venerdì 29 ottobre 2010
Come sempre sul fil di lana la playlist del mese che comprende una notevole schiera di nuove uscite che non sono, il meglio in assoluto, ma il meglio degli mp3 gratuiti (liberamente scaricabili cliccando su divshare) che girano in rete e che il mio palato musicale ha più gradito, cercando di toccare più generi possibili. Ci si rivede semain prochaine. Bye
mercoledì 27 ottobre 2010
JIMI HENDRIX & MICK JAGGER
Ho trovato questa bella foto di Jagger e Hendrix insieme. La cosa mi ha incuriosito e così mi sono lanciato alla ricerca di qualcosa che li accomunasse in termini collaborazione musicale, ma senza fortuna. Stando, però, a quanto visto in questo documento storico, che riprende gli Stones insieme a Hendrix prima di un concerto che provano insieme una qualche canzone, mi sembra chiaro che qualcosa tra loro c'è stato. Ma cosa ???? Alla fine del video altre fermi immagine tra cui la foto sopra.
Ho trovato questa bella foto di Jagger e Hendrix insieme. La cosa mi ha incuriosito e così mi sono lanciato alla ricerca di qualcosa che li accomunasse in termini collaborazione musicale, ma senza fortuna. Stando, però, a quanto visto in questo documento storico, che riprende gli Stones insieme a Hendrix prima di un concerto che provano insieme una qualche canzone, mi sembra chiaro che qualcosa tra loro c'è stato. Ma cosa ???? Alla fine del video altre fermi immagine tra cui la foto sopra.
martedì 26 ottobre 2010
ELVIS COSTELLO - National Ransom
E' uscito ieri anche il nuovo album di Elvis Costello, National Ransom. Sul suo SITO è possibile ascoltare in anteprima alcuni minuti di tutte le canzoni e leggerne i testi. Mentre su Vanity Fair, quel Vanity Fair, c'è una bella intervista a Costello a proprosito del nuovo lavoro, il secondo registrato a Nashville nel giro di qualche anno e ritenuto dallo stesso, uno dei suoi migliori, tra gli ultimi realizzati. La canzone omonima è molto bella, staremo a sentire il resto non appena ci avrò messo le mani sopra. Buon ascolto.
E' uscito ieri anche il nuovo album di Elvis Costello, National Ransom. Sul suo SITO è possibile ascoltare in anteprima alcuni minuti di tutte le canzoni e leggerne i testi. Mentre su Vanity Fair, quel Vanity Fair, c'è una bella intervista a Costello a proprosito del nuovo lavoro, il secondo registrato a Nashville nel giro di qualche anno e ritenuto dallo stesso, uno dei suoi migliori, tra gli ultimi realizzati. La canzone omonima è molto bella, staremo a sentire il resto non appena ci avrò messo le mani sopra. Buon ascolto.
lunedì 25 ottobre 2010
THE LODGER - Flashbacks
Il titolo della playlist che posto ogni mese "Quello che le radio non dicono" inizialmente includeva anche l'aggettivo "commerciali", proprio per rimarcare quanto poche siano le attenzioni rivolte da codeste radio ad una scena indipendente, che, sebbene, come scrissi a suo tempo, ha per più della metà dei casi, cose inutili da far ascoltare, in tanti altri casi, riesce a tirar fuori dei gioiellini, che ahiloro, rimangono a uso e consumo di chi li fa e di altre poche fortunate genti che ne vengono a conoscenza.
(-: ci tengo a precisare che da questa lunga premessa resta fuori la mezz'ora quotidiana che si ascolta piacevolmente su radio cristal a cura del grande dj JohnnySmokeyRoosters :-)
E' il caso anche dei The Lodger. Terzo album, Flashbacks, e trenta minuti di sano pop e in particolare con questa canzone, Have a Little Faith in People che ti entra in testa al secondo ascolto e te la metti nella playlist di quando-ti-fai-la-barba-la-mattina. Finito l'ascolto capisci quanto fertili siano stati i semi piantati dai James e dagli Housemartins nel corso della loro carriera e capisci anche, che restarai uno dei cento pirla ad averli conosciuti e che difficilmente ascolterai altrove. Buon per noi. Un po' di sano indie snob!
