martedì 30 marzo 2010


Sul fil di lana la playlist di marzo. Questo mese mi è sembrato molto buono il raccolto. A voi l'augurio di un buon ascolto e di un sereno download gratuito, mentre giovedì, non mancate di sintonizzarvi su questo blog per un giochino musicale pasquale: testiamo le conoscenze. Enjoy!





lunedì 29 marzo 2010

Il nascondino secondo PJ HARVEY
A proposito di testi. Questi primi mesi del 2010 non ho ascoltato ancora un cd che mi abbia indutto a schiacciare più volte il tasto repeat del lettore, forse i Shearwater. Guardando, però, il bicchiere con fare ottimistico devo dire che se da un lato la cosa mi frustra, dall’altro mi consente di riprendere i lavori del 2009 che ho messo sul piedistallo e verificarne quanto stiano reggendo all’usura temporale, e di questi tempi e con la qualità che latita alla grande, il rischio di bocciature a posteriori non farebbe gridare allo scandalo. Ma quando c’è di mezzo un disco di PJ Harvey, fortunatamente, ergo soprattutto, grazie alla sua maestria, di rischio se ne corre sempre poco. A Woman a Man Walked By, disco suonato a 4 mani con l’amico John Parish, non si è sottratto alla regola. Suoni e voce che sono sembrati tornare all’abrasività dell’esordio e testi che esplorano l’universo più controverso di Polly Jean, con predilezione per il sentito odio nei confronti del mondo mascolino. Si va così da Black Hearted Love "I think I saw you in the shadows / I move in closer beneath your windows / Who would suspect me of this rapture? / And who but my black hearted love / And who but my black hearted love"  alla traccia/titolo "Prematurely going bald / Any passion long gone cold / But I wanted to explore the / Damp alley ways of his soul / All the times he tried to help / He spit in my face and laughed / That woman-man, I want his fucking ass / I want his fucking ass / I want your fucking ass" passando per Pig Will Not "Shit lovers, this is true love / That we're doing now / Your lover that was before, all broken / Your face all messed up", che insieme a Passionless, Pointless, guarda caso, sono stati censurati e non riportati nel libretto (il nanopresidente giura che stavolta non c’entra niente, lui legge e corregge solo i testi di Apicella e Michele Santoro). L’unica canzone del cd, a distanza di un anno, che non sono riuscito a fare una traduzione diversa da quella letteraria  (forse perché sto cercando a tutti i costi un significato più profondo) è Sixteen, Fifteen, Fourteenerika is watching/daniel is hiding/erika is counting, 16, 15, 14, 13, 12, 11, 10, 9 …. / Erika is coming/The sun is setting the scene/ In the garden it’s starting to rain/ The trees are trembling/ Erika’s repeating, oh oh oh oh ….. /erika is feeling something/ Daniel is hiding/ She’s counting 16, 15, 14, 13, 12, 11, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, …. /The sun is leaving the scene/ It took a look and turned away/ The trees are trembling/ Erika’s repeating, oh oh oh oh ….. /there is no laughter in the garden”. Allora amici miei blogger, io, al di la di una versione indie musicale del Nascondino, non ci sono andato: voi?
PJ Harvey & John Parish - Sixteen, Fifteen, Fourteen


PJ Harvey & John Parish - Black Hearted Love

venerdì 26 marzo 2010

DEATH CAB FOR CUTIE & JAY JAY PISTOLET
Two is megl’ che one!!!

Fine settimana, tempo di bilanci e di pianificazione oltre che di riposo, si spera. Nel frattempo rimettendo a posto le scartoffie riemergono dal fondo della pila di carte due note musicali che a suo tempo avevo annotato con deliziosa sorpresa. Piacevoli entrambi nell’ascolto veloce e spero ancor più interessanti nei tempi a venire con ascolto metodico e ponderato. Si tratta di due EP’s, per cui l’ascolto di due dischi, che portano via il tempo di uno, sarà il giusto invito a non lasciarseli sfuggire l’occasione di un ascolto furtivo, ancor prima che le qualità musicali in essi contenuti. Si tratta di Death Cab for Cutie, band statunitense vicina a certa musica ormai arcinota a provenienza Canada, che fa da sponda per gente come Tegan and Sara , strizzando l’occhio ai soliti che nemmeno cito ma che capirete dall’ascolto del piacevole The Open Door uscito lo scorso anno. A seguire l’altro piacevole ascolto – più recente targato 2010 - che vi propongo va sotto il nome di Jay Jay Pistolet che a dispetto del nome vagamente francese, viene da Hampshire - England -.
Forti le sue corrispondenze con Noah and the Whale, Mumford and Sons e Laura Marling. Il suo EP intitolato Happy Birthday You ci tiene compagnia con le sue tinte calde e soffici vagamente ‘50's.
Buon ascolto e buon fine settimana a tutti.
Giamp

