Un primo e personale plauso alla band ELVisPLAY (appena sbocciati con un EP dal titolo Ordinato Caos) per non aver cercato l'ingresso "nella musica che conta" cercando di passare (e impantanarsi) attraverso le pericolose sabbie mobili dei reality musicali italiani, tanta fuffa venduta bene, qualche bella voce e poco/nient'altro. ELVisPLAY, invece, hanno dalla loro, tanta gavetta alle spalle e tanta voglia di fare buona musica per il futuro. Chitarra (Vincenzo Aniello), basso e voce (Leo Soldano) e batteria (Emanuel Castelluccia), ovvero l'essenziale che prova a dire la loro nell'IMMENSO, e spesso dispersivo, panorama alternativo italiano. Chiara è la prima, bella, canzone estratta dell'EP
d'esordio. In attesa di nuovi ascolti, vi lascio qualche contatto:
http://www.facebook.com/
ELVisPLAY
martedì 29 maggio 2012
The Tears - Imperfection
Nel 2005 (aridaje!) Brett Anderson e Bernard Butler, quota parte dei disciolti Suede, una delle tante meteore del breve rinascimento pop inglese degli anni '90, diede forma e sostanza al progetto The Tears, che nei contenuti, però, non si spostò troppo dal vecchio marchio sonoro, aumentando, invece, in dosi massicce, lo zucchero presente nelle canzoni dell'unico album uscito a loro nome, Here Comes the Tears. Il disco è oltremodo appesantito da un eccessivo uso di archi e tastiere anche se la chitarra di Butler e i ritornelli restano magnificamente accattivanti. Sono partito per postare la sola Imperfection, sono finito per ricordare tutto l'album; un'imperfezione come un'altra. Buon ascolto.
venerdì 25 maggio 2012
Giù per il tubo, playlist di maggio
" Il tempo è un treno
che fa del futuro il passato
ti lascia fermo alla stazione
con la faccia schiacciata contro il vetro "
giovedì 24 maggio 2012
Marianne Faithfull - Crazy Love
La sento cantare e penso: ecco Una che è scesa all'inferno (o è salita in paradiso) ed è tornata dopo aver scontato le sue colpe. Sta invecchiando bene Marianne Faithfull, e la sua voce e i brani che interpreta (e lo sono davvero) ne hanno acquistato in spessore. Crazy Love (anch'esso del 2005 come il brano postato stamattina) fa parte del disco Before the Poison che ospita tra gli altri e a vario titolo PJ Harvey, Nick Cave (autore delle musiche di Crazy Love) e Damon Albarn. Dall'anno successivo a Before the Poison, forse per caso o per i continui problemi di salute (ah giusto, i suoi meriti), hanno cominciato a pioverle medaglie e riconoscimenti di ogni tipo (Commandeur of the Ordre des Arts et des Lettres, tra le altre). Buon per Lei. Per quanto mi riguarda, spero che riesca a scrivere ancora ottime canzoni come questa Crazy Love, tanto mi basta.
She looks as if expecting a surprise
Maybe an encounter that will change her life
Not knowing hot from cold or good for bad
If life is just a joke or if it makes her sad
She looks as if expecting a surprise
Maybe an encounter that will change her life
Not knowing hot from cold or good for bad
If life is just a joke or if it makes her sad
Hot Hot Heat - You Owe Me An IOU
E' un periodo un po' travagliato e così, anche la quantità degli ascolti e delle novità musicali (spesso male accompagnati dalla qualità che quest'anno latita) ne risente. Grazie al suo rovescio, però, ho la possibilità di recuperare qualche canzone meritevole di ripescaggio. Questa, appartiene alla band canadese degli Hot Hot Heat con quattro album all'attivo (l'ultimo del 2010) in poco più di dieci anni di attività. Il brano, You Owe Me An IOU, è del 2005, ma con molto piacere lo riascolto ad ogni occasione, brioso e frizzante. Semplicissimo pop, che tanto bene fa.
