lunedì 29 giugno 2009

PEARL JAM - Backspacer
(succose anticipazioni)

Mentre continua negli USA il tour solista di Eddie Vedder, c'è già chi ha potuto ascoltare e godere del nuovo album (Backspacer) appunto, in esclusiva. E' il caso della rivista tedesca Visions, che ne ha riportato anche la recensione (un po' striminzita per la verità), ma che da il senso dell'intero lavoro. Di seguito vi riporto la recensione, mentre a questo link, dal quale è stata presa la recensione, potrete leggerne anche una prima intervista.

" Quattro catene montuose, una rigogliosa vallata verde, una roccia ripida, una giungla, una steppa – e una fine quasi calcata. Il nuovo disco die Pearl Jam "Backspacer é stato prodotto da Brendan O'Brien per la prima volta dopo "Yield". "

See My Friend: Pearl Jam come ce li si aspetta oggigiorno: rock lineare e diretto, testo forte, concreto e aggressivo. Got Some: Anche quí rock, anche quí lineare, diretto e quasi furioso ma con licks di chitarra marcati di Mike McCready. The Fixer: Il primo climax del disco. Un pezzo rock teso, quasi classico, che allo stesso tempo é molto scaltro. Con un minimo di pazzia, una linea melodica nel cantato cool e ritmica il pezzo riesce a essere un "mini-inno". Johnny Guitar: Per fortuna non é cosí esile come il titolo. Anche quí si tratta di un "rocker", ma con vistosamente molto testo e molta profonditá. In questo modo riesce a superare la media ma rimane su un livello molto classico. Just Breathe: La rottura e la prima opportunitá per tirare il fiato. Ballata acustica deliziosa. Le dita volano sulle corde, un discreto arrangiamento di archi e un testo sopra l'amore – maturo, meraviglioso, cantanto grandiosamente. Amongst the Waves: Finalmente non piú solamente pressione in avanti ma allargata in tutta la larghezza dello spettro. Una canzone che graffia il firmamento. La drammatica positiva ricorda "Given To Fly", cosí come il fatto che semplicemente non si riesce a trovare l'origine di ATW (testo? Chitarra? Batteria?) Unthought Known: All'inizio un'unica variazione in aumento, poi un passionale midtempo – rocksong che s'annebbia verso la fine ma rimane comunque piú concreto di quasi qualsiasi pezzo del loro ultimo album (Avocado, Pearl Jam, 2006) Supersonic: L'obbligatoria canzone furibonda che deve esserci su un disco dei Pearl Jam da "Vitalogy" a questa parte. Quasi giuliva nella sua velocitá e trascinata da Matt Cameron che all'inizio suona come ai tempi dei Soundgarden. Ma cumuli di energia come questi sono sempre riusciti meglio ai Soundgarden. Speed of Sound: L'esotico. Una peculiare canzone pop con un sound del tutto diverso al resto dell' altrimenti molto nitida produzione del disco. Nonostante ció: pianoforte, brividi e tensione. Force of Nature: Una canzone rock come un concerto dei Pearl Jam di oggi: Inizio quasi innocuo, cresce in maniera molto naturale, ti trascina sempre di piú fino ad averti completamente in mano all'improvviso. The End: Il secondo pezzo acustico da prendere alla lettera. Una delle migliori ballate della band da molto tempo a questa parte, anche perché si puó toccare quasi con mano l'importanza della voce di Vedder. Anche la fine della fine é degna di una fine.

1 commento:

Giamp ha detto...

mi incuriosisce.....attendiamo l'uscita !!!