lunedì 11 maggio 2009

Buon viaggio e dimenticate la mia faccia!

Nel ri-leggere la parabola artistica di Syd Barrett - al secolo Roger Keith- quello che mi ha maggiormente colpito è aver visto una delle rare foto dei Pink Floyd composta da cinque elementi. Una foto che ritrae Waters, Gilmour, Wright e Mason ben a fuoco, mentre alle loro spalle spunta, leggermente sfuocata, la sagoma di Syd. Quasi a voler ormai lasciar intuire che da li a poco quella forza si sarebbe spezzata. Barrett stava scomparendo dal gruppo…
Lui diceva addio alla fama (che lo vedrà invece percorrere una breve ma intensa carriera da solista) e lentamente sparire e sottrarsi all’attenzione del pubblico. Una scelta a dir poco discutibile ed eccentrica, se collocata ai giorni nostri. Oggi a distanza di anni, le ricerche e i contributi storici ci hanno permesso di sapere di più, sulla sua vita, di quanto non ne sapessero gli appassionati di trent’anni fa. Rimane però il dubbio che qualcosa di aureo e misterioso sia rimasto all’interno della sua storia. Ed è questa sorta di "je ne sais quoi” che aggiunge enigmaticità ed alimenta il mito di Syd.
Nel rileggere i volumi a lui dedicati si esce confusi ancor di più dalla presa di posizione artistica, ma ancor di più dall’uomo Barrett grazie anche ai contributi degli amici (tra cui Waters amico sin dai tempi del liceo a Cambridge) che lo hanno inseguito sino alla fine dei suoi giorni, descrivendolo come un ragazzo sempre allegro, adorabile e sorridente. Sulle lampanti qualita artistiche di freschezza e originalità lirica, che lo collocano di fronte all’ingrato compito di emulare alcuni tra i più grandi songwriters suoi contemporanei (Dylan - Lennon) i dubbi sono ben pochi. Molti poi, gli artisti che di seguito si ispirarono al suo modo di comporre, ne cito uno su tutti: Nick Drake. Come ben emerge dai testi delle sue canzoni, per Barrett i pezzi erano frutto di una particolare circostanza mentale. Una sorta di fotogramma personale fermato nel tempo da parole e accordi. Un incontro tra il mondo fiabesco e poetico ( allusioni e spunti da Joyce a Wilde o Borrough ) ed una realtà a tratti distorta ma contemporanea alla sua vita.
Una formula che come si sa non ha retto l’impatto della logica industriale della produzione discografica. Difficile se non impossibile addirittura, fare delle analogie con le due vicende - artistica e personale-.
Infanzia terribile, tradimenti da parte dei suoi amici non rendono grazie alla sua mente/ psiche, già segnata. Fino alla scelta, appunto eccentrica, di sottrarsi ai riflettori; ingigantita da una falsficazione giornalistica della sua vita, che ha portato per molti anni i suoi fan a testimoniare l’affetto anche con campagne di opposizione al sistema denigratorio e allarmistico che i mass-media hanno a più riprese attuato. Insomma una vicenda quella di Syd Barrett che non finirà di incuriosire e appassionare intere generazioni a venire e quanti che con rispetto dopo la sua morte tentano di rendere pace alla memoria dello stesso Syd.
Giamp

SYD BARRETT - Gigolo Aunt

2 commenti:

Resto In Ascolto ha detto...

vai alla grand Giamp!

Giamp ha detto...

Errata corrige....Non Gilmour Ma Waters.........
Grazie a d ogni modo....