(psss: non è il video ufficiale, anche perchè non ne hanno fatto per questa canzone)
(psss: non è il video ufficiale, anche perchè non ne hanno fatto per questa canzone)
lunedì 21 maggio 2012
CBGB: there's a party in my mind
Una breve parentesi (un pre-post) che lancio così, perchè scrivendo a proposito di CBGB mi è tornata alla mente un vecchia pippa che ogni tanto mi faccio quando ascolto le canzoni del periodo anni '70 dei Talking Heads, ovvero: Remain in Light, si sa, è il capolavoro delle Teste Parlanti, per tutti i motivi che conosciamo. Ma Fear of Music, personalmente, lo preferisco (se ce la fate ad aspettare ancora un attimo per la crocifissione...); e questo perchè (per sua fortuna) gli manca la monumentalità che c'è in Remain in Light, troppo perfetto per i miei gusti; non una nota fuori posto. Fear of Music, invece, lo trovo molto più sfaccettato e malato/schizofrenico con la sola panacea guaritrice di Heaven. Drugs, Life During Wartime, l'iniziale I Zimbra, Electric Guitar, Air , come dire, mi sembrano canzoni partorite più dalla pancia di Byrne che dalla testa di Eno, dando paternità certa ai suoni, nonostante, anche in Fear of Music ci fosse già lo zampino (non troppo invadente) di Brian Eno.
Bene. Dopo la breve pippa a cura di questo misero adulatore di Byrne & soci, sono pronto per la fustigazione. Astenersi perditempo o fan di Gigi D'Alessio, prego. Oppure, se volete, potete fare skip e andate avanti sul post riguardante il CBGB.
Ma l'argomento per il quale è nato questo post è l'operazione Lazzaro per resuscitare il locale (forse più famoso di New York), ovvero il CBGB. E pensare che il sig. Hilly Kristal lo battezzò nel 1973 per dare voce e strumenti al Country, BlueGrass e Blues. Ma quelli erano i giorni in cui il punk e la new wave avevano già sfondato la porta del rock e della ribellione, e questo, il lungimirante Kristal lo capì subito, lasciando il proscenio a gentaglia del calibro dei Ramones, Misfits, Television, the Patti Smith Group, Mink DeVille, The Dead Boys, The Dictators, The Fleshtones, The Voidoids, The Cramps, Blondie, The Shirts e Talking Heads (in rigoroso copia e incolla dal sito ufficiale); questo nei seventies. Mentre negli anni '80 il palcoscenico del CBGB fu il crocevia di band hardcore-punk quali U.S. Chaos, Agnostic Front, Murphy's Law, Cro-Mags, Warzone, Gorilla Biscuits, Sick of It All, e Youth of Today. La storia recente racconta della chiusura del CBGB nel 2006 a causa dei debiti (e/o anche perché hanno buttato via lo stampo degli anni ’70) e della morte del fondatore Kristal l’anno dopo. Fino ad arrivare all’annuncio di questi giorni della riapertura estiva del locale, ma solo per quattro serate, grazie ad un gruppo di investitori (???) che ne hanno acquistato, esclusivamente, il nome/marchio CBGB. I nuovi proprietari hanno dichiarato che la finalità di questa operazione (e figuratevi se non si buttavano a terra per non cadere), non è di tipo economico, ma esclusivamente dettata, dalla voglia di creare un nuovo spazio per fare esibire le nuove leve artistiche (ma davvero a New York hanno chiuso tutti gli altri locali?). Il nome CBGB, dunque, verrà usato per promuovere una serie di concerti per tutta l’estate che dovrebbe concludersi, se ci saranno le condizioni, con l’apertura di nuovo locale con la vecchia insegna. Questa, la fredda cronaca (come diceva Frengo e Stop). Questi, invece, i nomi di alcuni degli artisti che faranno parteciperanno ai concerti estivi: Guided by Voices, the Pains of Being Pure at Heart, Cloud Nothings, Cro-Mags, Vision of Disorder. Paragoni improponibili, ma tant’è. Cacciamo via i brutti pensieri (e gli insulti) con una bella compilation evergreen.
Bene. Dopo la breve pippa a cura di questo misero adulatore di Byrne & soci, sono pronto per la fustigazione. Astenersi perditempo o fan di Gigi D'Alessio, prego. Oppure, se volete, potete fare skip e andate avanti sul post riguardante il CBGB.
