(canzoni per un pronto risveglio .. dal coma)
Se ne parlava proprio con Giamp quest’estate durante un “breefing” cestistico. Io gli raccontavo di un mio episodio legato ad un salvataggio emotivo ad opera dei Wilco e di come a volte anche il solo ascolto di alcune note possa dare dei benefici psichici. Giamp, da par(amedico) suo, mi menzionava di alcuni studi fatti in Inghilterra a proposito dell’utilità della musica applicata ad alcuni casi di Alzheimer. E proprio nel numero di novembre del Mucchio ho letto un’intervista al professor Marco Tosolini, (docente del conservatorio musicale di Trieste e collaboratore dell’associazione Il Flauto Magico) studioso degli effetti dell’ascolto della musica nei pazienti in coma, alla luce dei vari casi di risveglio rilevati in diverse parti del globo terrestre. Ma quello che più mi premeva postare (il 14 prendo l’aereo per andare a vedere i Wilco), era un testamento sonoro nella (scongiuriamo qualsiasi malaugurata e per la serie grattatio pallorum…) ipotesi dovesse capitare sull’aereo un terrorista che rimasto senza biglietto decida di farlo precipitare e per questo finire in stato comatoso. Detto che aborro l’idea di un’eventuale accanimento terapeutico, non vorrei perdere, invero, l’occasione di essere un testimone attenibile di questi studi e poi, detto com’è, ascoltare un po’ di buona musica per qualche giorno, senza essere disturbato non mi dispiace affatto (troppo cinico?). E per accelerare questi test, meglio che la mia dolce metà venga già pronta con il materiale occorrente, anche perché se dovesse farmi ascoltare tutti i cd in mio possesso, finisce che Lei entra in coma e io ne esco (… mmm, però … il delitto perfetto mmm … non ci avevo mai pensato).
Le canzoni, ma anche semplicemente un accordo, un soffio, un passaggio armonico, che vado a elencare, sono quelle che per chissà quale ragione hanno maggiormente smosso i neuroni e quasi tutte dall’andamento lento-moderato-mezzotempo: la prima è Man Of The Hour dei Pearl Jam “Ora l'uomo del momento/ha fatto il suo ultimo inchino/mentre cala il sipario/io credo che questo sia semplicemente/un arrivederci, per ora..." I Wilco con Either Way “forse domani il sole splenderà/le nuvole spazzate via/forse non avrò paura/e proverò a capire/in ogni caso”. A proposito di flauto non può mancare quello magico suonato dai King Crimson in I Talk To The Wind dei “Parlo al Vento/le mie parole vengono spazzate via/parlo al vento/ma il vento non ascolta/il vento non può ascoltare”. E ancora l’armonica iniziale di The River di Springsteen, i ritmi cupi di One Tree Hill degli U2, la ballata dolente di The Dancer di PJ Harvey, la catarsi finale di Grace di Jeff Buckley “And I feel them drown my name So easy to know and forget with this kiss I'm not afraid to go but it goes so slow”, il ritornello di Back of My Mind di John Hiatt, la batteria di Kenny Aronoff in Rain on The Scarecrow di Jonh Mellencamp. Un’ultima e preziosa rimembranza per This is the Sea dei Waterboys con la sua musica che è il Mare ed un testo che mi accompagna da tempo immemore e che della vita è una delle più belle metafore “Ascolta c’è un treno che arriva/è tuo se ti affretti/hai ancora tempo/e non c’è biglietto da pagare/non ci sono tasse da pagare/perché quello era il fiume/ma questo è il Mare". Ma se tutto questo non dovesse bastare a scuotermi non dimenticatevi della versione country di I Don’t feel Like Dancing…ha quel non so che …
Le canzoni, ma anche semplicemente un accordo, un soffio, un passaggio armonico, che vado a elencare, sono quelle che per chissà quale ragione hanno maggiormente smosso i neuroni e quasi tutte dall’andamento lento-moderato-mezzotempo: la prima è Man Of The Hour dei Pearl Jam “Ora l'uomo del momento/ha fatto il suo ultimo inchino/mentre cala il sipario/io credo che questo sia semplicemente/un arrivederci, per ora..." I Wilco con Either Way “forse domani il sole splenderà/le nuvole spazzate via/forse non avrò paura/e proverò a capire/in ogni caso”. A proposito di flauto non può mancare quello magico suonato dai King Crimson in I Talk To The Wind dei “Parlo al Vento/le mie parole vengono spazzate via/parlo al vento/ma il vento non ascolta/il vento non può ascoltare”. E ancora l’armonica iniziale di The River di Springsteen, i ritmi cupi di One Tree Hill degli U2, la ballata dolente di The Dancer di PJ Harvey, la catarsi finale di Grace di Jeff Buckley “And I feel them drown my name So easy to know and forget with this kiss I'm not afraid to go but it goes so slow”, il ritornello di Back of My Mind di John Hiatt, la batteria di Kenny Aronoff in Rain on The Scarecrow di Jonh Mellencamp. Un’ultima e preziosa rimembranza per This is the Sea dei Waterboys con la sua musica che è il Mare ed un testo che mi accompagna da tempo immemore e che della vita è una delle più belle metafore “Ascolta c’è un treno che arriva/è tuo se ti affretti/hai ancora tempo/e non c’è biglietto da pagare/non ci sono tasse da pagare/perché quello era il fiume/ma questo è il Mare". Ma se tutto questo non dovesse bastare a scuotermi non dimenticatevi della versione country di I Don’t feel Like Dancing…ha quel non so che …
Gianni Ragno
3 commenti:
hai dimenticato il discorso di insediamento di berlusconi alle elezioni del '94...........
Roba da resuscitare anche gli zombie del video bad di M. Jackson!!!!!
Dimenticavo......Buona comunque l'idea che hai lancito. Se vieni dove lavoro( ma te losconsiglio vivamente in quanto infestato da GuardieNazionalPopolariAntiMeridionalisti) la playlist la sciagliamo insieme, il reparto non è molto accogliente ma per tinteggiarlo con tinte psichedeliche ci vuole poco, basta dare manoo libera ai nostri figli e munirli di Pistole spara H2O cariche di Colori.....
bene allora fammi sapere le tue canzoni terapeutiche
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