mercoledì 18 novembre 2009

WILCO - Live in Milano - 14/11/2009
radiografia di un concerto/evento (pt.2)
Lontani dallo star system e dallo stereotipo di rock band stanca ma meritatamente arrivata, ergo piena di sonanti dollaroni, i Wilco hanno concesso uno show fatto tanto di essenzialità scenica quanto di musica altamente spettacolare. Una macchina perfetta, anzi un orchestra. Non si guardano, non si cercano, perfettamente calati ognuno nella loro performance, alla ricerca della migliore interpretazione possibile della tradizione musicale americana. Grandi anche nella scelta dei brani e nel non voler piazzare/pubblicizzare a tutti i costi i nuovi, (cosa che sarebbe stata comunque legittima) cantandone solo 4, Deeper Down, Bull Black Nova, Sunny Feeling e One Wing (l’inizio di questa canzone ti porta esattamente above the clouds, proprio dove sono ora). Quattro ripescate da Sky Blue Sky: Impossible Germany, Side With Seeds, You Are My Face e Hate It Here; ben 7 saccheggiate da Yankee Hotel Foxtrot: Jesus etc., I Am Trying To Break Your Heart, Poor Places, I’m The Man Who Loves You, Ashes of American Flags, Heavy Metal Drummer e Reservations; 6 da A Ghost Is Born: Hummingbird, I’m A Wheel (che ha chiuso il concerto), Spiders (kidsmoke), Handshake Drug, Company In My Back e The Late Greats. Un’altra manciata di canzoni più datate: Via Chicago, Misunderstood, A Shot in The Arm, California Stars e altre 2-3 che ora mi sfuggono. La sensazione netta che mi è rimasta alla fine dello show è che le canzoni dell’ultimo album suonate dal vivo, ancorché bellissime, non hanno retto il confronto con quelle dei dischi precedenti (Yankee Hotel Foxtrot e A Ghost Is Born su tutti) che dal vivo ne hanno guadagnato in fuochi d’artificio. Sarà impresa alquanto ardua dimenticare i 15 minuti di Spiders (una delle più belle da me ascoltate in tutti i live in cui sono stato presente), Via Chicago, Impossible Germany. Canzoni che partono piano, incalzano, esplodono, implodono, tagliano in due, colpiscono dritte al cuore, si spengono, si riaccendono. A scuola di musica, dunque, dove Tweedy (chitarra) disegna, Nels Cline (chitarra) colora, Kotche (batteria) e Stirrat (basso) usano le costruzioni, mentre Jorgensen e Sansone (organo)… guardano e portano gli zaini dei capoclasse: davvero minimo anche se necessario il loro apporto di calorie rispetto all’energia profusa dagli altri quattro. Bene, l’aereo sta per atterrare. Thank’s Wilco. I once belong to a bird … anch’io per una volta.
Gianni Ragno



4 commenti:

Giamp ha detto...

Però potevi dirgliela la battuta su Handshake, quando lo hai incontrato.....mannagghia!!!!

Giamp ha detto...

Un grazie a Luciano ( MUssett) che con spontane a gratuita amicizia si è prestato a farci da cicerone per le vie di MIlano e sopratutto a trovare il Conservatotio.Una nota di demerito agli organizzatori che potevano sprecare qualche erutro per pubblicizzare meglio il concerto di questi formaidabili ragazzi venuti da Milano.

Resto In Ascolto ha detto...

venuti da Chicago... veramente sono stato preso così alla sprovvista. Ero più impegnato a cercare le pile a terra. comunque penso di raggiungerli a febbraio in Canada...che ne dici...troveremmo un Mussett anche lì?

Giamp ha detto...

lapsus......in Canada troveremo la figlia del compianto Lavrasciott........