lunedì 30 marzo 2009

TV ON THE RADIO - Dear Science
TV on the Radio, più che una band sono un fenomeno generazionale così come lo furono i Beatles o i Nirvana nei rispettivi periodi storici, densi di free - wheeling per i primi e di apatia sociale per i secondi.
Nati musicalmente in quel di NY, fucina di stili tra i più disparati, catalizzatore di influenze culturali, con un collettivo che ruota attorno a tre anime eclettiche, con i piedi ben piantati nella scena musicale newyorkese.
Il loro modo di dipingere il mondo, claustrofobico, ansiogeno, ci pone di fronte ad un mondo che inevitabilmente è soprafatto dall’era della iperstimolazione tecnologica.
Nessun allarme per carità, ma la tecnologia ha reso di certo il mondo più piccolo, maggiormente complesso e fondamentalmente, solubile.
Dear Science è inevitabilmente un disco funky ed arrabbiato capace di miscelare musica bianca e musica nera in una maniera che un po’ mi fa vergognare di usare tali definizioni.
La loro consapevolezza politica, ed il fatto che la confusione e l’essere irrequieto, il mondo in cui vivono, non può di certo evitare la contaminazione del loro suono che diviene appunto maggiormente esposto a infestazioni ( Soniche ) al limite dell’art-rock ( così come già Bowie ci ha insegnato ) con tutte le sue miriadi di influenze-post-punk, jazz,funk,trip/hop.
Orfani del cinismo dei Devo, parenti meno intellettuali dei Talking Heads, figli di Prince privo di sensualità , e “udite udite” eredi americani della genialità dei Radiohead.
Apro parentesi. Se la memoria non mi inganna nel 2002 un disco a nome TV on the Radio chiamato OK Calculator altro non fu che un album tributo ai Radiohead - palesi i richiami ai maestri dell’ Oxfordshire. Chiudo parentesi.
Ma sono certo che potete scatenarvi e fare analogie con molti altri.
Provate ad ascoltare Dancing Choose e il cambio di ritmo a metà esatta del brano. Nulla in contrario se paragono il cantato a It’s the end of the world dei REM?
E ancora la capacità di spezzare in due un brano come Shout me out: sole che sorge. Un po’ come avveniva al minuto e 54 di 2+2=5 (alias The Lukewarm) dei Radiohead, una esplosione di luce impossibile da guardare ad occhi nudi!!!
Dear Brian Eno, Before and After TV on the Radio sono sicuro continueranno a suonare le loro drum machine, i loro piani analogici cosi da rendere suggestivi ed efficaci le loro canzoni, ma sono ugualmente certo che non ci annoieremo.
Giamp

TV On The Radio - Dancing Choose

venerdì 27 marzo 2009

A RITMO DI NINJA

Dunque è uscito questo nuovo progetto a firma di Nine Inch Nails, Jane's Addiction e Street Sweeper (la nuova band dell'ex Rage Against The Machine, Tom Morello), che andranno in tour quest'estate. per saperne di più sono andato sul loro sito http://www.ninja2009.com/, dal quale è possibile scaricare questo ep gratis con 6 canzoni nuove nuove. Ma il motivo di questo post è fondamentalmente un altro, ovvero, che in basso a sinistra, del sito medesimo sono state inserite un bel po' di brani dei gruppi "Ninja", sia per fare conoscenza che per rinfrescarne la memoria. In particolare la prima canzone, Stop dei Jane's Addiction, che era anche la prima di una cassetta mista che ascoltavo agli inizi degli anni '90, nella mia mitica Fiat Ritmo 60L. Dentro c'erano anche i Dinosaur Jr (get me), Body Count (kkk bitch), Pearl Jam (state of love and trust e breathe), Screaming Trees (nearly lost you ), Mother Love Bone (chrown of thorne), Alice in Chains (would). Queste quelle che mi ricordo. Ancora più nello specifico, Stop non era caso la prima del nastro, no. L'avevo messa a posta per via di quel suo intro in spagnolo che precedeva l'attacco di chitarra della canzone e che mi faceva saltare letteralmente in aria. E VAAAIIIIIII!!!!!
"Senores y senoras, nosotros tenemos mas influencia con sus hijos que tu tiene. Pero los... queremos. Creado y regalo de Los Angeles: Juana’s Addiccion!"



