venerdì 12 dicembre 2008

GLI ITALIANI LO FANNO MEGLIO

Moltheni - Natura in Replay (1998)


Per essere originale lo è stato abbastanza da non entusiasmare più di tanto la critica al Festival di San Remo nel 2000 con il brano Nutriente ( sigh !!!). E’ da qui che vorrei partire per provare a descrivere il personaggio Moltheni , alias Umberto Giardini nato a S.Elpidio e cresciuto artisticamente in quel di Bologna, noto per la sua strana somiglianza vocale con Carmen Consoli (oltre che con Beck secondo la rivista Il Mucchio Selvaggio) con cui condivide oltre che il modo di cantare singolare ( tanto da definirlo un clone maschile della “cantantessa” ) anche la produzione musicale di F. Virlinzi, fautore di quella etichetta musicale che fu la Cyclope Records.
Di Virlinzi si sa, la prematura scomparsa fece si che la stessa etichetta finì di esistere.
Moltheni, invece, tenne banco, forte della sua esperienza con gli Hameldome ad Arezzo Wave e degli anni in giro per la Scozia a farsi la scorza, dimenandosi in un periodo dove Scisma, Afterhour e Verdena pure si affacciavano sul palcoscenico italiano.
Pubblica appunto il primo lavoro nel 1998, “Natura in Replay“, lavoro in cui la semplicità non sottrae nulla alla originalità e nulla aggiunge al dilettantismo.
Semmai le sue liriche, nude e di linguaggio esplicito, tanto da destare sbigottimento, delineano la sua posizione di fronte all’universo femminile (mai tormentato o complicato) e di fronte alla possibilità di competere con il bene ed il male.
Gli accostamenti non mancano, N. Drake, J. Buckley, o ancora Smiths e Nirvana.
Il suo modo di suonare la chitarra è tale da rendere la stessa strumento protagonista nella sua semplicità e limpidezza; il suo stile ruota attorno alla possibilità di sviluppare armonie ipnotiche non omologabili e con densità unplugged, affiancate da suggestivi “piano Wurlitzer”.
Difficile segnalare questo o quel brano da questo disco, il tutto gira nel lettore come un continuo flusso seducente, con testi pieni di cinismo ed autoironia, capaci di portarti all’essenza delle cose.
Non è facile comprendere certe sfumature, ragione per cui la critica non lo apprezza troppo, definendolo intimista e pessimista (ma non si disse lo stesso di Tenco ?)
Successivamente alla pubblicazione dell’album d’esordio cerca di dare una sterzata al suo modo di proporre la sua musica, dedicandosi anche a stili di musica diversi come un sano stoner–rock italiano, ma non troppo, finendo per ritornare alle origini.
Un bel biglietto da visita in tempo di caccia grossa al consenso ( X Factor docet ). Personalmente non me lo perdo di vista: prendere o lasciare!!!
Giamp


... CHE TRADOTTO IN MUSICA ...

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