sabato 23 ottobre 2010
THE CLASH - Live @ TIme Square - New York City
28 maggio - 3 giugno 1981
[track list] disc 1
01 - London Calling - 02 - Safe European Home - 03- The Leader - 04 - White Man in Hammersmith Palais - 05 - This Is Radio Clash - 06 - Corner Soul - 07- Guns Of Brixton - 08 - Bankrobber - 09 - Complete Control - 10 - Lightning Strikes - 11 - Ivan Meets G.I. JoeCharlie Don't Surf
[track list] disc 2
01 - The Magnificent Seven - 02 - Broadway - 03 - Somebody Got Murdered - 04 - (Working For The) Clampdown - 05 - One More Time - 06 - Brand New Cadillac - 07 - Street Parade - 08 - Janie Jones - 09 - Washington Bullets
28 maggio - 3 giugno 1981
Eccolo qua, il resoconto della settimana calda di concerti tenuti dai Clash a New York. Un omaggio, quindi, ad una delle migliori rock band che hanno calcato la scena mondiale, per il trentennale di Sandinista. Lunga vita al rock.
(l'audio è ottimo ma per motivi di upload ho dovuto comprimere gli mp3. per chi volesse il concerto con i singoli file può contattarmi alla mail). buon divertimento e buon week end.
[track list] disc 1
01 - London Calling - 02 - Safe European Home - 03- The Leader - 04 - White Man in Hammersmith Palais - 05 - This Is Radio Clash - 06 - Corner Soul - 07- Guns Of Brixton - 08 - Bankrobber - 09 - Complete Control - 10 - Lightning Strikes - 11 - Ivan Meets G.I. JoeCharlie Don't Surf
[track list] disc 2
01 - The Magnificent Seven - 02 - Broadway - 03 - Somebody Got Murdered - 04 - (Working For The) Clampdown - 05 - One More Time - 06 - Brand New Cadillac - 07 - Street Parade - 08 - Janie Jones - 09 - Washington Bullets
giovedì 21 ottobre 2010
IL NEGOZIO DI DISCHI ANTICHI
[Settimana dedicata ai festeggiamenti. In effetti quest'anno ricorre anche il trentennale dell'uscita di Sandinista dei CLASH e visto che per questo fine setttimana posterò un grandioso concerto della band del 1981 mi è tornato alla mente questo bellissimo post scritto dal mio amico Giamp (che non si fa sentire da mesi ... turn! stu blog aspiett a te!) e che mi è sembrato ideale aperitivo al succulento live di sabato]. gianni
Quando i dischi erano neri e quando avevano un piccolo foro al centro, quando le copertine era una delizia sfogliarle, quando dovevi stare attento da che lato era la tua canzone preferita e nessuno sapeva quanto durasse; quando e all’infinito quando, quasi a voler canticchiare un motivetto che con questo avverbio ha fatto storia. Ma su di uno dei “ quando “ vorrei soffermarmi più che su ogni altro. “Quando” c’erano i negozi di dischi e accorreva in tuo aiuto il negoziante, e talvolta che negoziante. Il negozio in questione si chiama Caru’ Dischi - di Paolo Carù, negozio storico di dischi in quel di Gallarate (VA) cittadina nota più per fatti di cronaca che per altro; un posto- quel negozio- dove perdersi nei pomeriggi piovosi era qualcosa di sublime ed incantevole. Scaffali antichi, quasi una farmacia del Disco. Ascolti diretti dallo stesso proprietario (un uomo dalla barba folta ma dagli occhi mansueti) ti guidavano poi all’acquisto certo e quasi mai deludente.
Ora nei supermercati o anche negli stores di settore, la cosa non è dello stesso spessore, tutt’altro !!!!