Ma l'argomento per il quale è nato questo post è l'operazione Lazzaro per resuscitare il locale (forse più famoso di New York), ovvero il CBGB. E pensare che il sig. Hilly Kristal lo battezzò nel 1973 per dare voce e strumenti al Country, BlueGrass e Blues. Ma quelli erano i giorni in cui il punk e la new wave avevano già sfondato la porta del rock e della ribellione, e questo, il lungimirante Kristal lo capì subito, lasciando il proscenio a gentaglia del calibro dei Ramones, Misfits, Television, the Patti Smith Group, Mink DeVille, The Dead Boys, The Dictators, The Fleshtones, The Voidoids, The Cramps, Blondie, The Shirts e Talking Heads (in rigoroso copia e incolla dal sito ufficiale); questo nei seventies. Mentre negli anni '80 il palcoscenico del CBGB fu il crocevia di band hardcore-punk quali U.S. Chaos, Agnostic Front, Murphy's Law, Cro-Mags, Warzone, Gorilla Biscuits, Sick of It All, e Youth of Today. La storia recente racconta della chiusura del CBGB nel 2006 a causa dei debiti (e/o anche perché hanno buttato via lo stampo degli anni ’70) e della morte del fondatore Kristal l’anno dopo. Fino ad arrivare all’annuncio di questi giorni della riapertura estiva del locale, ma solo per quattro serate, grazie ad un gruppo di investitori (???) che ne hanno acquistato, esclusivamente, il nome/marchio CBGB. I nuovi proprietari hanno dichiarato che la finalità di questa operazione (e figuratevi se non si buttavano a terra per non cadere), non è di tipo economico, ma esclusivamente dettata, dalla voglia di creare un nuovo spazio per fare esibire le nuove leve artistiche (ma davvero a New York hanno chiuso tutti gli altri locali?). Il nome CBGB, dunque, verrà usato per promuovere una serie di concerti per tutta l’estate che dovrebbe concludersi, se ci saranno le condizioni, con l’apertura di nuovo locale con la vecchia insegna. Questa, la fredda cronaca (come diceva Frengo e Stop). Questi, invece, i nomi di alcuni degli artisti che faranno parteciperanno ai concerti estivi: Guided by Voices, the Pains of Being Pure at Heart, Cloud Nothings, Cro-Mags, Vision of Disorder. Paragoni improponibili, ma tant’è. Cacciamo via i brutti pensieri (e gli insulti) con una bella compilation evergreen.
venerdì 18 maggio 2012
The Tallest Man On Earth – 1904
The Tallest Man On Earth, al secolo Kristian Mattsson. Per me è stata una bella scoperta di un paio di anni fa con il suo album The Wild Hunt. Chitarra, Dylan, Guthrie e tante storie da raccontare. Questa 1904 anticipa l'uscita del nuovo album There's No Leaving Now (prevista il 12 giugno). Non ha la presa rapida della bellissima King of Spain, ma da parte mia si meriterà gli ascolti dovuti per il nuovo disco.
giovedì 17 maggio 2012
Broken Water: underground+drown
Nero come la pece, anzi di più! Tempest, l'album dei Broken Water in uscita il 29 maggio.
Salute to rock'n'roll.
Underground
Drown
martedì 15 maggio 2012
Quando Bob Dylan morì
[tradotto grazie all'aiuto del "making sense" di casa, Elvira. Da leggere col sottofondo del brano sotto postato]
Quando Bob Dylan è morto il cibo era spazzatura e alghe. Scarpe alla porta, erba sul pavimento, l'odore del respiro, del cuoio, del carbone. Il letto d’ospedale appeso all’estremità della corda, mentre lo stridio dei bordi laterali si trasformò in una specie di risata. Spinta verso la finestra, (un piccolo quadrato aperto), una piuma di fumo saliva verso l’alto, era il giorno. Prima di mezzogiorno, persino.
Il giorno in cui Bob Dylan morì il suono della sua armonica divenne una missiva. Un ronzio assordante simile al lamento di un cane durante il suo lavaggio, o delle zuffe di Matthew Barney portato in galera per un colpo di vernice; una bomba inaspettata che si è spenta. Il suono dell’armonica crebbe e si diffuse in otto stati con una reazione a catena tale, che non si riusciva ad avere una conversazione all'esterno. La gente fracassò le chitarre che non riusciva più a suonare e i motociclisti sgommarono via incazzati e spaventati suonando come sirene.