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Jane's Addiction - Stop

giovedì 26 marzo 2009

AFTERHOURS a Sanremo

L’effetto Sanremese c’è stato, invidia o meno, la presenza degli Afterhours sul palco dell’Ariston ha generato in ordine sparso ( così come era prevedibile ) diverse voci.
Gli indignati, coloro i quali “potevo andarci anche io” e così via scorrendo.
E’ vero si che negli anni abbiamo visto anche Bluevertigo, Tiromancino e Subsonica.
Sorprende poi che tale presenza, sia stata avallata da (venghino, siori e siore) P. Bonolis (reo confesso di aver cercato anche Pearl Jam e S. Penn in odore di Oscar).
Cosa fare quindi: scagionarli ed incriminarli? Dichiararli colpevoli senza pietà alcuna infliggendogli una pena?
Il brano peraltro è in linea con il loro stile, l’ impatto è stato positivo - se non altro sono stati fedeli alla linea (come direbbero i CCCP) - essendo molto poco "sanremizzato". E visto l’ultimo deludente lavoro non si puo’ che plaudere!!! Inoltre i tempi per un lavoro in studio non erano maturi, da qui la scelta (opinabile ) di presenziare Sanremo e arrivare alla corte di Bonolis.
La critica ha fatto il suo ruolo in ogni senso, anche nel premiarli con “La targa Mia Martini”.
Saranno queste le soddisfazioni a cui ambivano Manuel & Co. Oppure dobbiano suggerire ai Ns. di iscriversi ad Amici??

Giamp

Afterhours - ballata per la mia piccola iena

martedì 24 marzo 2009

EUGENE McGUINNESS

Meno male che la musica non scade come lo yogurt. Quest’anno avrei dovuto rinunciare sia ai Wintersleep che all’artista di cui appresso. Purtroppo ho temporeggiato un po’ troppo prima dell’ascolto dell’album omonimo di Eugene McGuinness, uscito nel 2008. Ma è successo perché nell’inconscio il cognome mi rimandava troppo alla birra più buona del mondo (almeno per me), ed ero convinto che ne avrei ascoltato una sorta di Shane MacGowan (leader dei Pogues), con musica tipica irlandese o giù di lì. Poi, in un momento preciso di un giorno qualsiasi, mentre navigavo in rete nel mare calmo del sito di Cat Power, mi si apre all’improvviso il myspace del nostro, che mi costringe all’ascolto del singolo Fonz. Devo dire che il fine ultimo del sequestro mediatico è pienamente riuscito al punto che, ad oggi, tutti i miei (pre)concetti sono andati (per usare un’esclamazione tipica di Camilleri/Montalbano) a “scatafottere”. Musicalmente si sente che anche McGuinness, come tanti suoi contemporanei novizi della musica, ha messo su disco i frutti di una vita, fin qui, spesa ad ascoltare la musica per tramite dei propri genitori. Siamo dalle parti dei Kinks e dei Beatles, ma è giusto per dare un’indicazione di massima, visto che la sua musica viaggia! Sì proprio così. Non so se avete presente il primo film della saga Ritorno al Futuro di Zemeckis: c’è una scena dove il giovane Marty McFly, durante una serata musicale, sale sul palco e si mette a cantare il “ballabile” Johnny B. Goode di Chuck Berry (all’epoca non ancora scritta), lasciandosi andare all’assolo finale di chitarra elettrica e sbalordendo gli astanti. Beh, se il giovane McGuinness si trovasse nello stesso periodo storico (anni '50) e suonasse la sua musica indurrebbe la gente allo stesso tipo di reazione, ne sono certo. Lo so che siamo nel XXI secolo ma mi diverte questa idea di questo giovane sbarbatello inglese che irrompe negli anni ’50 e si mette a suonare la chitarra come i Violent Femmes. Non che tutto l’album sia memorabile, ben inteso, ma le credenziali per un futuro luminoso ci sono tutte, e il trittico iniziale Rings Around Rosa, Fonz e la romanticissima Wendy Wonders è un biglietto da visita a caratteri cubitali. Il resto dell’album scivola piacevolmente sempre con questo pop dal delizioso gusto retrò in sottofondo. Altre canzoni da segnalare Those Old Black and White Movies Were True, Nightshift, Not So Academic e la conclusiva God In Space (un bel lento tipo fine serata da ballo studentesco). Un disco che capita a proposito di questo inizio di primavera, che rifiorisce ogni anno insieme al suo sbocciare di piacevoli sensazioni quotidiane. The latest pop sensation.
Gianni Ragno

Eugene McGuinness - Fonz


Marty McFly - Johnny B. Goode (Back To The Future)

venerdì 20 marzo 2009

JACK WHITE, uno e trino
Alison Mosshart dei the kills, voce, Jack Lawrence dei raconteurs al basso, Dean Fertita dei Queens of the Stone Age alla chitarra e Jack White alla batteria!, sono il nuovo progetto dal nome Dead Wheather, della metà maschile dei White Stripes. Niente di molto diverso dai due gruppi di cui fa parte White, perchè sempre di rock si tratta, almeno ascoltando il singolo d'apertura. Staremo a sentire l'album che dovrebbe uscire uscire a giugno.