Gli anni a cui mi riferisco sono ovviamente i mitici 80’s, anni in cui uscivano sul mercato alcuni tra i dischi che più mi sono rimasti in mente- e non ve li cito per non sentirmi così vecchio- e che magicamente ti rende fiero di averli tra la tua seppur minima collezione in vinile. Uno in particolar modo mi rende raggiante di averlo in formato 33 giri. Un disco che ha fatto storia e che poi sono tre. Era il tempo in cui i dischi costavano parecchio e questo essendo formato da tre mi costo un bel po’ di risparmi del tempo. L’anno di riferimento è il 1980, il disco Sandinista ed il gruppo The Clash. Con questo disco i Clash fecero una svolta musicale notevole, che segnò i tempi proprio per l’audacia di dar vita ad un triplo disco dalle sonorità contaminate che più niente avevano ache fare con il loro passato Punk. Contrariamente a molti altri gruppi musicali, i Clash sopravvissero al movimento punk, che ebbe breve vita. Questo grazie all'intelligenza del gruppo che seppe evolversi integrando nella propria musica gli stilemi del rockabilly e del reggae. Forse secondi solo alla mutazione musicale a cui parteciparono negli stessi anni i Police. L’ ascolto consigliato, vera chicca, di cui vorrei rendervi partecipi riguarda un brano, appunto, dei tre dischi ( che in cd sono diventati 2, sobh!!!) il brano in questione si chiama non a caso - If Music Could Talk - quasi a volerci ammonire ed invitarci ad ascoltare quando la musica parla. Il brano non si discosta dal resto dei brani contenuti nel triplo lp , ritmi dub and reggae, quello che coglie alla sprovvista di questo brano è invece la possibilità di ascoltarlo in due differenti modi. Il primo, con entrambi i canali right and left attivi; l’altro, e cioè quello che prevede uno o l’altro canale singolarmente, darà un risultato differente. Si in sostanza hanno inciso su differenti canali le parti cantate che sovrapposte formano la canzone nella sua totalità e completezza melodica. Provare per credere………
Giamp
Quando i dischi erano neri e quando avevano un piccolo foro al centro, quando le copertine era una delizia sfogliarle, quando dovevi stare attento da che lato era la tua canzone preferita e nessuno sapeva quanto durasse; quando e all’infinito quando, quasi a voler canticchiare un motivetto che con questo avverbio ha fatto storia. Ma su di uno dei “ quando “ vorrei soffermarmi più che su ogni altro. “Quando” c’erano i negozi di dischi e accorreva in tuo aiuto il negoziante, e talvolta che negoziante. Il negozio in questione si chiama Caru’ Dischi - di Paolo Carù, negozio storico di dischi in quel di Gallarate (VA) cittadina nota più per fatti di cronaca che per altro; un posto- quel negozio- dove perdersi nei pomeriggi piovosi era qualcosa di sublime ed incantevole. Scaffali antichi, quasi una farmacia del Disco. Ascolti diretti dallo stesso proprietario (un uomo dalla barba folta ma dagli occhi mansueti) ti guidavano poi all’acquisto certo e quasi mai deludente.
Ora nei supermercati o anche negli stores di settore, la cosa non è dello stesso spessore, tutt’altro !!!!
Gli anni a cui mi riferisco sono ovviamente i mitici 80’s, anni in cui uscivano sul mercato alcuni tra i dischi che più mi sono rimasti in mente- e non ve li cito per non sentirmi così vecchio- e che magicamente ti rende fiero di averli tra la tua seppur minima collezione in vinile. Uno in particolar modo mi rende raggiante di averlo in formato 33 giri. Un disco che ha fatto storia e che poi sono tre. Era il tempo in cui i dischi costavano parecchio e questo essendo formato da tre mi costo un bel po’ di risparmi del tempo. L’anno di riferimento è il 1980, il disco Sandinista ed il gruppo The Clash. Con questo disco i Clash fecero una svolta musicale notevole, che segnò i tempi proprio per l’audacia di dar vita ad un triplo disco dalle sonorità contaminate che più niente avevano ache fare con il loro passato Punk. Contrariamente a molti altri gruppi musicali, i Clash sopravvissero al movimento punk, che ebbe breve vita. Questo grazie all'intelligenza del gruppo che seppe evolversi integrando