Quando Bob Dylan è morto era guerra totale. Pacifisti assonnati si rifiutarono di sottostare ai nuovi incarichi, irritati dalla compressione informativa di tutta una vita. Alla verità venne dato un valore monetario e venduta pubblicamente nei negozi, quando una volta il business era felice come un porco federale cibato durante il sonno, un occhio aperto e una rassicurante pacca sulle spalle. Ma presto i segreti vennero rivelati e diffusi come la musica, i film, i libri e provarono a processare il cadavere di Dylan per conoscere la Verità. Ma il corpo venne rubato, portato in salvo e sigillato. Nessuno sa esattamente dove si trovi. Twitter pensa in Trinidad. Io credo a New York.
art and music by : Mountainhood
America 2
America 2 or Nahuel Huapa, A Saga: The Intense Vibes of the
Rainbow, A Tale of Transformation Of My Brother
New mammoth 2 disc set from Michael Curtis Hilde aka Mountainhood, following on from releases with Important, Reverb Worship and Blackest Rainbow.
Michael takes us on a lucid journey of far out lo fi folk over 2 discs and nearly 1 hour 50 minutes! This incredible album was recorded well over a year ago and has been in planning for nearly just as long! Ranging from the beautiful ("Have You Ever Wished") to the bizarre ("Tress Message (Nahuel In The Woods)") Michaels music is both emotionally exhausting and totally mind melting. A vast array of instrumentation is used to create a variety of moods and textures, mainly centred around Michael's unique and enchanting vocals, giving the album a strange sensation of late night camp fire psyche outs recorded onto tape and left for us to find decades later. This album is a wonderful documentation of Michael Curtis Hilde's Mountainhood project and it's overall sound and unique artistic vision, which is unlike anything else around at the moment.
venerdì 11 maggio 2012
Sad Baby Wolf - Everything Is
Straight from Albuquerque, New Mexico, il gruppo Sad Baby Wolf con dentro due membri degli ex-Shins (ma si sono sciolti?), Marty Crandall e Neal Langford. Questa è una cover di una canzone, Everything Is dei Neutral Milk Hotel che se ne va dritta dritta nel lettore mp3.
giovedì 10 maggio 2012
Living Things - Fake it Baby, Fake it (La Dame Nature)
Anche la miglior scopiazzatura necessita di talento. It's only R'R ...
lunedì 7 maggio 2012
This is the long Goodbye
You stormed my winter palace
You rid my heart of every bit of malice baby
You're how I won the war
Now your bags are packed
Your walking out the door
In every way
There is nothing to say anymore
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Take your records, leave me mine
You're the one who said
We lived it all on the borrowed time
So, at the end of the day
There was nothing to say anymore
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Leaving the past and you behind
This is the long goodbye
Take a good look, make it last
And when you've found the moments' past
Just remember that
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Leaving the past and you behind
This is the long goodbye
I'm ??? another time
This is the long goodbye
This is the long goodbye
This is the long goodbye
You rid my heart of every bit of malice baby
You're how I won the war
Now your bags are packed
Your walking out the door
In every way
There is nothing to say anymore
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Take your records, leave me mine
You're the one who said
We lived it all on the borrowed time
So, at the end of the day
There was nothing to say anymore
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Leaving the past and you behind
This is the long goodbye
Take a good look, make it last
And when you've found the moments' past
Just remember that
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
Nobody loved you like me
This is the long goodbye
Maybe the tears will never dry
This is the long goodbye
Leaving the past and you behind
This is the long goodbye
I'm ??? another time
This is the long goodbye
This is the long goodbye
This is the long goodbye
giovedì 3 maggio 2012
Aprile: cerniere, torri e dita appiccicose
Una decina di giorni fa, a distanza di pochi click l'uno dall'altro, mi si sono materializzati i Wilco di Yankee Hotel Foxtrot e Sticky Fingers degli Stones. Il tutto è partito dal doodle di google del 24 aprile che omaggiava la nascita dell’ingegnere svedese Gideon Sundback, inventore della cerniera lampo, il quale registrò nel 1917 il brevetto della sua “fermo separabile”, così chiamata dallo stesso Sundback, e che nello stesso anno, dopo essere stata utilizzata da un sarto newyorkese venne venduta in ben 24 mila esemplari. Beh, storia a parte, il parlar di cerniere lampo ha fatto sì che il cervello collegasse la zip alla copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones del 1971. E mentre andavo a ripescare altre notizie per combinare un post su questo connubio, su facebook, il link dei Wilco ricordava i suoi seguaci che il 23 aprile ricorreva il decennale dell’uscita del loro Yankee Hotel Foxtrot [che almeno per questa prima decade passata ci hanno risparmiato (in ogni senso) con la solita versione infarcita di outtakes e cazzatilie varie], pietra (ormai divenuta) miliare nella discografia rock di tutti i tempi che insieme al successivo A Ghost is Born, rimarranno, a mio avviso, gli ultimi colpi di coda di originalità, in ambito rock, degli ultimi dieci anni (sì, sì, anche i Radiohead, d'accordo, ora state buoni però). E siccome per entrambi, la copertina, rappresenta un valore aggiunto, sono andato a riprendere gli scritti sulle cover dei loro album, che Sergio Varbella a loro ha dedicato qualche numero fa, tra le pagine dell'ormai de cujus, Mucchio Extra. Buona lettura.
