lunedì 2 gennaio 2012

RESTO IN ASCOLTO: playlist del 2011

Giusto qualche considerazione.

1) Ormai gli anni in musica se ne vanno così: tantissime uscite a riempire l’hard disk, con un buon 70% che viene spazzato via da un unico ascolto; nel rimanente 30% ci sono quei 4-5 cd che davvero mi sono piaciuti e che meritano il sacrificio economico, una decina che NON mi sono dispiaciuti e dai quali prendo quelli buoni per riempire la classifica e una restante discreta quantità dai quali prelevare 1-2 canzoni per ingrassare il lettore mp3 dell’auto alla voce VV.AA.

2) Felicitazioni per il nuovo rinascimento musicale italiano, ma personalmente a parte Cristina Donà e Paolo Benvegnù, gli altri pochi dischi ascoltati non hanno superato l’esame. Di certo ce ne saranno molti che avrebbero meritato la necessaria attenzione, ma anche loro pagano la quantità esorbitante di uscite, per cui, per me, diventa fondamentale la ghigliottina usata al primo ascolto dell’album.

3) Anno 2011 nel nome delle donne che si sono distinte con pregevoli dischi: da ricordare in particolare l’esordio pompatissimo di Anna Calvi, ma la ragazza sembra avere le carte in regola per fare qualcosa di importante; il ritorno in splendida forma di Linda Perry, ex 4 Non Blondes, oggi col nome di Deep Dark Robot; non è mancato il cantautorato ‘puro’ nel quale ha detto la sua anche Feist alla quale, però, ho preferito Margreta Irglova, e la conferma di un’artista incredibile qual è, PJ Harvey che continua a sperimentare e a cambiare rotta ad ogni disco così come ha fatto anche in Let England Shake; solo che quando si reinventa in maniera così netta e decisa, finisce col lasciarmi indifferente emotivamente.

Questi, allora, i magnifici 10 (o qualcosa di simile):


Motopony [st]


Confermo l’esordio dei Motopony quale miglior titolo dell’anno. L’indie-folk più “sperimentale” del 2011. Album senza schemi affidato alla scarna strumentazione e alla splendida voce di Daniel Blue: disco leggero (King of Diamonds, Seer, I am My Body) e appassionato (God Damn Girl, Wake Up, Euphoria). [amazon e 1]

King of Diamonds


tUNE-Yards - Whokill


A proposito di donne: il secondo album dei tUNE-yARDS, Whokill è stata una botta di vita e gira nel mio lettore ancora alla grande. Merrill Garbus è un’incredibile artista! e quando riesce ad addentrarsi nel blues di Powa colpisce dritta nel segno. World music aggiornata al terzo millennio. [amazon e 2]


My Country



John Shipe - Villain


Un esordio del genere ‘americana’ che mi piacque oltre misura è legato al nome di John Shipe. Ediosolosa quanto ho bisogno di queste canzoni durante l’anno, che quando sono ben scritte e interpretate sono la compagnia ideale dei miei viaggi reali e immaginari: Villain adesso è nella cdteca accanto a Coup de Grace di Willy de Ville. [amazon e 3]

What Right Do We Have To Fall in Love




Wilco - The Whole Love

Dopo i primi ascolti di The Whole Love ho capito che dai Wilco non ci possiamo aspettare più un altro A Ghost is Born o un nuovo Sky Blue Sky. Assimilato il concetto, un nuovo album dei Wilco diventa un’altra raccolta di splendide canzoni da innamorarsene e collezionare gelosamente: Born Alone, Dawned On Me, Art of Almost e Black Moon le mie preferite. [amazon e 4]

Born Alone



The Decemberists - The King is Dead

Discorso simile vale anche per The Decemberists, tornati alla forma canzone classica in tutta la loro semplicità e bellezza e Colin Meloy è il cantastorie dei giorni nostri: scrive e interpreta sempre magistralmente le sue storie in musica: The King is Dead, album da 8 pieno con This Iis Why We Fight su tutte. [amazon e 5]


Down By the Water


Terminati gli acquisti avrei terminato anche di parlarvi dei miei preferiti, ma almeno altri 5 dischi meritevoli di nomina li faccio perché hanno di fatto allietato il mio 2011 musicale.