nella propria musica gli stilemi del rockabilly e del reggae. Forse secondi solo alla mutazione musicale a cui parteciparono negli stessi anni i Police. L’ ascolto consigliato, vera chicca, di cui vorrei rendervi partecipi riguarda un brano, appunto, dei tre dischi ( che in cd sono diventati 2, sobh!!!) il brano in questione si chiama non a caso - If Music Could Talk - quasi a volerci ammonire ed invitarci ad ascoltare quando la musica parla. Il brano non si discosta dal resto dei brani contenuti nel triplo lp , ritmi dub and reggae, quello che coglie alla sprovvista di questo brano è invece la possibilità di ascoltarlo in due differenti modi. Il primo, con entrambi i canali right and left attivi; l’altro, e cioè quello che prevede uno o l’altro canale singolarmente, darà un risultato differente. Si in sostanza hanno inciso su differenti canali le parti cantate che sovrapposte formano la canzone nella sua totalità e completezza melodica. Provare per credere………
Giamp
the clash - If Music Could Talk
mercoledì 20 ottobre 2010
ONCE UPON A TIME IN 1990
(quasi) il meglio della musica uscita nel 1990
Un salto indietro di 20 anni. Un po’ per esorcizzare l’arrivo incipiente dei miei 41, un po’ perché tra dieci anni (se sarò ancora coi piedi attaccati a questa Terra) mi trovo con un post già bello e fatto, ma altrettanto un po’ per ricordare e apprezzare, una volta di più, i dischi che hanno fatto grande il 1990. Tante le uscite musicali degne di essere ricordate. Già detto dei LIVING COLOUR, il ’90 ha confermato a grandi livelli i NEVILLE BROTHERS che, dopo Yellow Moon, hanno tirato fuori dal cilindro uno strepitoso Brother’s Keeper, (e)levando al cielo la musica di New Orleans con un mix di ritmi africani, funky, cultura indiana, gospel e rhythm’n’blues. I grandi “vecchi” hanno detto la loro: JOHN HIATT ha chiuso con Stolen Moments un tris di splendidi lavori cominciato con il suo capolavoro Bring the Family (intimo e doloroso registrato in 20 giorni con Ry Cooder e Jim Keltner) e seguito da Slow Turning; BOB DYLAN fa buone cose con Under the Red Sky (ma Oh Mercy resta di un altro pianeta), LOU REED con CALE rendono omaggio a Andy Warhol con Songs for Drella, mentre NEIL YOUNG da il suo ennesimo contributo con Ragged Glory. Un pensiero anche per JOE ELY, Live at Liberty Lunch – LOS LOBOS, The Neighborhood e STEVE EARLE al quarto album con The Hard Way a conferma di una valida alternativa ai classici Springsteen e Mellencamp. Non ultimo The REPLACEMENTS che lasciano la scena con un album all’altezza dei suoi precedenti, All Shook Down (le canzoni, sembra, fossero destinate all’album solista di Paul Westemberg).
Capitolo esordienti.
Un paio di vecchie conoscenze: LLOYD COLE debutta solitario con un disco omonimo languido e notturno, così come il segretario del “Sindacato del Sogno”, STEVE WYNN, esce con Keresone Man raccogliendo, qualche vecchia e apprezzabile idea nei brani più tirati e qualcun’altra più innovativa nelle ballate, spesso cupe e decadenti. Una spanna sopra restano, comunque, i BLACK CROWES con Shake Your Money Maker. Nei giorni in cui gli U2 si concedevano una pausa, dall’Irlanda arrivavano cose interessanti in grado di mischiare per bene i suoni di matrice americana con l’uso di strumentazioni e melodie di origine folk celtico. La prima volata, a dire il vero, viene tirata dagli HOTHOUSE FLOWERS già nel 1988 con l'acclamato People, mentre nel ’90 sono gli ENERGY ORCHARD (st) e i RAINDOGS con Lost Souls a rinverdire i fasti irlandesi. I primi hanno poi dato alle stampe altri 5 album per poi chiudere i battenti nel '96, mentre i RAINDOGS si sciolsero al secondo tentativo nel '91. Il 1990 va ricordato anche per il texano CALVIN RUSSELL che a 40 anni suonati fa uscire il suo primo ed eccellente disco intitolato A Crack in Time, mentre un gruppo di manigoldi chiamati HINDU LOVE GODS, ovvero 3/4 dei REM insieme all'ugola più che mai azzeccata per questo progetto (che purtroppo rimarrà il solo) di WARREN ZEVON, omaggiano i grandi del blues rifacendo alcune delle loro canzoni più famose.
Capitolo indie.