Death Cab For Cutie - A Diamond and a Tether


Jay Jay Pistolet - Bags of Gold

giovedì 25 marzo 2010

VIDEO FANTASIE (pt.2)
Ehm, scusi caro gestore di questo meraviglioso blog mi concederebbe un ulteriore spazio, piccolo piccolo, per poter dedicare questo video a mia figlia più grande che ha una predilezione speciale per tutto ciò che è animazione? Le piacciono molto i video di questo genere e mi dice sempre : "Papà ma questa canzone non ce l'hai ? " Ora come faccio a farle capire che sul mio pc ho solo mp3 e non video?  Allora mi son detto: " chiedo a Gianni se me lo inserisce sul blog così ogniqualvolta lei ne abbia voglia, va e se lo guarda!!!"
E poi devo dire che Sara Lov ha un bella essenza d'animo, sarà stato il suo vagare in giro per il mondo (ha vissuto anche in Italia). Che ne dici? Inoltre sempre se lo spazio permette, le piace anche Fujiya & Miyagi -Collarbone. Un epilogo un po' macabro ma mi è servito a spiegarle alcune cose di come va la vita. Beh poi già che ci sei metti anche White Winter Hymnal dei Fleet Floxes, molto tenebroso (ma l'inverno è così); la faresti molto felice..... Grazie molte e a buon rendere.
Giamp

Sara Lov - Fountain


Fujiya & Miyagi - Collarbone


Fleet Foxes - White Winter Hymnal
VIDEO FANTASIE
Quest'anno sembra che vada per la maggiore, tra le indies band, girare video animati per promuovere le nuove canzoni. Alcuni di quelli segnalati fino a questo momento sono davvero molto belli (Land of Talk) su tutti. Oggi vi segnalo i Quasi, che hanno debuttato con un discreto album, American Gong, una sorta di nuovi Pavement con retrogusto Grandaddy. Le canzoni sono abbastanza tirate ma loro hanno scelto come primo video-estratto dell'album, la ballata che sotto vi posto. Il secondo video arriva direttamente dall'Islanda. Le atmosfere dei Kira Kira, questo il nome della band, non lasciano dubbi sulla loro provenienza e si fanno notare per questo video e questa canzone, Bless, ideale compagna di sonni immaginifici.

Quasi – Laissez Les Bon Temps Rouler


Kura Kira - Bless

mercoledì 24 marzo 2010

Occhio ai Teenage Fanclub
Un paio di ballate da segnalare a rappresentare due nuove uscite previste entrambe per il giorno 8 giugno. La prima proviene dagli States ed appartiene ai Blitzen Trapper, che non conoscevo, e che danno alle stampe (così si diceva una volta) l' LP Destroyer of the Void, preceduto da questo romantico brano intitolato Heaven and Earth che non mancherà di colpire i cuori più deboli.
Blitzen Trapper – Heaven and Earth



Mentre dalla Scozia la novità arriva dai Teenage Fanclub che usciranno con l'album Shadows. E dopo aver ascoltato il singolo Baby Lee credo che sarà un appuntamento da non mancare. Una canzone  davvero molto bella che mi ha ricordato un po' i Traveling Wilburys.

Teenage Fanclub – Baby Lee

A concludere questo video dei Cains & Abels. Canzone che avvolge e che accompagna in maniera egregia il relativo video. Il classico bagno in mare a fine serata estiva, meglio se a luglio, con tanto di tramonto da cartolina. Da queste parti lo conosciamo bene, vero Giamp?!?

Cains & Abels – My Life Is Easy

martedì 23 marzo 2010

NEIL YOUNG - Old Man
Questo video l'ha pubblicato il buon Federico Guglielmi sulla sua bacheca di facebook e ho pensato bene di non farmelo sfuggire. Era una vita che non l'ascoltavo. Stupenda. E non ricordavo nemmeno che Neil, quand'era so Young ... ehm ... cantasse così bene. Però so che a non a tutti i rocker piace cavallo pazzo ... o mi sbaglio?



Old man look at my life,
Twenty four
and there's so much more
Live alone in a paradise
That makes me think of two.
Love lost, such a cost,
Give me things
that don't get lost.
Like a coin that won't get tossed
Rolling home to you.
Old man take a look at my life
I'm a lot like you
I need someone to love me
The whole day through
Ah, one look in my eyes
and you can tell that's true.

