: Gaston! Un secchio per monsieur!
(Monty Python)


lunedì 27 agosto 2012

The Amazing - Gentle Stream



Un ripescaggio dal recente 2011. Gli svedesi The Amazing alla prova del secondo album che porta il titolo della canzone che vi posto. Gli anni 60 e 70, tra Crosby, Still Nash e Young e pysch-folk-pop rivisitati a dovere da questa band di cui ignoravo l'esistenza e che vado a recuperare. Suoni scelti a causa del cattivo tempo di ieri che mi ha ricordato che prima o poi, l'inverno tornerà. 7 dolcissimi minuti.
A voi.

martedì 21 agosto 2012

Sycamore Age, lucide menti aperte



Se il disco dei Sycamore Age fosse uscito in un Paese anglofono avrebbe già fatto incetta di premi, mentre l’appellativo di Next Big Thing avrebbe trovato finalmente casa. Ma siamo in Italia e a meno che non ti chiami Pulcino Pio, oggi, per l'artista emergente di turno, è sempre più difficile riuscire a ritagliarsi il proprio angolo di notorietà. Esterofilo di lungo corso, ascolto davvero tantissime nuove uscite che provengono, soprattutto, dall’America e Inghilterra e dopo 4 anni di blog e migliaia di ascolti, per quel conta la mia opinione, posso affermare serenamente di averne sentite davvero poche, di novità così intense come quella proposta dai Sycamore Age. E la natura così diversa di tutte le considerazioni fatte e dei riferimenti artistici a loro attribuiti dagli addetti ai lavori e non, non hanno fatto altro che rafforzare l’idea in me, che si tratta di un disco assolutamente personale.
Dopo il concerto del 7 agosto nel quale riponevo le maggiori attese (e molto ben ripagate, devo dire; la bellezza della loro musica si arricchisce ancora di più), i 7 ragazzi di Arezzo (e in particolare Stefano Santoni, timoniere della band) mi hanno concesso l'opportunità di curiosare ulteriormente nel loro mondo musicale.

  Allora caro Stefano, partiamo subito col rivelare il segreto dei Sycamore Age: gruppo assemblato in 2 anni, suppongo con derivazioni e provenienze artistiche così diverse, ma in grado ugualmente di tirare fuori un disco di tale, grande spessore e che sul palco sembra/è una perfetta squadra di ginnastica artistica, incredibilmente sincronizzata e precisa, in grado di scambiarsi ruoli e strumenti senza dare questa sensazione a chi vi guarda, se non riflettendoci a posteriori: avete venduto l’anima al diavolo già dal primo album?, tutti i pianeti erano allineati? o pura e semplice (perfetta) alchimia?
 Caro Gianni, che dire…tutti questi complimenti quasi ci imbarazzano. Per rispondere alla tua domanda, direi tutte e tre le cose assieme. In ordine, credo che la prima cosa da fare in assoluto sia “vendere l’anima al diavolo”, se per ciò si intende intraprendere quel viaggio iniziatico fino in fondo alle viscere della nostra esistenza, in pieno spirito dantesco, per poi esser capaci di ritornare indietro e poter almeno sperare di raccontare qualcosa di interessante a chi ti sta ad ascoltare. Poi, senz’altro c’è stato anche un forte contributo dato dal caso, com’è sempre del resto, il quale ci ha letteralmente “allineato” in quel piccolo spazio che è Arezzo e nel brevissimo lasso di tempo dei pochi mesi serviti per conoscerci ed unirci in questo strampalato progetto. Infine, si, sarà un po’ patetico ammetterlo ma c’è un’ottima alchimia tra noi. Nonostante le notevoli differenze di età che ci sono all’interno del gruppo (che definirei più una “family band”) ci divertiamo sempre e allo stesso modo, sia quando scriviamo i pezzi, sia quando facciamo viaggi interminabili in furgone e sia quando siamo sul palco a fare le scimmie da circo…non so davvero spiegarmi come facciano quei gruppi che hanno forti asti al loro interno e, soprattutto…chi glielo fa fare. Come ho detto sopra, noi tutti siamo scimmie, bestie capricciose e difficili da trattare, dobbiamo saper lavorare ogni giorno su noi stessi per mantenere e rinnovare quella saggia armonia che è, per altro, indispensabile fonte di energia artistica.