Vent’anni fa si chiamavano PIXIES con Bossanova, JANE’S ADDICTION che davano seguito all’esordio Nothing’s Shocking con Ritual del Lo Abitual con canzoni scritte quasi tutte da Perry Farrell rispetto al più “democratico” predecessore; i SONIC YOUTH, usciti con Goo e in grado, nonostante il passaggio per la major Geffen, a rimanere fedeli al loro muro di suoni spigolosi, continuando a dare un senso al termine musica alternativa. Novità anche dall’Inghilterra e dal filone Charlatans-Stone Roses con l’esordio dei SUNDAYS con Writing Reading. Vi lascio con un ultimo elenco di uscite alternative di quell’anno e che potrebbero solleticare il vostro interesse: BOB MOULD, Black Sheets of Rain – THIN WHITE ROPE, Sackful of Silver – JOHN ZORN, Naked City – FUGAZI, Repeater – PUSSY GALORE, Historia de le Musica Rock – BUFFALO TOM, Birdbrain.
Piccola nota anche per gli italiani con il commiato di DE ANDRE', Le Nuvole, l'esordio di LIGABUE, l'ultimo vagito dei NEGAZIONE con 100%, e il successo dei TIMORIA con Colori che Esplodono. Anni '90 felici per il risorgimento della musica alternativa italiana. Ma questo è un altro fatto. Buon ascolto.
(quasi) il meglio della musica uscita nel 1990
Capitolo esordienti.
Un paio di vecchie conoscenze: LLOYD COLE debutta solitario con un disco omonimo languido e notturno, così come il segretario del “Sindacato del Sogno”, STEVE WYNN, esce con Keresone Man raccogliendo, qualche vecchia e apprezzabile idea nei brani più tirati e qualcun’altra più innovativa nelle ballate, spesso cupe e decadenti. Una spanna sopra restano, comunque, i BLACK CROWES con Shake Your Money Maker. Nei giorni in cui gli U2 si concedevano una pausa, dall’Irlanda arrivavano cose interessanti in grado di mischiare per bene i suoni di matrice americana con l’uso di strumentazioni e melodie di origine folk celtico. La prima volata, a dire il vero, viene tirata dagli HOTHOUSE FLOWERS già nel 1988 con l'acclamato People, mentre nel ’90 sono gli ENERGY ORCHARD (st) e i RAINDOGS con Lost Souls a rinverdire i fasti irlandesi. I primi hanno poi dato alle stampe altri 5 album per poi chiudere i battenti nel '96, mentre i RAINDOGS si sciolsero al secondo tentativo nel '91. Il 1990 va ricordato anche per il texano CALVIN RUSSELL che a 40 anni suonati fa uscire il suo primo ed eccellente disco intitolato A Crack in Time, mentre un gruppo di manigoldi chiamati HINDU LOVE GODS, ovvero 3/4 dei REM insieme all'ugola più che mai azzeccata per questo progetto (che purtroppo rimarrà il solo) di WARREN ZEVON, omaggiano i grandi del blues rifacendo alcune delle loro canzoni più famose.
Capitolo indie.
Vent’anni fa si chiamavano PIXIES con Bossanova, JANE’S ADDICTION che davano seguito all’esordio Nothing’s Shocking con Ritual del Lo Abitual con canzoni scritte quasi tutte da Perry Farrell rispetto al più “democratico” predecessore; i SONIC YOUTH, usciti con Goo e in grado, nonostante il passaggio per la major Geffen, a rimanere fedeli al loro muro di suoni spigolosi, continuando a dare un senso al termine musica alternativa. Novità anche dall’Inghilterra e dal filone Charlatans-Stone Roses con l’esordio dei SUNDAYS con Writing Reading. Vi lascio con un ultimo elenco di uscite alternative di quell’anno e che potrebbero solleticare il vostro interesse: BOB MOULD, Black Sheets of Rain – THIN WHITE ROPE, Sackful of Silver – JOHN ZORN, Naked City – FUGAZI, Repeater – PUSSY GALORE, Historia de le Musica Rock – BUFFALO TOM, Birdbrain.
Piccola nota anche per gli italiani con il commiato di DE ANDRE', Le Nuvole, l'esordio di LIGABUE, l'ultimo vagito dei NEGAZIONE con 100%, e il successo dei TIMORIA con Colori che Esplodono. Anni '90 felici per il risorgimento della musica alternativa italiana. Ma questo è un altro fatto. Buon ascolto.