lunedì 22 marzo 2010

JONSI Go  [2010]
La storia è questa. Sognavo di passeggiare per una stradina di campagna. Ero appena arrivato ad inoltrarmi in una radura che immetteva in un bosco che già in altre occasioni avevo attraversato, e tutto ad un tratto venni travolto da un mulinello festoso di sonorità e colori come mai mi era capitato Mi chiesi per chi fosse tutta quella festosità e da dove provenissero i suoni e i canti di gioia innalzati alla vita. Suoni che già in altre occasioni avevo ascoltato e che seppure non suonassero nuovi alle mie orecchie, oramai avvezze ad ogni tipo di musicalità, avevano destato in me curiosità. Era come se ad un punto si fossero incontrati in quel bosco delle meraviglie i Dead Can Dance, i Cocteau Twins, i Sigur Ros più pop e da cornice festosa de Le Cirque du Soleil .Ma prima di essere accontentato nella mia curiosità divenni anche io involontariamente parte di quel mulinello, di quel vortice dalla natura immaginifica, dove foglie, chiome di alberi , cespugli e quant’altro nei dintorni venisse coinvolto nella danza e nei suoni. Era come se ad un certo punto tutte le creature del bosco, quelle invisibili ed immaginarie raccontate tante volte da Tolkien prendessero forma per dare vita ad un concerto. Si sa che in certi boschi può accadere che le storie di cui si narra prendano corpo. Si stenta a crederlo, forse, ma dopo aver ascoltato il disco di Jonsi - GO - bisogna ricredersi e lasciare il passo alla fantasticheria e alla purezza d’animo che ci appartiene quando siamo piccoli e che in età adulta mestamente mettiamo da parte per lasciare posto ad una razionalità rabbrividente. Lasciamoci coinvolgere dalla bellezza dei colori raccontati in Go, da questo folletto dalla voce dolce ed armoniosa, da questo suo modo di descriverci la realtà, cosi poco vicina alle leggi della realtà medesima. Percuoti Jonsi, percuoti, la tua valigia impolverata ma piena di sorprese e di leggende. Portaci con te in questo tuo mondo incantato. Narraci di Elfi e di Terre di Mezzo, di Draghi Alati e di piccole creature. Riconduci il nostro animo fino alle porte della fanciullezza e dénudati di ogni sorta di inibizione danzeremo intorno a te in assoluta purezza d’animo riflettendo sul fatto che: “il mondo vola via e va “. Buon ascolto.
Giamp

venerdì 19 marzo 2010

BUON FINE SETTIMANA LAVORATORI
La storia è questa: volevo chiudere la settimana postando qualche novità caduta nella Rete in questi giorni e da me prontamente pescata. Non ultima quella dei Drive by Truckers, da poco usciti con l'album The Big To Do e il singolo Working this Job (veramente nel resto del web la danno per the Fuckin Job, non so perchè). Mi sono ricordato, allora, di aver bozzato un post qualche giorno fa sul secondo video uscito a nome dei Retribution Gospel Choir che si chiama Workin' Hard. E allora mi sono detto: beh, a questo punto perchè non battezzare l'asino (si dice da noi alla contemporanea presenza di tre persone con lo stesso nome) sull'argomenteo del Duro Lavoro?. E così ho fatto riemergere una stupenda Workin too Hard di Southside Johnny che duetta, come nel bellissimo album, Better Days, con Jon Bon Jovi. Le prime due canzoni che ascolterete, seppur discrete e sul genere del rock più tradizionale, non raggiungono l'asso piglia tutto del Johnny sudista. Si suda, si suda, si suda. Tra poco stacco e chiudo tutto. Anche per me è finita un'altra settimana di duro lavoro. Ma stavolta con un sorriso in più.

DRIVE BY TRUCKERS - Working This Job


RETRIBUTION GOSPEL CHOIR - Workin' Hard


SOUTHSIDE JOHNNY w/JON BON JOVI - I've Been Working Too Hard
THE STOOGES tra i grandi di sempre
5 minuti per presentare e ricordare un altro pezzo di storia della musica e altri 5 per riascoltare gli Stooges suonare e cantare I Wanna Be Your Dog. Un "entusiasta" Iguana con tanto di medio alzato, che ha passato i 50, non rinuncia a cantare mezzo nudo. Sta cosa della Rock'n'Roll Hall of Fame mi ha sempre dato l'impressione di una sorta di museo delle cere delle rockstar (già me li vedo all'uscita dare il loro stampo per la statua). Ci sono anche i prezzemolini Pearl Jam che si divertono a ballare.
"the simbolize of the distruciotn of flower power and the introdution to the raw power"
Lunga vita al rock'n'roll.

mercoledì 17 marzo 2010


Vi segnalo un'iniziativa del sito www.musicforaction.org volta a sensibilizzare le persone, una volta di più, al problema dei cambiamenti climatici. Il sito mette a disposizione la possibilità di scaricare gratuitamente una compilation tratta dal meglio delle esibizioni live del Bonnaroo festival di questi anni. E i nomi noti non mancano: Gov't Mule, The Decemberists, Ani Di Franco, Dave Matthews Band, Pearl Jam, Phish, Jack Johnson e altre belle presenze. Il sito richiede la registrazione per i soli residenti statunitensi, ma una volta inserita la mail potrete scaricare ugualmente, previo un codice che viene rilasciato immediatamente. Buon ascolto.

Decemberists - The Wanting

Dave Matthew Band - Rapunzel

Gov't Mule - Banks of the Deep

Phish - Kill Devil Falls

martedì 16 marzo 2010

MICAH SCHNABEL

When the Stage Light Goes Dim

Hi, my name's Micah Schnabel from Colombous, Ohio, and i've got some stories to tell ...




