lunedì 28 settembre 2009

THE ALMIGHTY DEFENDERS - (ST)
Sembrava essersi chetata la sfornata di grande musica del 2009 e invece le belle uscite continuano a proliferare; in questo caso però è davvero un’ottima uscita. Si tratta della prima degli Almighty Defenders, statunitensi della California. La prima cosa che mi fanno venire in mente sono i Megapuss di Banhart, sia per il fatto di aver unito le forze di progetti diversi (questo comprende i Black Lips, King Khan e Mark Sultan) sia per le sonorità presenti nell’album soventi tendente al cazzeggio. Ma la maestria messa in campo dagli Almighty li mette un paio di gradini sopra ai Megapuss, perché dalle canzoni viene fuori un’anima nera primordiale che non si scorge granchè nella band di Banhart. Si prendano ad esempio i rockabilly gospel dell’iniziale All My Loving e di She came Before Me (chissà di cosa parla il testo … mmm … ). La successiva The Ghost With The Most che sembra uscita dalle Iene di Tarantino; la distorta e beatelsiana Bow Down And Die seguita da una Jihad Blues … da pupille dilatate … C’è il fantasma di Isaac Hayes che aleggia in I’m Coming Home. E la conclusiva preghiera The Great Defender assolutamente indicata per il giorno del giudizio universale: 5 minuti di pura estasi psichedelica. In definitiva un più che lusinghiero esordio, nel quale Jon Spencer (quello con la Blues Explosion in coda) incontra James Brown nel tentativo (ancora una volta) di sradicare il blues, il soul e il funky dal terreno, per rimpiantarli con innesti di ottimo peyote. Un viaggio … anzi un trip. Se ne esce disturbati e soddisfatti.
Gianni Ragno

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