martedì 19 ottobre 2010
lunedì 18 ottobre 2010
KELLEY STOLTZ - To Dreamers
Chiusa una settimana con una novità, se ne apre un'altra con un altrettanto e lusinghiero disco in uscita. Si tratta del cantautore di San Francisco Kelley Stoltz che esce con l'Lp To Dreamers, meritevole di avere un post tutto suo in questo mio piccolo microcosmo musicale. Suoni sospesi tra il Beck più asciutto e senza orpelli elettronici, gli Xtc di Oranges & Lemons e di tutti i sixties un fascio (un giorno ve la spiego .... magari quando la capisco anch'io). Quì sotto, dunque, potete ascoltare l'intero disco in streaming. E se nel frattempo vi viene voglia di scaricare una delle canzoni gratis dell'album dello Stoltz ( ), potete farlo con I Don't Get That, una delle perle del disco. Buon ascolto.
venerdì 15 ottobre 2010
THE WAR ON DRUGS - Future Weather
Un'altra band interessante da esplorare sono questi ragazzi di casa in quel di Philadelphia che si fanno chiamare The War On Drugs. Nome inquietante e al limite della censura italiana ma che grazie alla loro musica si scorda in fretta. Molto bravi a reinterpretare i canoni della tradizione musicale americana, mischiano sapientemente la west coast, Dylan e Springsteen, My Bloody Valentine e i Sonic Youth e riuscendo nell'impresa di essere "originali". Con il loro primo album del 2008 dal titolo Wagonwheel Blues i War on Drugs avevano già lasciato il segno di una band unica nel panorama indie di questi ultimi anni. Il 26 ottobre, invece, esce il loro secondo lavoro che si chiama Future Weather, a "soli" due anni dal precedente, dando così l'impressione di avere, oltre alle già ottime qualità compositive, anche un sviluppata vena creativa. Mi aspetto cose buone dalle loro menti. Intanto vi posto 3 canzoni (alway free). La prima Taking the Farm del precdente album (giusto per farvi un'idea) e le altre due in anteprima del nuovo lavoro. Buon ascolto.
The War on Drugs - Taking the Farm
The War on Drugs – Comin’ Through
The War on Drugs – The History of Plastic
Un'altra band interessante da esplorare sono questi ragazzi di casa in quel di Philadelphia che si fanno chiamare The War On Drugs. Nome inquietante e al limite della censura italiana ma che grazie alla loro musica si scorda in fretta. Molto bravi a reinterpretare i canoni della tradizione musicale americana, mischiano sapientemente la west coast, Dylan e Springsteen, My Bloody Valentine e i Sonic Youth e riuscendo nell'impresa di essere "originali". Con il loro primo album del 2008 dal titolo Wagonwheel Blues i War on Drugs avevano già lasciato il segno di una band unica nel panorama indie di questi ultimi anni. Il 26 ottobre, invece, esce il loro secondo lavoro che si chiama Future Weather, a "soli" due anni dal precedente, dando così l'impressione di avere, oltre alle già ottime qualità compositive, anche un sviluppata vena creativa. Mi aspetto cose buone dalle loro menti. Intanto vi posto 3 canzoni (alway free). La prima Taking the Farm del precdente album (giusto per farvi un'idea) e le altre due in anteprima del nuovo lavoro. Buon ascolto.
The War on Drugs - Taking the Farm
The War on Drugs – Comin’ Through
The War on Drugs – The History of Plastic
mercoledì 13 ottobre 2010
MONUMENTI DA VISITARE
Quando vi avanza del tempo, e se come me, vi viene voglia di andare a
(ri)scoprire dei tesori sommersi dal tempo, questo blog Vi consiglia vivamente l'ascolto (e la visione) di questo paio di capolavori di canzone:PJ Harvey con Thom Yorke che eseguono ...
... This Mess We're In
I REM con Patti Smith che cantano...
... E-Bow The Letter
La stessa E-Bow The Letter con i REM e Thom Yorke
martedì 12 ottobre 2010
lunedì 11 ottobre 2010
venerdì 8 ottobre 2010
KRISTIAN HOFFMAN - Out Of The Habit
Canta come Costello e si veste come Elton John. L'album di Kristian Hoffman, Fop, è lungo ben 19 canzoni e mette alla dura prova la nevrosi da attesa di fine cd, anche perchè piuttosto orchestrato e a tratti stucchevole. Un numero considerevole di canzoni, però, resta godibile a partire dalla iniziale Something New Is Born. Chi vuole approfondire si armasse di pazienza.