The Dead Weather - Hang You From the Heavens

lunedì 16 marzo 2009

AFTERHOURS presentano:
IL PAESE è REALE

L'invidia si sa è una brutta bestia. E in Italia, per quanto riguarda la musica, ce n'è sempre stata tanta, soprattutto in ambito indie. Nessuna collaborazione di nessun genere che avrebbe giovato ad una (ri)nascita musicale alternativa italiana. Ogni casa discografica minore è sempre stata gelosa del proprio prodotto ma non del proprio artista. Intanto di acqua sotto i ponti (spesso torbida) ne è passata, con le case discografiche che ormai si avviano ad essere solo un vago ricordo mentre i gruppi emergenti o di nicchia sembrano destinati ad impantanarsi nelle sabbie mobili dell'autoproduzione, qualche concerto qua e la, e poche centiania di dischi venduti. Gli Afterhours, forse il gruppo indie italiano che ha avuto più fortuna anche in fatto di vendite dei propri dischi, con un alto spirito collaborativo (appartenente più alla scena americana), si sono fatti paladini e fautori di questo progetto musicale dal titolo Il Paese è Reale, con il quale hanno inteso far emergere in 19 canzoni inedite (compresa quella presentata dagli stessi Afterhours a Sanremo), i maggiori esponenti della musica alternativa italiana odierna. 19 brani tra conferme e nuovi arrivi che fanno di questo album un possibile nuovo punto di partenza per la scena italiana indie. Musicalmente ho trovato almeno 7-8 canzoni di notevole spessore che meritano di essere citate, a partire da quella nello stile ormai inconfondibile degli Afterhours, il pop romantico, ricercato e mai noioso di Benvegnù e Parente, i brani strumentali dei Calbro 35 (che sembra uscito dalla colonna sonora di Pulp Fiction) e gli Zu con un brano protometalstonerjazz che lascia di sasso, l'indie più tirato de Il Teatro degli Orrori e dei Reverendo, una Beatrice Antolini all'avanguardia della canzone in tutti i sensi. Infine Marco Lacampo e Mariposa, con due deliziose canzoncine che nonostante la loro orecchiabilità non s'imbatteranno mai (anche se glielo auguro) in qualche stazione radio più lungimirante. Da sottolineare che questa importante e ottima iniziativa, oltre al download digitale, è disponibile al prezzo di e. 9,99 spese di spedizione incluse e acquistabile su http://www.fnac.it/. Lunga vita a Manuel Agnelli.

Paolo Benvegnù - Io e il mio amore


Afterhours - Il Paese è Reale

giovedì 12 marzo 2009

cazzeggio domenicale a
ZABRISKIE POINT

Una domenica all’insegna del bel tempo, era ora. Una domenica pomeriggio all’insegna della musica.
Zabriskie Point la fa da padrone. E voi direte , e cosa c’è di strano?
Vedete il problema nasce nel momento in cui tu inserisci il cd,e gli dai la selezione random/shuffle o come volete che si dica, casuale, parte come prima traccia la 7ma del cd 2 e improvvisamente sei catapultato in uno splendido blues dal nome tutt’altro che vago “Love scene 6” con 12 battute mozzafiato ma con un nome che non dice nulla di più di quello che lo stesso blues lascia intendere. Una scena, niente di più che una scena di un film racchiusa in 07.29 primi . Il tocco è sublime, chitarra sensuale, ritmo in 4/4 di basso e batteria, piano che regge l’armonia dannatamente in maggiore con settima inclusa. Insomma non ci sono versi, un blues d’altri tempi, un rimando alle atmosfere Afroamericane che ben conosciamo e che King (B.B. ) Clapton e compagnia bella hanno magistralmente saputo decantare negli anni.
Ma per incanto ci si accorge che non sono i soliti illustri ad averci deliziato.
Semplicemente ci si accorge che tutto ciò avviene per opera dei Pink Floyd (coautori della soundtrack per Antonioni insieme a Jerry Garcia dei Greateful Dead ) che non passano alla fama come blues band incallita.
Una bella domenica pomeriggio.
Una domenica pomeriggio tutt’altro che all’insegna della pigrizia !!!