   Un accenno alla copertina del disco … sembra un rosone di quelli che si vedono disegnati sulle vetrate delle chiese, poi aprendo il libretto la vetrata esplode liberando (quelle che sembrano) una moltitudine di farfalle; la foto che vi ritrae sollevati da terra, poi, sembra rafforzare nel suo complesso l’espressione della vostra musica. Invece cosa rappresentano?
  Come abbiamo già detto in altre interviste, la grafica parte da un’idea di Damien Hirst che è forse il più grande artista visivo contemporaneo. Trovavamo il suo lavoro perfetto per il “mood” dell’album. Le farfalle mandano messaggi controversi di bellezza irresistibile e inquietudine, di sesso e di morte. L’idea di un caleidoscopio, fatto di tutto ciò, doveva essere per forza quella definitiva e, non potendo chiedere concessioni al grande Damien, l’abbiamo riprodotta in soggetti e composizioni originali. Per quanto riguarda la foto, anche qua, grazie al supporto di Gabriele Spadini (il nostro fotografo), abbiamo cercato di realizzare un impianto scenico che narrasse il più possibile il carattere surreale e vagamente esoterico che ci contraddistingue, proponendolo al tempo stesso in un ambiente iconografico contemporaneo…ci siamo riusciti???

  Tornando al disco, considerato che anche la produzione è stata “cosa vostra” ti chiedo se avete fatto tesoro di suggerimenti esterni o avete solo ricevuto applausi da chi vi osservava mentre registravate l’album?
 Ti rispondo io, che sono appunto il produttore. Non c’era assolutamente nessuno a darci consigli ne, tanto meno, ad applaudirci mentre registravamo, anche perché, nel nostro studio di 12 metri quadrati, non c’è molto spazio, ne per suggeritori, ne per gente che applaude. In realtà, ad album finito, eravamo semmai piuttosto scettici sull’impatto che potrebbe aver avuto sulla critica. Temevamo che la discontinuità, data dall’estrema libertà e spontaneità a cui ci siamo lasciati andare nella realizzazione del disco, venisse letta come una mancanza di orientamento. Per fortuna non è andata così e siamo stati noi i primi a meravigliarci per la calda accoglienza che invece c’è stata da parte degli addetti ai lavori e, devo dire, soprattutto da parte del pubblico in generale.

   Un’altra magia che è venuta fuori dall’album: ho letto un po’ tutte le recensioni sul web e sulle riviste specializzate: in ognuna c’è un accostamento, un riferimento condiviso e in ognuna qualcosa di diverso ma sempre innegabile, dal concept album, al progressive, al disco rock/opera, dalla fiaba in musica alle analogie con la voce dei Buckley (anche se io continuo a trovare molto più vicino la voce di Francesco Chimenti a quella di Jeff) … personalmente ho trovato apprezzabili anche le brevi incursioni nell’elettronica appena accennate e la coralità dei Fleet Foxes (Astonished Birds rimane ancora la mia preferita) e una chiusura superba di Tears and Fire che sembra uscita dalle corde di Peter Buck dei Rem. Ma nella sua totalità, come ti dicevo prima del concerto, mi sembra un disco assolutamente romantico. Ho saltato qualcosa? Ma soprattutto, questo giochino dell’”assomiglia a questo e a quello”, alla fine, vi ha rotto le palle? vi diverte ancora? C’è il nome di qualche artista che vi sarebbe piaciuto sentire venir fuori dalle recensioni, fondamentalmente non ve ne può fregà de meno?
    L’ultima che hai detto...decisamente! La musica, a differenza per esempio della letteratura, ha questo magico potere di saltare la corteccia cerebrale e creare un filo di comunicazione diretto con il profondo dei nostri istinti. Il critico, in generale, cerca di riportare tutto a galla e far risultare tutto come una zattera naufragata e ridotta in inutili frantumi che giacciono sotto una luce sparata, liofilizzati, epurati di ogni poesia. Questo fa parte del gioco e noi stiamo al gioco…ma con il giusto spirito e, soprattutto, con consapevolezza. E’ ovvio che per passione abbiamo ascoltato e continuiamo ad ascoltare centinaia e centinaia di dischi, dei quali spesso dimentichiamo il titolo e persino il nome dell’autore. Non dimentichiamo però i colori e le sfumature di ognuno che, inevitabilmente, si ritrovano poi ad interagire con i fondamentali della nostra tavolozza. Un sound Romantico? Assolutamente si! Nell’accezione più profonda del termine: amiamo l’’800, la passione pura, i poeti simbolisti, i Preraffaelliti, i Dandy, lo amiamo dal naturalismo fino ai cinici deliri di Wilde.