Throwing Rocks at the Sun
Cut Me, Mick
ANGUS & JULIA STONE
versus
WHITE   STRIPES
(ci sono fratelli e fratelli)

L'ascolto della tornata quindicinale delle novità in streaming offerta dal sito http://www.spinner.com/, mi ha dato modo di conoscerne una, molto interessante da segnalare, che si pone nel nuovo filone romatico e ben confezionato da duetti familiari. Lo scorso anno c'è stato quello stupendo dei The Swell Season. Adesso questo, a nome dei fratelli Angus & Julia Stone from Australia of course. Un album Down the Way, fatto di 13 belle canzoni che trovano la massima espressione in Black Crow (video), Yellow Brick Road e Draw Your Swords. Disco ideale per accogliere l'arrivo (mai tanto atteso come quest'anno) della primavera. Invero, una strana conicidenza questa dei consanguinei Stone, concomitante con l'uscita del live di altri due fratelli e certamente più famosi, ovvero i White Stripes che lo stesso sito, di cui vi parlavo, ne ha inserito il concerto. Nemmeno a farlo apposta, l'amico Giamp,qualche giorno fa, mi aveva inviato la mail da postare sui fratellini "Stricia" (che trovate subito dopo il video degli Stone), fornendomi così (come fa magnificamente da una vita) l'assist per parlare di entrambe le novità.
Angus and Julia Stone - Black Crow


... WHITE STRIPES - Under Great White Northern Lights
Jack White per colazione, Jack White per pranzo, Jack White a merenda, Jack White per cena. Insomma Jack White in tutte le salse. Passati gli ultimi due anni a coltivare progetti paralleli (The Racounters, Dead Weather) mi accorgo di sfuggita di intravedere, ma più che altro sentire la sua voce che duetta con Alicia Keys .... una simbiosi a quel che si vede che non avremmo voluto vedere. Infiocchettato a dovere e dismessi i panni del duro e bastardo del Punk - Rock ci sorbiamo Another way to Die. Colonna sonora di Quantum of Solace ovvero la saga interminabile degli 007. Se non altro questo cofanetto di cui vi segnalo l'uscita fa tirare un sospiro di sollievo ai fans più ribelli. Il cofanetto in questione vede Jack White ritornare al suo vecchio amore e cioè i White Stripes che collocano in stampa: Under Great White Northern Lights. Un box-set che include un DVD del documentario, un DVD del live con cui la band ha celebrato i dieci anni di attività, il CD dello show e la versione in vinile da 180 grammi.  Un 7" sempre in vinile con tracce dal vivo (con "Icky Thump" e "The Wheels on the Bus"), un libro di 208 pagine con foto del tour scattate da Autumn de Wilde e un'introduzione del regista Jim Jarmusch. E, infine, un poster di Rob Jones. Fiuuuuuuuuuuuuuuu !!!!!!!!!!!! Pensate, il tutto alla modica cifra di 121 euro circa. Credevo peggio!!!!!
Giamp

lunedì 15 marzo 2010

MIDLAKE - The Courage of the Others

I Midlake hanno dimostrato in precedenza di non volersi soffermare sugli stessi scenari per più di un attimo. Band che con il primo disco ha pagato tributo, più di ogni altra, ai Radiohed tanto da guadagnarsi l’appellativo, cosi come per altre formazioni, di band clone dei maghi dell’oxfordshire. E loro, subito pronti nel secondo disco (texani caparbi eh!!!) ci smentiscono con una prova d’orgoglio e mettono a segno brani della densità emotiva di Roscoe, Head Home, Branches per citarne alcuni. Ma non volevano solamente stupirci e nel terzo disco (che ho pazientemente ascoltato nel week end pena la fustigazione per aver proferito “maleparole” dinanzi alla Suprema Corte), cambiano direzione proprio a conferma di non voler sottostare a nessuna condizione di trionfo e forse inconsapevolmente affiora la volontà di voler ricercare una maturità che metta definitivamente a tacere le dicerie e che gli renda giustizia per i troppi, tanti paragoni, rischiando anche il fallimento del progetto. The Courage of the Others non è disco facile al primo ascolto, non cattura l’orecchio più superficiale. Non sbalordisce cosi come fece Trials of Van Occupanter (che pagò dazio a certa musica americana - Fleetwood Mac in primis -). Anzi, l’eccesso di linearità e compattezza delle melodie spazientisce. Richiede pertanto, di soffermarsi, di addentrarsi nelle maglie di melodie ripetitive, portanti, stratificate. Percorsi che volgono al tramonto, romanticamente e al contempo preoccupante. Diversamente di come invece “albeggia” dalle parti di Andrew Bird, Fleet Foxes, Beach House. Qui la paura ed una fragilità interiore, emergono dal passato e non mi pare ci sia possibilità che vengano sgomberate da un raggio di sole. Brani portanti nel disco: Winter Dies, sintomo di una intima fragilità, Fortune per la sua differente produzione ma soprattutto perché unico momento del disco a regalare pacatamente armonia, Childrens of the Ground impreziosita da chitarra elettrica qui ricamata ad arte. Mi piace dunque pensare ai Midlake non come avviene abitualmente, giro di boa, cambio di produzione e balle varie. Mi piace pensare a loro (e ai loro lavori) così come se fossero tre anime che convivono ognuna a suo modo attraente. Tre anime, parti di un percorso introspettivo che mette Tim Smith di fronte agli spigoli arcaici della vita e lui con quella sua voce ci regala passaggi emotivi e amabili che ricoprono il ruolo di cerniera tra il mondo esterno e la tumultuosità interiore. L’interrogativo è d’obbligo: chissà se il coraggio è davvero solo degli altri? Buon ascolto.
Giamp


