WILD BEASTS - Two Dancers
Una cosa è certa nell’ascolto di Two Dancer - secondo episodio della epopea Wild Beasts-:
“Jimmy Sommerville è vivo e vegeto”, continua a mietere il grano e magari qualche lezione di canto a Thorpe ( non il campione di nuoto Ian) l’ avrà di sicuro data. Così come il bassista Fleming ( non quello della penicillina) di nascosto avrà incontrato Guy Garvey degli Elbow.
Un disco questo Two Dancers che si maschera di richiami New Wave, un disco che gioca sulla possibilità di far convergere dimensioni sonore levigate, glabre, con un contenuto lirico aggressivo e penetrante., quasi un manifesto della nuova gioventù britannica , inappagata e volta al teppismo. Elementi musicali che contornati da chitarre che limano i dettagli, costruiscono riff centrali ricamano trame inconsuete e piene di mille sfaccettature . E come se all’interno dello stesso disco convivessero molteplici anime. Editors, Duran Duran, Roxy Music, Stranglers ( a quando un pezzo su di loro?) Elbow, Bee Gees e Antony & the Johnsons.
Tutto elegantemente piallato ed assemblato pronto per essere montato come quei mobili di una nota catena sedese. Ci si augura che i ventenni ( Wild Beasts ) di oggi abbiano lunga vita.
Si sa che i falsetti e gli orpelli non hanno il dono della bellezza universalmente riconosciuta.
Non durano per sempre. Per ora ci resta la voglia ( seguendo le leggi del diletto) di beneficiare di questo disco. Buon ascolto
Giamp
“Jimmy Sommerville è vivo e vegeto”, continua a mietere il grano e magari qualche lezione di canto a Thorpe ( non il campione di nuoto Ian) l’ avrà di sicuro data. Così come il bassista Fleming ( non quello della penicillina) di nascosto avrà incontrato Guy Garvey degli Elbow.
Un disco questo Two Dancers che si maschera di richiami New Wave, un disco che gioca sulla possibilità di far convergere dimensioni sonore levigate, glabre, con un contenuto lirico aggressivo e penetrante., quasi un manifesto della nuova gioventù britannica , inappagata e volta al teppismo. Elementi musicali che contornati da chitarre che limano i dettagli, costruiscono riff centrali ricamano trame inconsuete e piene di mille sfaccettature . E come se all’interno dello stesso disco convivessero molteplici anime. Editors, Duran Duran, Roxy Music, Stranglers ( a quando un pezzo su di loro?) Elbow, Bee Gees e Antony & the Johnsons.
Tutto elegantemente piallato ed assemblato pronto per essere montato come quei mobili di una nota catena sedese. Ci si augura che i ventenni ( Wild Beasts ) di oggi abbiano lunga vita.
Si sa che i falsetti e gli orpelli non hanno il dono della bellezza universalmente riconosciuta.
Non durano per sempre. Per ora ci resta la voglia ( seguendo le leggi del diletto) di beneficiare di questo disco. Buon ascolto
Giamp
1 commento:
Devo dire che sono stati un bella sorpresa per me. In effetti il cantato assomiglia a quello di Antony e ci aggiungerei che molte sonorità sono riscontrabili in Speaking in Toungue dei Talking Heads. Quando si dice una band seminale. un 7 e + .
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