Giamp
Pink Floyd - Blues Scene (from the soundtrack of Zabriskie Point Session) (1969)


mercoledì 11 marzo 2009

WINTERSLEEP - WELCOME TO THE NIGHT SKY


Arcade Fire, Shins, Rough Wave e compagnia cantando, sono i nomi di alcune delle band del circuito alternativo provenienti dal Canada che recentemente si sono fatte notare per la qualità della musica prodotta. E adesso questi Wintersleep che mi hanno davvero lasciato a bocca aperta, e sin dal primo ascolto! Attenzione, Welcome To The Night Sky è del 2007! ed è arrivato a noi solo adesso. Meglio tardi che mai, certo, anche perchè sarebbe stato davvero un peccato dovermi perdere questa “compilation” di musica alternativa e non, degli ultimi 15 anni. Sonic Youth, Smashing Pumpkins, Pavement, Dinosaur Jr, REM e tante altre influenze tra cui il post-rock e la new wave inglese, all’interno di questo, che è il loro terzo e bellissimo album in studio. Mi piace perché non si lascia catturare così facilmente. Ogni singola canzone al suo interno ha un nucleo di sonorità diverse, tutte però, con uno sottofondo chitarristico notturno, che accelera e decelera in uno stesso brano. I Wintersleep, quindi, non si sono limitati ad una rilettura, leggi scopiazzatura, dei loro maestri e mentori. No. Hanno avuto l’estro di scrivere delle ottime canzoni andando oltre qualsiasi possibilità di essere ingabbiati in un solo genere/etichetta, perennemente in bilico tra manierismo radiofonico e l’indie più alternativo. Merito loro e merito anche del produttore Tony Doogan, già con Mogwai, Belle & Sebastian e Super Furry Animals. Basta ascoltare i due singoli lanciati, di cui vi riporto anche il relativo video e cioè Wheighty Ghost e Oblivion, per rendersi conto come la diversità dei contenuti musicali non scalfisce minimamente l’intensità e la bellezza delle canzoni, destinate a diventare dei classici.
Ascoltando Dead Letter & The Infinite Yes, ad esempio, sono andato a controllare che non fosse una cover dei Black Heart Procession, o se il fantasma di Whegthy Ghost, non fosse per caso quello di John Lennon con una nuova Give Peace A Chance. Questo solo per fornire alcune indicazioni sui contenuti del disco, ma si potrebbe continuare a lungo, indubbiamente.
Il testamento di Welcome To Night Sky è affidato agli 8 minuti della superba e conclusiva Masmal Smoke & The Yellow Bellied Freaks, una sorta di Stairway to Heaven scritta dai Decemberists, che parte piano per poi raggiungere le vette più alte tra elettronica, chitarre e organo Hammond.Un gran disco insomma, che insieme a quello dei Franz Ferdinand raggiunge i vertici (per adesso), della mia personale playlist del 2009.
Gianni Ragno

Wintersleep - Weighty Ghost

Wintersleep - Oblivion

martedì 10 marzo 2009

Do you wanna dance?
YEAH YEAH YEAHS !!!
Straight to dance. Ormai sembra essere questa la destinazione del terzetto newyorkese. L'album It's Blitz in uscita il 31 marzo, da un primo ascolto sembra piuttosto deboluccio. Comunque l'antipasto danzereccio del singolo d'apertura Zero, serve a sciogliere un po' il freddo di questo lungo inverno.


giovedì 5 marzo 2009

Quello che le radio commerciali non dicono
Playlist di Marzo

1. Dan Auerbach - I Want Some More
2. Beirut - Nantes
3. Fol Chen - Cable tv
4. Nasa - Money feat. David Bryne
5. Starsailor - Tell me it's not over
6. Elvis Perkins in Dearland - Shampoo
7. The Pains of being pure at heart - Everything with you
8. The Secret History - It’s Not the End of the World, Jonah
9. The Naked Hearts - Call Me
10. Beatles vs Queens of the Stone Age - Eleanor’s In My Head
11. Leadfinger - That RocknRoll Sound
12. Mv & Ee - Susquehanna (sole art trample)



Video del mese: STARSAILOR - Tell me it's not over
U2: CANTIAMO E RIDIAMOCI SOPRA
Prima di riportare nei prossimi giorni la recensione del nuovo degli U2, godiamoceli nella loro veste inedita di intrattenitori nella 5 giorni al David Letterman Show, mentre declamano le 1o cose che hanno imparato dalla vita...



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