J. Mascis - Severals Shades of Why

In termini cestistici J Mascis sarebbe stato il mio 6° uomo. La prova solista del Dinosauro jr è stata una piacevole sorpresa. Sobrio ed elegante, Several Shades l’ho trovato maturo dal punto di vista compositivo, senza sbavature e con una Not Enough tra le mie canzoni del cuore di sempre.


Not Enough


Dan Adriano - Hurricane Season

Altro songwriter entrato a pieno titolo nelle mie grazie è Dan Adriano, all'esordio solista col nome Dan Andriano in the Emergency RoomHurricane Season è il nome dell'album dell'ex Alkaline Trio, che ha condensato in poco più di 30 minuti del delizioso cantautorato americano.


It's Gonna Rain All Day


The Builders & the Butchers - Dead Reckoning

Altro disco notevole tra Decemberists e Violent Femmes è stato il 3° dei The Builders and the Butchers con Dead Reckoning. Album registrato in 8 giorni con tutti i pregi della presa diretta e i difetti di una certa ripetitività che viene fuori alla distanza, ma Lullaby, I Broke The Vein, la delicata All Away, Cradle in The Fire e la conclusiva Family Tree ripagano il prezzo dell'ascolto.

Lullaby


EMA - Past Life Martyred Saints

Per concludere un paio di album piuttosto scuri. Quello di EMA (altra donna alla ribalta) con l’esordio Past Life Martyred Saints, anche lei con tanti riferimenti al femminile tra Nico, Cat Power e Courtney Love. Lunghe suite (The Grey Ship) alternate a brani più tirati e 'malati' come California e Milkman ne fanno del disco un'ottima prima prova.

Milkman


Timber Timbre - Creep On Creepin' On

Ed infine i canadesi Timber Timbre di Creep On Creepin' On. Secondo disco più che lusinghiero, che a tratti riporta in vita i Morphine e in altri momenti risuonano i Cousteau dei primi passi.Black Water, la title track e Do I Have Power, un passo avanti. Disco scuro che la bravura della band non appesantisce eccessivamente.


Creep on Creepin' In


Ultime riga per ricordare, nel bene e nel male, a un’altra manciata di uscite. Il revival ben riuscito del rock anni ’50 di Jd Mcpherson (Signs & Signifiers) e di Sallie ford & the Sound Outside. La copia carbone degli stones, ovvero The Booze (At Maximum Volume) ma che senza i pregiudizi del caso ve lo potete sparare a palla con estrema goduria, così come gli egregi esordi elettrici di MuteMath (Odd Soul), Say Hi (Um, Uh Oh) ; The Two Koreas (Sience Island); Waters (Out In The Light) e Bull Tieves. Nomi che ho appuntato tra quelli da tenere d’occhio. Da ultimo le piccole delusioni, dopo le grandi aspettative degli album degli Okkervil River  e The Black Keys, ai quali, quest’ultimi, preferisco comunque la “solitudine” di Auerbach. È uscito anche The King Of Limbs dei Radiohead. Io continuo a non capirli. Probabilmente la conclamata genialità di Thom Yorke è così elevata per le mie capacità che offusca il mio modo di percepire la musica.
Con questo ultimo inciso vi lascio con una breve playlist di mp3 gratuiti assemblata in fretta e già postati durante i mesi da giugno a dicembre e raccolte in un'unica compilation. Appena posso faccio l'altra da gennaio a maggio e l'aggiungo a questa. Spero vi tengano compagnia in questi ultimi giorni dell'anno.

Bene, se sopravvivo all’ennesima manovra economica (da risparmiatore e narratore) ci sono buone possibilità che ci si risenta nel 2012. Buon 2012 a tutti.



2 commenti:

Baol ha detto...

Cavoli, quel John Shipe sembra Mauro Dal Sogno di Radionorba :D

Tanti auguri di buon anno collega!!!

Resto In Ascolto ha detto...

ahahah ... auguri anche a te.