Canta come Costello e si veste come Elton John. L'album di Kristian Hoffman, Fop, è lungo ben 19 canzoni e mette alla dura prova la nevrosi da attesa di fine cd, anche perchè piuttosto orchestrato e a tratti stucchevole. Un numero considerevole di canzoni, però, resta godibile a partire dalla iniziale Something New Is Born. Chi vuole approfondire si armasse di pazienza.
TOM TOM CLUB: Tiny Desk Concert
Miiii come passa il tempo. Cari Tina Weymouth e Chris Frantz a quanto pare nemmeno con voi è stato clemente! Comunque una bella rimpatriata ogni tanto non fa mai male. Eccoveli in versione casalinga e acustica per un mini live in casa NPR.org per una riproposizione di 3 classici del progetto parallelo ai Talking Heads: Wordy Rappinghood, Genius Of Love e Only The Strong Survive.
Miiii come passa il tempo. Cari Tina Weymouth e Chris Frantz a quanto pare nemmeno con voi è stato clemente! Comunque una bella rimpatriata ogni tanto non fa mai male. Eccoveli in versione casalinga e acustica per un mini live in casa NPR.org per una riproposizione di 3 classici del progetto parallelo ai Talking Heads: Wordy Rappinghood, Genius Of Love e Only The Strong Survive.
NEW COLLISION - Dying Alone
Un po' di sano pop rock da questa band di Boston, uscita da qualche giorno con l'album The Optimist. Sul loro myspace potrete scaricare gratuitamente 4 canzoni. Buon ascolto.
Un po' di sano pop rock da questa band di Boston, uscita da qualche giorno con l'album The Optimist. Sul loro myspace potrete scaricare gratuitamente 4 canzoni. Buon ascolto.
mercoledì 6 ottobre 2010
martedì 5 ottobre 2010
ROBBIE ROBERTSON - ST - [1987]
Il primo valtzer del sig. Robertson
Piacevole e appagante è il condividere delle novità musicali. Ma quando mi trovo a rispolverare un vecchio disco starei volentieri seduto insieme ai miei amici a parlarne per ore: "oh ma te la ricordi quella canzone?!" ... "e l'attacco di chitarra di quell'altra?" Lo farei di buon grado anche per questo album del lontano 1987. Robbie Robertson, ex The Band, ritorna sulle scene con il suo primo lavoro omonimo da solista. Quelli erano gli anni in cui Daniel Lanois aveva la bacchetta magica e produceva The Unforgettable Fire e aiutava Eno in The Joshua Tree, di lì a poco siedeva dietro la consolle di Yellow Moon dei Neville Brothers e Oh Mercy di Dylan (album che meriterebbero ricordi più approfonditi). Anni in cui Bono era in piena fase mistica, gli U2 sfornavano capolavori unodietrolaltro e Peter Gabriel era al top della sua carriera solitaria. Robertson, dunque, fiutato l'"affare", se ne va in giro con Lanois a ingravidare artisti per partorire collaborazioni, che puntualmente arrivano. Nascono così le scritture di Sweet Fire of Love a quattro mani con gli U2 e più in generale le ottime partecipazioni di strumentisti di alto bordo quali Manu Katchè e Toni Levin (a quei tempi entrambi in forza al Peter Gabriel team) che con la loro sezione ritmica, donano alle canzoni un'atmosfera low-fi e mistica, ideale per evocare gli spiriti del grande Manitù. (Forse non tutti sanno che) Robertson, di madre indiana, non ha mai dimenticato le sue ceneri natìe, (tanto da realizzare nel '94 un album dal titolo Music for the Native Americans ), così che le sonorità presenti nelle 9 tracce dell'album, pure grazie alla sua voce, a volte sembrano voler evocare i sacri spiriti delle terre indiane. Da ascoltare e riascoltare, dunque, l'iniziale Fallen Angel e Broken Arrow con Peter Gabriel ai cori e alle tastiere, il singolo Showdown at Big Sky (che Robertson presentò anche a Sanremo di quell'anno) il talkingblues di Somewhere Down The Crazy River e il rock sotterraneo di stampo Cougar di Hell's Half Acre Tutte canzoni, queste, che girano nel mio lettore ancora con stupore e meraviglia e che conservo con devota gelosia. Ricordando e godendo.