   A proposito della scelta dell’inglese, te lo richiedo: credi che il disco avrebbe avuto lo stesso impatto e ottenuto lo stesso risultato se cantato in italiano? E la decisione di cantare in inglese è stata condivisa da tutti, o si è sollevata qualche voce contraria?
   Bah, forse, data la pigrizia linguistica che contraddistingue il nostro paese, se il disco fosse stato cantato in italiano tutto sarebbe risultato più semplice. Considerando però che noi non cantiamo in inglese solo per il suono della lingua ma, soprattutto, per parlare al mondo, direi che neanche ci poniamo il problema. Di contro, da gennaio 2013, il nostro primo album sarà distribuito in tutta Europa da Rough Trade, ciò non sarebbe potuto avvenire se fosse un prodotto rivolto solo all’Italia. Noi amiamo profondamente il nostro paese e, ancor di più, le sue radici culturali. Da Monteverdi a Morricone, da Gesualdo da Venosa a Luciano Berio; per non parlare poi dell’arte visiva…la metafisica che aleggia nella nostra musica è figlia legittima di Piero della Francesca, di cui ogni giorno respiriamo nuovamente le opere presenti nella città in cui viviamo. In definitiva, crediamo che sia ora di smettere di cantarcele e di suonarcele da soli, è invece l’ora di confrontarsi, con coraggio, competenza e consapevolezza, con una ineludibile realtà internazionale…noi ce la mettiamo tutta e non senza difficoltà.

  Dopo le lodi che stanno accompagnando questo incredibile esordio, vi spaventa il domani?
 Il domani spaventa perché ha in se il seme del mistero, della fine di tutto, non certo per la paura di non riuscire a mettere assieme quattro note e quattro suoni. Chiamalo nichilismo, chiamala saggezza zen ma, se riusciremo a continuare a scrollarci di dosso il peso e i capricci del nostro io, faremo sicuramente un altro lavoro sincero, spontaneo e generoso…questo è tutto ciò che ci interessa, il resto è chewing gum da far ruminare ai critici.



lunedì 20 agosto 2012

MENOMENA – Heavy is as heavy does



Ricominciamo ad oliare gli ingranaggi del blog per riprendere contatto col web e la quotidianità. Heavy Is as Heavy Does è la nuova canzone in anteprima dei Menomena dal nuovo album in uscita a settembre. Una ballata Blur che si dirama tra l'elettricità dei Radiohead ante Computer. Bella canzone, in attesa del disco intero da ascoltare. Ben ritrovati.

sabato 11 agosto 2012

Clem Sacco - Baciami La Vena Varicosa



Canzone e video gentilmente segnalati da Grace, la Cazzara Santa più nota del mondo blogger e attualmente in fase di rigetto (come capita un po' a tutti d'altronde). Per chi non la conoscesse ancora può dare un occhiata ai suoi scritti e/o limitarsi a guardare il video sopra per farsi un'idea :)
Vi saluto e vi auguro di trascorrere un sereno ferragosto.
Alla ripresa posterò quel che resta dei ricordi dell' Indies Summer Festival e in particolare del live dei Sycamore Age, sempre più la rivelazione di questo 2012.
CIAAAOOOO

lunedì 6 agosto 2012

Indies Summer Festival 2012: Hey Ho, Let's Go



Chissà che non riesca a postarvi qualcosa di questa 2 giorni che andrò a godermi a partire da domani sera, che poi è anche la giornata su cui ripongo maggiori aspettative. In particolare sui Sycamore Age che sto ascoltando da giorni sul sito Rolling Stone: musica ad ampio respiro, sonorità fiabesche in salsa progressive e la voce di Francesco Chimenti (orgoglio di papà Andrea) che in uno dei brani che preferisco, nella bellissima Astonished Birds, strizza l'occhio e accarezza l'ugola alla musica e alle corde vocali del grande Jeff Buckley. Davvero notevole l'esordio omonimo dei 7 ragazzi aretini che ovviamente, adesso, dopo l'incetta di complimenti di pubblico e critica saranno attesi al varco della seconda prova. Per adesso ci godiamo comunque il loro presente.
Ci si vede in giro per il blog.
Belle Cose.