venerdì 12 marzo 2010

PAUL WELLER
Live at Finsbury Park, London - June 6, 1996

Una pigra domenica pomeriggio. Così recita la copertina di questo bellissimo live di Paul Weller del 1996. Personalmente, pur apprezzando e riconoscendo il valore artistico dell'ex Jam e Style Council, non riesce nell'impresa di farmi tremare eccessivamente i polsi, tranne quando esegue Wild Wood: lì mi trasformo in stato gassoso. Un concerto tenuto a Londra nel periodo migliore della sua carriera solistica e subito dopo l'uscita di Stanley Road del 1995 che arrivò al primo post delle classifiche inglesi. E così anche voi, se volete trasformare questo week end, in un pigro week end, basterà alzare il volume e godere dello spettacolo.
Enjoy!
[track list]
01 - Changing Man - 02 - Walk on Gilded Splinters - 03 - Out of the Sinking - 04 - Hung Up - 05 - Sunflower - 06 - Broken Stones - 07 - Fly on the Wall - 08 - Wild Wood - 09 - Tales From the Riverbank - 10 - Foot of the Mountain - 11 - You do Something to Me - 12 - Can You Heal Us Holy Man - 13 - Woodcutter Son - 14 - Whirlpools End

giovedì 11 marzo 2010

Sebastien Tellier – Record Makers Promo

(anatomia del sogno maschile)

Se questo video fosse durato 48 ore avrei saputo cosa fare questo week end ...
CHARLOTTE GAINSBOURG - I.R.M.
(La deformazione professionale è una brutta bestia)

Deludente non lo è di certo, estremamente sorprendente di sicuro Beck nel suo trasporre ironicamente storie e vissuti della società contemporanea, perso come è nei fumi degli acidi assunti, non delude e giammai risulta ridondante per la capacità di proporsi anche sotto mentite spoglie. Non ultima la sorpresa di trovarlo dietro le quinte (si fa per dire!!!) del generoso disco di Charlotte Gainsbourg, IRM (acronimo che significa Risonanza Magnetica). Il lavoro, dunque, altro non è che la trasposizione di una storia vera accaduta alla Gainsbourg, In poche parole lei ha potuto raccontarla (la sua storia), perché era giunta ad un passo dal non poterlo fare dato che è stata vittima di un incidente che l’ha portata a rimanere in stato di coma e a fare tutto il percorso di recupero in riabilitazione, ma ancor prima a percepire tutte le sensazioni dietro quel vetro appannato che è il coma (che modestamente, dato il lavoro che svolgo, credo di conoscere nei dettagli - maledetta deformazione professionale -). Di questo ci racconta con la sua voce monocorde, che nulla ha da invidiare alle sue rivali francesi (anch’esse monocordi), ma capace al tempo stesso di raccontare, con adeguato pathos, quello che le sta a cuore. Eppoi la Gainsbourg già si era ben fatta notare con il precedente 5.55 che anche all’epoca vedeva la complicità di un indiscusso Jarvis Cocker. Mai più azzeccato fu il detto “il lupo perde il pelo ma non il vizio” dato che anche la mamma Jane Birkin da sempre si fa scrivere i suoi dischi . Ma possiamo perdonarglielo visto il risultato soddisfacente.
Giamp

mercoledì 10 marzo 2010

White Hinterland – Amsterdam
... goodnight dreamers ...

Who have Killed the Rock Star Myth???
Ovvero cronaca annunciata della morte del divismo rock.

