Fedeli alla linea
E la lista è molto lunga. La prima cosa che mi è venuta in mente sono i CCCP, CSI che dir si voglia, che ritrovo in particolare nel modo di cantare di Appino e in generale anche in alcune sonorità presenti nel disco. Molti li conoscono come quelli che hanno fatto un disco, Villa Inferno, con la collaborazione di Brian Ritchie dei Violent Femmes. Questo invece è il loro primo album tutto in italiano anche se hanno già fatto sapere che non sarà certo una regola. L’album si segnala in particolare per i testi, molto arrabbiati ma non urlati e mai banali. La presenza di NADA (sempre più a suo agio con la parte alternativa della musica italiana) impreziosisce il disco in Vuoti a Perdere cantata tutta da Lei in un un tirato funy con finale spumeggiante rock che riporta la mente a tali Litfiba dei periodi migliori. Le altre canzoni dell'album che più mi hanno convinto dell’album sono la lunga e bellissima It’s Paradise, Gente di Merda già presente nella compilation Il Paese è Reale curata da Manuel Agnelli degli Afterhours (qui la recensione) e la conclusiva Canzone di Natale. In definitiva un lusinghiero album elettroacustico che lascia ben sperare per un luminoso futuro della band, in italiano o no.
Gianni Ragno
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