giovedì 2 agosto 2012

The Toadies - Rattler's Revival



The Toadies sono tornati a pubblicare un nuovo album (il sesto) dopo ben 7 anni dall'ultimo e lo fanno con una nuova label, la Kirtland Records. Il titolo del disco parla chiaro Play.Rock.Music ed è stato registrato in quel di Austin. Questa Rattler’s Revival, sebbene sia presente come traccia n. 1 dell'album suddetto, ve la posto in versione alternativa con la sezione fiati non inclusa in quella ufficiale. Per la serie "le bombe delle sei non fanno male, è solo il giorno che muore", ...    play, rock, music!

martedì 31 luglio 2012

Solos – Carpe Diem



Ma dai! Ma come si fa a resistere a un pezzo così! Ogni 2 minuti la chitarra e la batteria riprendono a martellare i ricettori acustici con la voce scanzonata del cantante che se ne va a spasso seduto sul tappeto volante delle tastiere a rendere ancora più leggero questa bella incursione nel rock già sentito mille volte, ma che prova a cambiar strada non appena può, per confondere le idee di chi ascolta. Queste, per adesso l'eredità in musica lasciata dai SOLOS, recente progetto a firma di Spencer Seim (Hella, The Advantage) e Aaron Ross (anch'esso membro di Hella). E anche se si parla già di Zeppelin che incontrano MGMT, power psych ed etichette appiccicando, lascio agli altri i titoli e mi prendo sta bella canzone. Il disco intero uscirà l'11 settembre e si chiamerà Beast of Both Worlds. Restando (in ascolto) e in trepida attesa, rullino i tamburi..... a voi i SOLOS!

sabato 28 luglio 2012

Giù per il tubo, playlist di luglio

bluesbros

Siamo quasi all'epilogo di quest'altro particolare periodo di lavoro (Baol, sai di che parlo!) e lo stato in cui verso è ben visibile a tutti, Blues Brothers compresi. La loro espressione è inequivocabile e la dice tutta!
Il mese di agosto, (anche) per questo blog, sarà tempo di tirare il fiato. L'Indies Summer Festival, la consueta playlist di fine mese e qualche segnalazione, le cose che proverò a non far mancare. Per il resto (scolasticamente parlando) rimandato a settembre.
Buone cose a tutti.
Gianni.

martedì 24 luglio 2012

BARONESS - Take My Bones Away

L'mp3 lo trovate nella playlist del mese scorso. La canzone è tratta dall'album Yellow & Green.
Corde affilate.


lunedì 23 luglio 2012

(Money) No More Jazz N' Blues - Amy Winehouse - New song

Un chicca jazz del 2001, parte di rarità che (certamente) verranno fuori pian piano dagli archivi di Amy. A un anno di distanza dalla sua morte, avevo deciso di astenermi e non accodarmi alla massa, ma, considerata la novità, lo faccio volentieri. E poi mi sembra un'adeguata maniera di augurare la buona notte.

sabato 21 luglio 2012

WE CAN'T ENJOY OURSELVES - Make A Mess Of Sacred Ground

Make A Mess Of Sacred Ground cover art

... disco estate... o almeno del fine settimana. Solare dal forte stampo Smiths. Davvero niente male. Buon ascolto.

giovedì 19 luglio 2012

Citizen Cope - One Lovely Day



Canzone in attesa. Mattinata che poteva andare bene o male, l'avrei postata comunque per rilassarmi o quale rimedio per alleviare le storture. Tutto sommato è andata bene (bicchiere quasi pieno). Un'amabile giornata. Citizen Cope, dall'album omonimo, appena uscito.