Il primo valtzer del sig. Robertson
Piacevole e appagante è il condividere delle novità musicali. Ma quando mi trovo a rispolverare un vecchio disco starei volentieri seduto insieme ai miei amici a parlarne per ore: "oh ma te la ricordi quella canzone?!" ... "e l'attacco di chitarra di quell'altra?" Lo farei di buon grado anche per questo album del lontano 1987. Robbie Robertson, ex The Band, ritorna sulle scene con il suo primo lavoro omonimo da solista. Quelli erano gli anni in cui Daniel Lanois aveva la bacchetta magica e produceva The Unforgettable Fire e aiutava Eno in The Joshua Tree, di lì a poco siedeva dietro la consolle di Yellow Moon dei Neville Brothers e Oh Mercy di Dylan (album che meriterebbero ricordi più approfonditi). Anni in cui Bono era in piena fase mistica, gli U2 sfornavano capolavori unodietrolaltro e Peter Gabriel era al top della sua carriera solitaria. Robertson, dunque, fiutato l'"affare", se ne va in giro con Lanois a ingravidare artisti per partorire collaborazioni, che puntualmente arrivano. Nascono così le scritture di Sweet Fire of Love a quattro mani con gli U2 e più in generale le ottime partecipazioni di strumentisti di alto bordo quali Manu Katchè e Toni Levin (a quei tempi entrambi in forza al Peter Gabriel team) che con la loro sezione ritmica, donano alle canzoni un'atmosfera low-fi e mistica, ideale per evocare gli spiriti del grande Manitù. (Forse non tutti sanno che) Robertson, di madre indiana, non ha mai dimenticato le sue ceneri natìe, (tanto da realizzare nel '94 un album dal titolo Music for the Native Americans ), così che le sonorità presenti nelle 9 tracce dell'album, pure grazie alla sua voce, a volte sembrano voler evocare i sacri spiriti delle terre indiane. Da ascoltare e riascoltare, dunque, l'iniziale Fallen Angel e Broken Arrow con Peter Gabriel ai cori e alle tastiere, il singolo Showdown at Big Sky (che Robertson presentò anche a Sanremo di quell'anno) il talkingblues di Somewhere Down The Crazy River e il rock sotterraneo di stampo Cougar di Hell's Half Acre Tutte canzoni, queste, che girano nel mio lettore ancora con stupore e meraviglia e che conservo con devota gelosia. Ricordando e godendo.
lunedì 4 ottobre 2010
THE TWILIGHT SINGERS - Blackbird & the Fox
Previsto per gli inizi del 2011 l'uscita di un nuovo album dei Twilight Singers, una sorta di band cooperativa, nata come progetto parallelo ai The Afghan Whigs del grande capo Greg Dulli e che allo scioglimento del gruppo è diventata la cosa più concreta concepita dallo stesso Dulli. Cooperativa, sì, dato che all'interno della stessa stanno contribuendo artisti diversi nel corso degli anni. Non ultimo Mark Lanegan che ha contribuito all'incisione del precedente Powder Burns e successivamente portato in tour. Del prossimo disco, in verità, non si sa ancora molto se non la partecipazione della cantautrice americana Ani diFranco (una valanga di dischi incisi che le ha permesso di farsi il buon nome e un buon seguito negli States) in duetto con Greg Dulli in questa canzone, Blackbird & the Fox, che la band regala quale anteprima dell'album. Scaricabile dal loro sito inserendo la vs mail o più semplicemente (oltre che in "libero" ascolto) da questo blog. Buone nuove.
Previsto per gli inizi del 2011 l'uscita di un nuovo album dei Twilight Singers, una sorta di band cooperativa, nata come progetto parallelo ai The Afghan Whigs del grande capo Greg Dulli e che allo scioglimento del gruppo è diventata la cosa più concreta concepita dallo stesso Dulli. Cooperativa, sì, dato che all'interno della stessa stanno contribuendo artisti diversi nel corso degli anni. Non ultimo Mark Lanegan che ha contribuito all'incisione del precedente Powder Burns e successivamente portato in tour. Del prossimo disco, in verità, non si sa ancora molto se non la partecipazione della cantautrice americana Ani diFranco (una valanga di dischi incisi che le ha permesso di farsi il buon nome e un buon seguito negli States) in duetto con Greg Dulli in questa canzone, Blackbird & the Fox, che la band regala quale anteprima dell'album. Scaricabile dal loro sito inserendo la vs mail o più semplicemente (oltre che in "libero" ascolto) da questo blog. Buone nuove.
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