
Voli in aereo, paesaggi, posti nuovi, vecchie conoscenze, strumenti, palchi, strette di mano, applausi, la strada verso casa, buone e cattive notizie. Due anni in giro per concerti trascorsi a viziare le platee di mezzo mondo e a stampare ben in mente tutte gli scorci di vita, vissuti sulla pelle. Il tempo di scendere, poi, la scaletta dell’aereo, entrare in studio di registrazione e riportare fedelmente una a una tutte le sensazioni in un nuovo album, The Album, appunto. Amo i Wilco. 15 anni di carriera e un gruppo con un’identità musicale sempre ‘work in progress’ e una visione consapevole della vita (quella di Tweedy) e delle tragedie e degli amori che porta con se. Una maniera di porsi, però, mai eccessivamente musona o fastidiosamente sdolcinata, ma che tiene i piedi ben ancorati alla terra e un palloncino gonfio di elio in mano. Della band degli esordi ‘classic roots’ di A.M. del 1995 è rimasto il solo padre fondatore Jeff Tweedy e il bassista John Stirrat. Negli anni, poi, si sono alternati una decina di (grandi) strumentisti, compreso Jim O’Rourke, che ha suonato e prodotto in Yankee Hotel Foxtrot del 2002. Ognuno a modo loro ha contribuito all’evoluzione del sound Wilco, portando la band ad ottenere i famosi awards per A Ghost Is Born del 2004, un ulteriore passo avanti (forse troppo lungo) nella sperimentazione. Ma, vivaddio, Tweedy si è guardato bene dal trasformare la sua creatura in un clone degli attuali, narcisisti e ottusamente recidivi Radiohead (qualcuno prima o poi gliela darà na botta in testa per farli rinsavire). Accade allora che nel 2007, dopo il Live In Chicago del 2005 impresso su doppio cd, i Wilco, in barba agli alternativi oltranzisti incidono un classico, Sky Blue Sky. Band impeccabile, a partire dal ricamatore-chitarrista Nels Cline, passando per i multi strumentisti Pat Sansone e Mikael Jorgensen e l’estroso drummer Glenn Kotche. Il nuovo album, dunque, forse più concettualmente slegato del precedente, risulta però più genuino e diretto, nel quale i Wilco (re)interpretano, con la solita maestria e con il cuore in mano, gli stilemi della ballata tradizionale americana come in Deeper Down. One Wing e Country Disappeared, a volte rileggendoli come nell’introduttiva Wilco (the song), (la monumentale)Bull Black Nova, I’ll Fight ed Everlasting, cibando l’anima in altre con You Never Know e Sunny Feeling. Un album che entra a pieno titolo tra i migliori, nella vendemmia di quest’annata DOC 2009.
Gianni Ragno
Exclusive Wilco Song | ||||
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1 commento:
One wing un probabile hit, ve lo giuro sui Beatles!!!!
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