[verse 1]
She won't give in... She won't crack a smile or a grin.
She won't give in, but she sure is different.
It's written in red all in her eyes, there's no disguise.
Well she lost so much until one day

[chorus]
Together we could go..... to where there ain't no more pain,
Together we could fly.... to where there's time for you and I.
Together we could walk to the river, stand with the families,
move to the sound of the band from Atlantis, one lovely day,
One lovely day.... One lovely day, one lovely day.

[verse 2]
She won't let on.... the feelings she got ain't so strong,
She won't let on.... but I'm never gonna leave her alone.
It's written in red all in her eyes, there's no disguise.
Well she lost so much until one day, yeah...

[Chorus x2]
Together we could go..... to where there ain't no more pain,
Together we could fly.... to where there's time for you and I.
Together we could walk to the river, stand with the families,
move to the sound of the band from Atlantis, one lovely day,
One lovely day.... One lovely day, one lovely day.

martedì 17 luglio 2012

Beat Radio – Days Like Diamonds

hard times go, part 2 cover art


Un altro piccolo, grande gioiello. Vero. Mi riesce sempre più difficile trovare di questi tempi un album in grado di ottenere le dovute attenzioni per la durata del disco intero, ma se trovi l'ostrica giusta, becchi anche la perla giusta. I newyorkesi Beat Radio, già usciti nel 2010 con l'album Golden Age (lo streaming è QUI'), hanno tirato fuori l'Ep Hard Times Go, part 2, quale antipasto del disco prossimo a venire (del di cui streaming) ed è un delizioso ritrovato pop di "bassa fedeltà" ma di grande qualità (diciamo un Damien Jurado in stato di grazia). Che incanta, in particolare con la Days Like Diamonds che vi propongo, con la voce dolente del frontman Brian Sendrowits che sa bene quali sono le corde giuste da toccare. Completamente rapito...in modalità repeat. Buon ascolto.






my mind is daylight and broken flowers 
storm clouds and falling silver stars 
i was the wind in abandoned buildings 
watching the sunlight fade alone in my car 
solving my problems with melodies 
lost in the minor keys 
waiting around for something new 
i made my home by the willow tree 
alone in my revery 
but all i could think about was you 

hold on 
i've been dreaming about this day 
we'll be ok 
i know that i'm asking alot of you 
this time i can see where i need to change 
i'm not the same 
let's go 
we are young and our hearts are true 

my mind is longing for days like diamonds 
waiting for weekends underground 
i went back home with the broken records 
somehow i'm always getting lost in the sound 
solving my problems with melodies and lost in the minor keys 
i try not to worry anymore 
down on the boardwalk with hazy eyes 
the band's playing lullabies 
at sunset we walked along the shore 

hold on 
i've been dreaming about this day 
we'll be ok 
i know that i'm asking alot of you 
this time i can see where i need to change 
i'm not the same 
let's go 
we are young and our hearts are true


lunedì 16 luglio 2012

sabato 14 luglio 2012

Do You Ringo?



Stanno spopolando su facebook "Le frasi che avrebbero voluto dire i personaggi famosi". Questa mi ha strappato una bella risata.
Buon week end.



Someone's sleeping
Through a bad dream
Tomorrow it will be over
For the world will soon be waking
To the summer's day

venerdì 13 luglio 2012

The Dirty Nil play Rock and Roll


Summer Mix-Tape cover art


A quest'ora ci vuole qualcosa di forte. 
Download gratuito dell'Ep disponibile fino a settembre.

giovedì 12 luglio 2012

Cody Chesnutt – That's Still Mama

Song Premiere: Cody ChesnuTT - "That's Still Mama"

That's Still Mama è il singolo che anticipa il nuovo album di Cody Chesnutt dal titolo Landing on a Hundred.     
Caldo infernale ... it's FUNKY TIME!




martedì 10 luglio 2012

Snailhouse - Sentimental Gentleman

A Sentimental Companion cover art

A volte bastano poche note scandite dall'arpeggio di una chitarra gentile e una voce appena accennata, per chiudere degnamente la giornata.
firmato, Un Gentiluomo Sentimentale.



sabato 7 luglio 2012

Eddie Vedder - Without you

... non è che bisogna aspettare per forza san valentino ... dedicated to ....


