(Bagno di fine estate nel Mississipi)
Il dubbio è di rigore…. Intendo dire: sarebbe riuscito Dan Auerbach nell’intento di coniugare amore e sofferenza, ingredienti indispensabili per un album blues che si rispetti?
Basterebbero scale blues, una manciata di accordi, una chitarra malconcia, il lento incedere dei polpastrelli sulle corde arrugginite di una chitarra per risolvere l’annoso problema? Può da solo il chitarrista e cantante del duo Black Keys - come nella miglior tradizione musicale - riuscire nell’intento di discostarsi dai lavori fatti in precedenza e superarsi se non almeno uguagliarsi nell’intento? Direi proprio di si. L’ascolto di Keep It Hid fuga ogni dubbio e ad una valutazione oggettiva troviamo che le composizioni sono davvero quanto di più blues abbiamo ascoltato nell’ultimo periodo. Sembra lontana la rabbia di Trickfreakness o l’assemblaggio ritmico di Attack and Release. Spolvera nell’ancestrale, nei campi di cotone, nella terra rossa d’Africa e sviluppa sonorità degne dei migliori bluesman. Muddy Waters, Robert Jonhson, BB King, Eric Clapton ( Cream ), Led Zeppelin o ancora a quanto di acustico abbia saputo regalarci il Boss negli anni, prima di appesantirsi ulteriormente con con la E- Street Band-. Scatena la sua visceralità. Amore e sofferenza, così come nella tradizione, qui l’anima del blues traduce la vita di ogni essere umano. Non lasciatevi confondere da canzoni apparentemente spensierate, Keep It Hid è davvero la quintessenza del blues a marchio Dan Auerbach. Il miglior ascolto della categoria per questa estate 2009. Buon ascolto.
Giamp
Basterebbero scale blues, una manciata di accordi, una chitarra malconcia, il lento incedere dei polpastrelli sulle corde arrugginite di una chitarra per risolvere l’annoso problema? Può da solo il chitarrista e cantante del duo Black Keys - come nella miglior tradizione musicale - riuscire nell’intento di discostarsi dai lavori fatti in precedenza e superarsi se non almeno uguagliarsi nell’intento? Direi proprio di si. L’ascolto di Keep It Hid fuga ogni dubbio e ad una valutazione oggettiva troviamo che le composizioni sono davvero quanto di più blues abbiamo ascoltato nell’ultimo periodo. Sembra lontana la rabbia di Trickfreakness o l’assemblaggio ritmico di Attack and Release. Spolvera nell’ancestrale, nei campi di cotone, nella terra rossa d’Africa e sviluppa sonorità degne dei migliori bluesman. Muddy Waters, Robert Jonhson, BB King, Eric Clapton ( Cream ), Led Zeppelin o ancora a quanto di acustico abbia saputo regalarci il Boss negli anni, prima di appesantirsi ulteriormente con con la E- Street Band-. Scatena la sua visceralità. Amore e sofferenza, così come nella tradizione, qui l’anima del blues traduce la vita di ogni essere umano. Non lasciatevi confondere da canzoni apparentemente spensierate, Keep It Hid è davvero la quintessenza del blues a marchio Dan Auerbach. Il miglior ascolto della categoria per questa estate 2009. Buon ascolto.
Giamp
4 commenti:
Bello, bellissimo...eppure fino in fondo non mi ha convinto...sembra manchi un po' di sale...
Si può darsi che manchi di sale, ma come tu sottolineavioggi trovare la nuova grande cosa è compito assai ingrato. Magari lo proponiamo a Robè Giuffrè per convincerlo che il mondo non si è fermato ai TH o PF.....
Ovviamente cercavo il pelo nell'uovo. A Roberto, beh, magari se gli passiamo Auerbach con un po' di ... pro(fumi) orientali... ci cascherebbe...
Beh credo che Dan ( non Peterson) in quanto a pro(fumi) potrà essergli utile!!!!
Stay tuned
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