Pochi giorni fa su The Guardian (esattamente sul blog musicale legato ad esso) appariva una notizia che gettava un ombra di dubbio, come spesso accade, sulla evenienza che Internet sia stato il complice perfetto per un delitto altrettanto perfetto, ovvero: l’uccisione del Mito della Rockstar. Un lato negativo quello attribuito da Tom Meighan al Web, che sembra essere stato il vero responsabile della fine del ”divismo” all’interno del Rock star sistem. Un po’ come 30 anni fa’ le colpe per la morte della Radio furono addossate all’incedere dei Video come nuova forma di comunicazione musicale. A detta del cantante dei Kasabian, l’eccessivo voyeurismo che internet ha portato nella vita di artisti del panorama musicale, ha fatto si che oggi gli stessi siano stati minati in termini di perdita di prestigio, mistero e valore grazie a molte, troppe notizie divulgate alla velocità della “rete”. Giudizio a mio parere eccessivo e spietato proprio perché i filtri e gli sbarramenti che internet (ma aggiungerei certa stampa e Tv) è riuscito ad abbattere hanno contribuito, e non poco, alla concretizzazione di artisti dotati di “carisma” di differente natura i quali difficilmente sarebbero emersi dal pantano in cui le case discografiche li hanno relegati. Casomai è indubbia la possibilità che invece internet abbia svolto un ruolo fondamentale in senso di promozione del personaggio ancor prima che del prodotto che mediamente non supera la sufficienza in termini di qualità con conseguente caduta di cassa delle case discografiche. Ad ogni modo tornando al nocciolo della questione i paragoni col passato si sprecano. Si pensi ad esempio al Bowie personaggio trasgressivo e di rottura: non è del resto lo stesso Bowie passato indenne all’avvento della rete? Questo a conferma che chi è un valido artista non teme l’aggiunta di morbosità sulla sua pelle. O ancora Sting il quale attraverso i “pettegolezzi” della rete mantiene vivo il mito che è in Lui sin dai tempi dei Police. E così via discorrendo. A me in definitiva ciò che attesta il leader dei Kasabian mi calza quindi molto stretto, seppure un minimo sia da condividere. Come non potrei dato che in verde età attendevo trepidante notizie su Clapton o Marley, scovavo particolari sulla trasgressività di Lou Reed o ancora le attese a Dublino con la speranza di incontrare Bono e compagni e potergli spillare un autografo. Personaggi che pure si lasciavano avvicinare dai mezzi di informazione che per l’epoca a cui ci riferiamo potevano essere l’internet di oggi. E poi il resto lo faceva il passaparola. Forse l’irritazione di Meighan sta nel fatto che teme di suscitare poco clamore in quanto personaggio omologato e commerciale e non in grado essere cercato per quel plusvalore insito nella rockstar. Il caro Tom (che pure stimo per il primo disco) deve rassegnarsi e comprendere che il pubblico è cresciuto che non ci si lascia più tanto abbindolare da falsi miti costruiti in laboratorio e dovrà ammettere che di miti veri, personaggi di cui poter narrare le gesta, le idee, con o senza internet, se devono nascere beh….. bisognerà aspettare un bel po’.
Giamp

lunedì 8 marzo 2010

BLACK REBEL MOTORCYCLE CLUB
Beat the Devil's Tattoo [2010]
Mettiamola così riguardo il nuovo lavoro di BRMC. Hanno capito i loro errori. Ed essendo affezionati al genere decidono di riprendere la via maestra. Non si spostano di un millimetro dal loro antico modo di concepire il RnR. E a noi tutto sommato non crea fastidio sentire gli echi roboanti delle loro chitarre infuocate che tornano a farci tremare. Questo in sintesi il disco che tra l’altro viene dopo aver sentito (sigh!!! ) la loro mancanza perché in effetti The Effect 333 a me non è parso un disco dei BRMC. Alieno come era da ciò che eravamo abituati ad ascoltare dai loro amplificatori vintage. Passata quindi l’orda pseudo sperimentale avevamo bisogno di conferme. E questo è quanto aspettavamo da loro.Nient’altro che una saa ostinazione a fare i BRMC. Puro RnR a provenienza abisso. Lava e tizzoni ardenti su cui camminare senza sentire alcun male, ruggiti di belve ansimanti tenute al guinzaglio che cercano di brandire la loro pelle e loro a colpi di distorsore le rimandano giu, giu e ancora più giu’ dove cerbero risiede!!!!! Nessuna decisione di cambiare orizzonte quindi ma solo di farsi immolare per nome e per conto del dio RnR. Nemmeno la pretesa di collocarlo tra i più bei lavori a marchio BRMC, ma la domanda era: "Whatever happen to my rnr?" La risposta non può che essere : “Here lies again RnR”……………… Ben tornati Guys.
Giamp