Crescerò quando cresci tu
Fammi allentare un po’ la benda
Volerò quando tu piangi
Solleviamoci da questa frana
Ovunque tu vada
In qualsiasi momento ci separiamo
Continuerò a guarire tutte le cicatrici
Che abbiamo raccolto dall’inizio
Preferisco questo
Piuttosto che vivere senza di te
Per ogni desiderio espresso su una stella
Che se ne va senza risposta nel buio
C’è un sogno che ho fatto su di te
E da lontano, giaccio sveglio
Chiudo gli occhi per scoprire che non sarei lo stesso
Splenderò quando splendi tu
Immagini dipinte nella mia mente
Il sole tramonta su questo oceano
Mai una volta sulla mia devozione
Comunque tu stia
O per quando lontano tu cada
Continuerò a guarire tutte le cicatrici
Che abbiamo raccolto dall’inizio
Preferisco questo
Piuttosto che vivere senza di te
Per ogni desiderio espresso su una stella
Che se ne va senza risposta nel buio
C’è un sogno che ho fatto su di te
E da lontano, giaccio sveglio
Chiudo gli occhi e scopro che non sarei mai lo stesso
Senza te, senza te


[thx to PearJamonLine]

martedì 3 luglio 2012

Corin Tucker Band + Florence and the Machine

Listen: New Track From Corin Tucker of Sleater-Kinney's New Band:

Un paio di novità al femminile. L'anteprima del secondo e nuovo album dell'ex Sleater-Kinney Corin Tucker a due anni, appena, di distanza dal bell'esordio con la Tucker Band. Il nuovo disco si chiamerà Kill My Blues previsto per il 18 settembre. Di ritorno alla riot grrrl, il brano scelto è Ground Hog Day.



Per Florence & the Machine, invece, si tratta solamente del nuovo video, Breaking Down, tratto dall'album dello scorso anno Cerimonials. Buona giornata.

sabato 30 giugno 2012

Giù per il tubo: playlist di giugno.. VAMOS!


Scusate, ma del calcio romantico con cui sono cresciuto, quello delle figurine degli anni '70 e '80 e delle partite sotto casa, mi è rimasta solo la Nazionale. Che mi fa andare, sempre, al di la del calcio scommesse, dei giocatori ultramilionari e di tutto il puttanaio che gira intorno. Non ci credeva nessuno in questa finale e l'unica bandiera appesa nel mio quartiere (non è quello della foto, no, ma mi sarebbe piaciuto), era quella di casa nostra, poi pian pianino ne è spuntata qualche altra. Resto interista, ma la tensione e le emozioni di una partita degli europei o dei mondiali di calcio, così forti, nemmeno i nerazzurri riescono più a trasmettermi. Ve l'ho già detto che sono un sentimentale?
E poi c'è la solita playlist di fine mese per un po' di compagnia sonora di questi giorni e per aggiornare il vostro lettore mp3. Ciao belli, alla prossima.
E, ovviamente, FORZA AZZURRI!!! 
(è ancora presto per tornare a urlare Forza Italia)  

martedì 26 giugno 2012

Impressioni olimpiche (featuring Yellow Ostrich & Plants and Animals)