Yankee Hotel Foxtrot
Quando nell’aprile del 2002 viene pubblicato Yankee Hotel Foxtrot, non pochi credono di trovarvi chiari riferimenti all’attacco terroristico al World Trade Center di New York. In realtà il disco era stato registrato ben prima che gli aerei si infilassero nelle Torri Gemelle. Una connessione con l’11 settembre 2001, comunque c’è. Era infatti la data prevista per l’uscita, prima che la band fosse vittima della grande “riorganizzazione” della major Time-Warner e scaricata dalla sussidiaria Reprise. L’album viene pima messo a disposizione in streaming sul sito ufficiale dei Wilco e arriva nei negozi solo sei mesi dopo, grazie all’accordo con la Nonesuch (che fatto curioso, è sempre un marchio Warner). Guardando la copertina di Yankee nel 2002 era difficile che non venissero in mente le Twin Towers. Quelle che si stagliano nella foto, contro un cielo color crema, sono però le Torri di Marina City, un complesso residenziale e commerciale di Chicago. [S.V.]
Sticky Fingers
Chiamato a raffigurare il rock stonesiano del nuovo decennio, Andy (Warhol) riprende l’idea degli strati e si inventa un altro fenomenale gimmick: la fotografia sgranata in bianco e nero di un uomo in jeans, tagliata in modo che nella cover entri solo nella zona pelvica. Poi ci mette, lì dove dovrebbe essere, una cerniera lampo, vera e apribile. Allusione numero due. Parliamo sempre della versione originale, questa rintracciabile più facilmente da qualche amico sulla cinquantina. Aprendo la lampo si intravede la copertina interna che, logicamente, riporta la stessa foto senza i jeans ma con un paio di slip bianchi. E qui Andy sembra volerci dire che il sesso sta tutto nello strato sottostante, tra i solchi del disco, nei devastanti riff di Brown Sugar & co. […] il tempo non è dalla parte dei Glimmer Twins […] infatti tutte le copie originali di Sticky che mi sono capitate sotto gli occhi la cerniera non funziona più bene, deteriorata dal tempo e dalla ruggine. [S.V.]
mercoledì 2 maggio 2012
Sharpless - Greater Than
Eventually our heart can't seem to bear all the folding and the molding and the wear and the tear. And it starts to rip as we start to die. And there's nothing we can do but admit that we're scared of changing And somethings just are better not to keep inside.
martedì 1 maggio 2012
Tu Fawning: Anchor e Bones: assaggi di un grande disco in arrivo
Registrato tra Portland e San Francisco, uscirà il 4 maggio il secondo album dei Tu Fawning, dopo l'acclamato esordio Hearts On Hold (che mi sono perso, in verità in verità). Lo sto ascoltando col tasto repeat inserito e lo trovo davvero molto bello e intrigante. Mi piace la teatralità e la solennità della loro musica a ridosso dei The National, Portishead, Morphine, The Black Heart Procession e i Bad Seeds di Nick Cave. Siamo da quelle parti insomma, con la splendida voce di Corinna Repp che dà un ulteriore tocco magico al suono dei Tu Fawing, così raggiunto grazie anche a Joe Haege (31Knots, Menomena) e dai polistrumentisti Toussaint Perrault e Liza Rietz. A Monument (che rischia di diventare tale per quest'anno), è il titolo del disco e Anchor e Bones, sono le tracce da qui, legalmente, ascoltabili e scaricabili, che secondo me, non sono nemmeno le composizioni migliori dell'album, il cui maggior incanto si trova, invece, nel nucleo centrale con Blood Stains, Wager, Skin and Bone, tra le altre (Anchor e Bones aprono e chiudono il lavoro).
Due date italiane a maggio per la band, Vittorio Veneto e Roma. Buone nuove, finalmente.
Bones
Anchor
Due date italiane a maggio per la band, Vittorio Veneto e Roma. Buone nuove, finalmente.
Bones
Anchor
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