venerdì 5 marzo 2010

Paolo Benvegnù e la prima comunione
Da più di due mesi mio figlio, che è in terza elementare, si rifiuta di frequentare il catechismo e la messa e ha detto chiaramente che, il prossimo anno, non intende fare la prima comunione. La reazione della catechista non si è fatta attendere. Mi ha contattata telefonicamente per chiedermi il perché di queste assenze e dicendomi che il bambino si stava perdendo parecchie lezioni (!!!). Quando le ho comunicato le intenzioni di mio figlio ha lasciato intendere che forse era il caso di obbligarlo a partecipare almeno ad un’altra lezione e che poi ci avrebbero pensato loro a capire cosa gli stava succedendo e a convincerlo a riprendere la frequenza. A questo punto le ho spiegato che Lorenzo è un bambino molto testardo e che obbligarlo, a fare qualcosa, è l’atteggiamento più controproducente da assumere con lui, tanto che per tastare la sua reale insofferenza nei confronti del catechismo, come estremo tentativo, gli abbiamo fatto presente che niente comunione uguale niente regali (argomento che di solito con gli altri bambini funziona alla grande, ma evidentemente non con lui) e che, vista la sua ostinazione, non voglio che diventi una specie di soldatino costretto a percorrere tappe obbligate. A questo punto mi aspettavo l’intervento diretto del parroco, ma per ora sembra che la questione sia finita qui. Non so l’anno prossimo cosa succederà, certo se Lorenzo continuerà ad essere di questa idea, io non lo forzerò a fare qualcosa che non sente dentro di sé. In un paesello piccolo come il nostro chissà che scandalo ne verrebbe fuori! Fortuna che non si usa più bruciare le streghe sul rogo, altrimenti c’è ne sarebbe di sicuro uno con il mio nome! A parte gli scherzi, credo che mio figlio abbia la fortuna di vivere in una famiglia sana, con genitori che lo seguono e gli dimostrano amore quotidianamente, è un bambino generoso e benvoluto, non penso che frequentare o meno la chiesa possa davvero togliergli o aggiungergli qualcosa. Del resto nonostante sia io che Gianni abbiamo preso tutti i sacramenti previsti (ci manca solo l’estrema unzione che non so se riceveremo mai , visto che preferiremmo andarcene poeticamente con tanto di ceneri sparse al vento), restiamo molto tiepidi nei confronti della chiesa, soprattutto dopo aver letto di vescovi che fanno messe differenziate tra quelli regolarmente sposati e quelli che “ vivono nel peccato “ , o di cardinali che affermano che i gay e i transessuali sono dei malati che non avranno il regno dei cieli. Questo mi fa venire in mente il film “ La vita è bella “, dove, da un giorno all’altro sulle porte dei negozi apparivano i cartelli “ vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei”. Chissà se anche sulle porte delle chiese spunteranno divieti per le coppie irregolari e per gli omosessuali! Comunque, tornando a mio figlio, non voglio che diventi uno che prega Dio ma preferisce Giuda e muore senza vivere, ma voglio che cresca libero e onesto e, che, se e quando sentirà il bisogno di avvicinarsi alla fede lo faccia in piena coscienza. Amen ...
Elvira
Paolo Benvegnù - Io e il mio amore
THE MORNING BENDERS - Excuses

Si chiama Big Echo il nuovo album dei The Morning Benders in uscita il 9/3. Il brano di apertura si chiama Excuses, in libero download sul loro sito e/o myspace. La canzone, profumatamente natalizia, è davvero carina e con una melodia pericolosamente appiccicosa, mentre il video ne narra la sua esecuzione live in compagnia di alcuni amici quali Christopher Owens dei Girls e John Vanderslice. In attesa di ascoltare l'intero lavoro mi faccio traghettare volentieri alla prossima settimana scivolando dolcemente in loro compagnia. Bye.

giovedì 4 marzo 2010

The Very Best/The xx/Florence and the MachineYou’ve Got The Love

Il remix di You've Got the Love (canzone dei Florence & The Machine) degli XX remixato a sua volta dai The Best ... senza falsa modestia ovviamente.
PRIMAL SCREAM - Rocks (Live From Abbey Road)
Lo so, lo so, per i puristi  Screamadelica E' l'Album da tenere dei Primal Scream, ma un singolo così non lo hanno più scritto, prurtroppo.

mercoledì 3 marzo 2010

FANFARLO - Reservoir
Cosaaaaaaaaaaaa??? Non ancora abbiamo detto nulla sui Fanfarlo in questo blog !!!! Vabbè credo di essere in tempo visto che non è trascorso molto tempo dall’inizio del 2010 seppure a questo punto non credo aggiungerò nulla di nuovo se non la possibilità di riascoltarlo ancora. L’ascolto del disco regala quel senso di svago necessario in certi momenti della giornata. Primo brano I’m a Pilot: andamento burlesco, scanzonato un po’ come se in scena entrasse una sorta di Armata Brancaleone scalcagnata ed irriguardosa. Eppure non è che provengano da terre sudamericane, anzi……Ma dai? Sì, proprio così, avete capito benissimo, vengono da Londra che di certo non passa per siffatto tipo di musica. Eppoi: ‘stiqatsi (o mekolijoni) dinanzi alla sfrontatezza di rifutare produzioni osannate e dirigersi nell’assoluta autonomia ( argine ciò all’appiattimento di stile) garantendo un disco che magari non saprà di NextBigThing ma ci è andato comunque molto vicino. E poi sarà anche il nome Fanfarlo che mi ha incuriosito (scelto da una novella di Baudelaire -La Fanfarlo- une danseuse aussi bete que belle). Ma non vi ho ancora svelato un altro piccolo segreto. Come? No, non ci credo !!! Si, si hai capito benissimo, lui è svedese trapiantato a Londra, tant’è che con ‘sta confusione di geografie musicali uno non può minimamente azzardare ipotesi. E vabbè, lo so che sa di dejà ecoutè - Clap Your hand Say Yeah ( ma no, non dicevo di farlo alludevo ad una delle possibili variabili ) Arcade Fire ( ancora loro a dominare!!! ) Okkerville River ( che sempre da quei paraggi si va a parare!!) Beirut ( e vi pare poco!!!) The Cure ( quelli più sorridenti). A me inoltre ricordano poi una certa affinità con i Talking Heads di Little Creatures, sarà quel modo di cantare di Simon Balthazar leader della band. Ah non ci credete? Ascoltate Finish Line e vi ricrederete. Altri brani che non possono non essere fonte di rimandi sono: Comets ( il momento più avvolgente) Fire Escape ( CYHSY a tutto spiano) -Drowning man ( sentori wave). Ma vi posso garantire che il registro di questa formazione è tutt’altro che un copia e incolla. Insomma brani che si attaccano all’epidermide in men che non si dica e vi trascinano giù senza lasciarvi il tempo di realizzare che siete al centro di una contaminazione musicale che ha annullato tutti i confini spazio/temporali. Di fronte ad un Tendone Circense tutti per una volta ci siamo fermati attratti da cosa all’interno potesse celarsi. Venghino siori e siori lo spettacolo continua……
Giamp