Sia che si tratti di lavoro o per fare una visita specialistica per i garganici (noi  viestani in particolare che ci troviamo all’estrema punta) abbiamo bisogno di almeno un’ora di strada, per raggiungere la destinazione. Sì, certo, il panorama naturalistico di cui si gode durante il tragitto, soprattutto dei 40 km di curve che si percorrono per raggiungere la retta strada, ha pochi eguali in Italia (sono stato anche in Sardegna e ve lo garantisco), ma quando lo devi fare per necessità e per più volte durante la settimana, della bella cartolina, appena illustrata, rimane ben poco. L’unico sollievo, come sempre, arriva dalla musica e dalla possibilità di ascoltare con molta più calma le novità, nella loro continuità. Il mese scorso, nell’andirivieni da e per l’ospedale di San Giovanni Rotondo, dove il piccolo Lorenzo ha subito un intervento [a proposito di chirurgia, se la cosa può interessarvi, c’era un poster che parlava dei recenti e ottimi risultati che il paziente ottiene (soprattutto in termini di convenienza economica), se invece di usare quotidianamente pannolini, acquista uno sfintere artificiale che costa circa 14.000,00 euro], ho avuto il tempo di riascoltare ancora una volta i 2 album che ormai fanno da colonna sonora ai miei viaggi recenti, ovvero The End of That di Plants & Animals, un bel revival anni ’70 (Stones ed esordio di Richards da solista compreso) e l’esordio de Yellow Ostrich, Strange Land, che non sono riuscito a capire ancora se mi piace oppure no (come quando mangi una pietanza o bevi un vino di cui non riesci a catturare perfettamente il sapore o il retrogusto, e continui, continui, fino a che, capito oppure no, ti sei ingozzato, ergo ubriacato). C’è però, una canzone in questo album, Marathon Runner, che è diventata presto una mia fissazione, sia per la musicalità del brano, che per la strana associazione mentale che ho fatto da subito con il nome della band, ovvero quella di un maratoneta che corre le olimpiadi in un’ostrica gialla. Avuto il pretesto, sterzo bruscamente per andare a parlare della manifestazione dai 5 cerchi, che adoro, così come l’epicità delle gesta, dei record e i momenti di gloria degli atleti, protagonisti (a volte eroi) per pochi giorni. Milioni di atleti di ogni genere sportivo che provano a coronare il loro sogno di una medaglia olimpica, dopo quattro anni di durissimo e anonimo allenamento; e mi riferisco ovviamente (tranne le ovvie eccezioni) a quelle discipline che stanno lontano migliaia di chilometri dai contratti milionari dei professionisti: l’atletica leggera e quella che fu la leggenda Carl Lewis, anche se il mio preferito era Edwin Moses: saltava quegli ostacoli con una classe e una leggerezza al limite dell’effetto red bull: sublime, e i nostri Cova nei 10.000, Sara Simeoni nel salto in alto, la lotta greco/romana con Vincenzo Maenza, il pugilato (Patrizio Oliva, Damiani) il penta/decathlon (mi ricordo di un grandissimo Masala di qualche edizione fa), il tiro al piattello, il nuoto e la scherma, ovvero la nostra riserva di medaglie (adoro soprattutto le finali a squadra, tanto quanto odio la decisiva stoccata finale simultanea, che non ti fa capire subito chi ha vinto), la gara dei tuffi dal trampolino o piattaforma, che quando li vedi in diretta sembrano essere tutti perfetti, mentre alla moviola ne apprezzi anche le brutture, con le “stramaledette”, fortissime cinesi, così perfette che sembrano uscite dal circo di stato cinese. Inarrivabili. E il canottaggio con l’epopea Galeazzi/F.lli Abbagnale?.... con tutto il resta della RAI e il televideo che negli anni in cui la competizione va nei continenti lontano dall’Europa, diventano un fedele alleato per tenersi aggiornati. Tutto questo si rivedrà quest'anno in quel di Londra, con la Nostra portabandiera Valentina Vezzali a tentare di centrare il record id medaglie vinte da un italiano.
   Tornando per un istante alla musica e alla visione del maratoneta che corre nell’ostrica gialla vi confesso che in verità, nel testo, c’è ben poco di olimpico, poiché Marathon Runner parla dei sogni adolescenziali e delle relative disillusioni adulte (alzi la mano chi è sfuggito al cliché).  
Per un totale di: un po' di tutto, un po' di niente. Sotto trovate un paio d'estratti dagli album menzionati. Buon ascolto, buone visioni....
Quando avevo 17 anni dissi ad un mia amica di rinunciare ai suoi sogni. Lei mi odiò ma io sapevo che i sogni erano il meglio di noi e per il resto di noi e non volevo condividerli con nessuno … Sono un maratoneta, le mie gambe sono doloranti, sono ansioso di capire per cosa sto correndo … corro fino a quando non saprò a cosa sto credendo…











lunedì 25 giugno 2012

Firehorse - Machete Gang Holiday



Stesi sul lettino in spiaggia con la canzone dei Firehorse che gira nel lettore mp3, il piedino non potrà fare a meno di andare su e giù col pedale dell'aria. Dall'album And so they ran faster​.​.​., che potete ascoltare tutto a questo SITO. Naive melody...