giovedì 16 aprile 2009

MALAKAI - Ugly Side Of Love

Trattasi approssimativamente di schegge di puro intrattenimento. I ricordi di un esordio così accattivante si perdono tra i solchi di Gallowsbird's Bark dei Fiery Furnaces del 2003 (quello fu l’anno anche dell’altro grande esordio a firma degli Okkervil River). Anche allora i fratellini Friederberger di Chicago mi spiazzarono per via del loro talento, alquanto imprevedibile, in grado di imbastardire i canoni classici del blues e del rock con le sonorità più disparate. Un po’ come ha fatto Beck. E come ha fatto questo duo inglese di Bristol, i Malakai. Hanno preso le chitarre, la batteria e qualche marchingegno elettronico del vivere attuale e ci hanno ricamato 14 visioni che sono blues, psichedelica, vintage, Isaac Hayes, Hendrix, anni ’70 e pantaloni a zampa d’elefante. La voce di Gee arricchisce le composizioni, e quando tira di blues ricorda molto quella di Shawn Smith (leggi Satchel e Brad). È uno di quei dischi, poi, che immancabilmente mi fa tornare alla mente questo o quel film, e Ugly Side Of Love, ad esempio, lo vedrei bene, in forma cazzonara da accompagnamento a uno degli episodi, meglio il primo, della saga dell’imbranato agente speciale 007 Austin Power. Un album che parla del lato sporco dell’amore e che alla fine dei suoi 35 minuti, ti lascia le mani unte di grasso. Shitkicker, Snowflake, How Long, Fading World, solo alcune delle impronte lasciate dai Malakai in questo disco. Clap your hands, say Wow!
http://www.myspace.com/malakaibristol
Gianni Ragno


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