martedì 2 marzo 2010

MOSE ALLISON - Mississippi in ascolto

A volte faccio un piccolo esercizio che mi da molte soddisfazioni ed è quello di spegnere tutte le luci, anzi ne lascio una di quelle che ne fanno molto poca. Poi chiudo gli occhi e immagino di stare seduto su una di quelle poltrone spente e sfibrate che si vedono sul davanzale delle case più povere di New Orleans con una radio sintonizzata su di una stazione che trasmette solo il blues del Delta, quello che tanto sa far bene anche Dr. John. Bene, questa nuova canzone, invece, è frutto dell'arte di un altro vecchio, nato sulle sponde del Mississippi e che sa far bene certa musica, Mose Allison, il quale a 83 anni ha tirato fuori un nuovo album, di imminente uscita, intitolato The Way of the World e prodotto da Joe Henry. Di non solo rock si vive (il 99% delle volte sì però).
Mose Allison - My Brain
AVA (come) Love [2010]  
Uscito il giorno di S. Valentino (dato il tema trattato non potevano fare diversamente !!!!) il loro terzo disco chiamato Love sarà affiancato da un omonimo film su amore e speranza ( ma pensa te!!!). Si tratta degli Angels and Airways o se preferite AVA. AVA acronimo che a molti potrà sembrare il nome di una nota marca di detersivi in voga negli anni ’70, ma nulla hanno a che vedere con pulizia, intendo dire in termini di sonorità. Non mi pare infatti che ci siano presupposti che lascino intendere odore di bucato. Il progetto grafico confonde ancor di più l’ascoltatore che si ritrova tra le mani la copertina. Sembrerebbe più adatto ad una pubblicità per una compagnia aerea. Ma poi alla fine ci si rende conto che DeLonge voleva rendere omaggio a sua figlia. Beh da qualsivoglia punto di vista lo si guardi altro non è che un tentativo di rimettere in sesto alcuni noti nomi del parterre rock.punk anni ‘90. Non ho mai nutrito simpatie particolari per le band di appartenenza, ma stando alle classifiche devo ammettere che di numeri sono indubbiamente esperti. Per la musica ed il loro approccio alle 7 note (12 con annessi e connessi) ognuno ha i suoi gusti si diceva in una conversazione. Il nome di Tom DeLonge su tutti, già Blink 182 monta su questo progetto e chiama all’appello Atom Willard (ex Offspring) Matt Watcher (ex 30 second to Mars) e giusto come filler David Kennedy di cui non ho notizie più dettagliate del suo recente passato. Da un primo ed istintivo ascolto ancora non trovo nulla che me ne lasci innamorare (spunti alla Muse ma molto radicati al passato dei membri) però magari a qualcuno potrà fare piacere sentirne parlare; e non ultimo da lodare, se non altro, per il progetto intero che prevede anche un film, il quale, a detta di molti, li porterebbe ad imitare certa filmografia del settore (The Wall su tutti).
Giamp

lunedì 1 marzo 2010

NO AGE nello spazio
Un cortometraggio space-thriller diretto da Todd Cole in cui l’attrice sembra essere fuggita da Matrix e il suo vestito fatto a brandelli dalla velocità di trasposizione da un mondo parallelo all’altro. I No Age, band noise losancheliana che ha ottenuto un lusinghiero riscontro nel 2008 con l'album Nouns, contribuiscono a creare l’atmosfera del corto ancora più inquietante. Su questo SITO ne potrete godere appieno con la visione a schermo largo. Mentre, per chi volesse conoscere i  No Age, vi posto qui sotto un estratto dell'album su menzionato. Buona visone e buon ascolto.