Svarione in area di rigore
(Ovvero rilettura di un album)
Il vino si sa con gli anni migliora, a meno che la negligenza umana non ne causi un improvviso acetire. Così succede che nel rispolverare Riot Act, album su cui il sottoscritto ha soprasseduto, ci si accorga che la mano dell’uomo lo ha conservato così come era. A dire il vero lo trovo, seppure più robusto e tannico, molto al di sotto delle aspettative ora più che mai.
Disco che ha segnato lo sblocco dello scrittore. Gli eventi infausti (11 settembre- Guerra Irak- Roskilde) crearono un evidente blocco della stesura del disco da parte di Vedder e soci. Disco anche del dolore per i Pearl Jam. Il dolore che prende forma in questo disco e risponde materializzandosi alla sua maniera (particolarmente in Arc, un vero e proprio canto funebre di matrice Nativi d’America, con incisione di ben 10 voci).
Ma il brano con cui rispondono esattamente al dolore per la scomparsa di nove vite mai conosciute è Love Boat Captain. Una metafora, quella di Love Boat Captain, che rievoca valori come fede–amore-morte. In questo brano riferimenti espliciti all’amore e citazioni gratuite ai Beatles “…All you need is Love, love love” . Il tema della morte compare su più brani in questo disco, che snocciola anche brani come I Am Mine in perfetto stile Zeppeliniano ed attinge a piene mani alle roots del territorio classico; la canzone sembra essere nata appositamente per essere un singolo di impatto, un brano piacione. Cosa evidente dato i passaggi nelle radio usualmente dedite a programmazioni commerciali. Altra composizione tipicamente ‘vedderiana’ è Can’t Keep. Scritta primitivamente solo con l’ukulele, strumento tanto caro a E. Vedder, (tanto da tirarlo in ballo nel suo ultimo lavoro Into The Wild) , è una sorta di viaggio interiore dove la perdita dell’innocenza fa il pari con la rivolta politica.
Da segnalare anche la possente SaveYou, registrata ed incisa dal vivo - in fondo i live sono la vera forza dei PJ - tanto da poter in questo caso competere e superare gli show degli U2. La registrazione dal vivo avvenne per mantenere alto il livello del disco, per volontà dei produttori Brendan o’Brien ed Adam Kasper e donare distanza dal precedente esperimento che fu Binaural, album nebuloso ed alieno.
Con Riot Act i PJ ritornano se non altro sul pianeta terra imbracciando le chitarre elettriche, ma senza quei riff per cui ce ne siamo innamorati. Il resto dei brani, a firme varie, sono un compendio di ciò che i PJ sono stati negli anni. Una ulteriore ultima nota va spesa per Bushleaguer brano che si è resa nota per il gesto di piantare sull’asta del microfono una maschera di Bush, creando polveroni di varia natura, nient’altro. Questo ostinarsi a fare per forza l’ alter ego non giova ai PJ che se avessero tentato di rimanere tali (rockettari !!!!) avrebbero dato alla luce vini di maggiore genuinità. Si sa oggi vinificare è divenuta un’arte e con l’arte non si scherza. Non bisogna per forza di cose inventarsi alchimie per rimanere sulla cresta dell’onda. Di certo questa di Riot Act non è la band che abbiamo ammirato in Ten (e per fortuna oserei dire!!! ) ma nemmeno quella di Binaural che cronologicamente è la più vicina ma anche la più distante in termini musicali. Forse Riot Act è più vicino a Vs o No Code di quanto non lo si possa immaginare. Note e venature punk e grunge si percepiscono maggiormente che in altri recenti lavori. Anche la capacità compositiva di McCready e Ament è mutata, meno groove e più mente. Cameron si sa non è Irons (ora farò felice un amico !!!) seppure suoni in maniera più potente, più tecnica, ma meno stravagante. Per non parlare poi della tecnica vocale di Vedder che a mio avviso ha preso lezioni di canto ed affinato l’interpretazione ma in termini di spessore, dona poco alla complessità del disco . "È un arte convivere col dolore, nel grigio mischiare la luce. Abbiamo perso 9 amici che non conosceremo mai, 2 anni fa, oggi. E se le vite divenissero troppo lunghe ciò accrescerebbe il nostro rammarico". (Love Boat Captain)
Buon ascolto
Giamp
Pearl Jam - Love boat captain
1 commento:
sopatacc'...missione compiuta!
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