Copeland, dita legnose!!!!
[beh, ci stiamo prendendo gusto. Questo mese esce un libro retrospettiva sui Police curato dal batterista Copeland e così facciamo un bel ripasso sulla storica band con ricordi, concerti e recensioni. Del tutto se ne occuperà il grande Giamp che apre le danze con un pizzico di fantasia. Enjoy!]
Tum tam parapum splash bum bum cha cha!!!! Questo era il fastidioso rumore che ogni mattina dovevamo sorbirci a scuola. Il mio vicino e compagno di banco un tale Copeland, fortemente attratto da tutto ciò che si poteva percuotere e con quelle dita a bacchetta che si ritrovava, attirava a se le ire furibonde degli insegnanti ma anche dei compagni di scuola. A me no.
A me piaceva quell’ insistente ticchettare che riproduceva un piacevole suono legnoso e ritmato.
Ma l’insegnante, fermo e ringhioso, di seguito all’insistenza dei quel ticchettare rincorreva attorno alla cattedra e ai banchi l’allampanato Copeland. E neppure l’abuso di mezzi correttivi che i genitori, su monito della scuola, adottavano, riusciva a fargli passare quella stramaledetta passione. Dunque Copeland crebbe con il ritmo nel sangue e nelle sue nervose dita affusolate - e per l’intera sua pubertà, qualunque superficie orizzontale (idonea) risuonava del suono secco e legnoso delle sue dita assottigliate. Arrivato a 15 anni chiese in regalo una batteria ma si sa non è che le famiglie di quel paese con le pezze al culo navigassero nell’oro. Non era mica Paperopoli e di banchieri disposti a farti credito nemmeno l’ombra. Ma la tenacia di Copeland non conosce soste e si mise a lavorare come sguattero, cameriere, e cresta oggi , cresta domani racimolò i soldi necessari per la sua prima batteria. Quando ci regalò la sua prima performance convenimmo che per essere uno che non aveva mai pestato sulle pelli di una batteria , ci sapeva proprio fare. Nella città dalle pezze al culo di gruppi ce n’erano tanti ma di batterie poche, e siccome a voler imitare i Neri per Caso erano in tanti , quando giunse la voce che una batteria nuova era arrivata in paese, le band cominciarono a gareggiare per accaparrarselo e magari tentare di essere The Cure. Chi se lo aggiudicò ebbe più che una botta di culo. Ne ebbe tre.
Una perché avevano la batteria, due perché per le prove potevano usufruire del garage di proprietà dei genitori di Copeland e tre perché avevano anche il Treruote Ape 600 giallo cachi con cui affrontare un eventuale tour. Il primo gruppo , me lo ricordo benissimo , ribattezzato i Fetori Malefici, emanavano alla fine delle prove un olezzo misto di cannabis, vino, sudore ascellare rappreso , capelli unti di olio rifritto, tanto che nessun intruglio chimico in commercio era in grado di alleviarne il tanfo. Ancora me li ricordo, nei pomeriggi di primavera, deformare a manetta Pink Floyd, Frank Zappa e Led Zeppelin. E ricordo anche la vecchietta di sopra la quale non riusciva più nemmeno a rifiatare, tanto che, tempo dopo, la trovarono stecchita incomprensibilmente. I primi ingaggi arrivarono ed io forte della grande amicizia con Copeland, mi prodigavo a smontare e montare la sua batteria. Chissà che un giorno quando Copeland fosse stato ingaggiato da una band con i contro-cazzi io non diventassi il suo manager o addirittura il suo roadie personale. Stava andando tutto bene fino a quando non decisero di cambiare sala prove, ma questo scatenò le ire dei vicini che aizzarono Carabinieri, Vigili e Guardia Costiera. Il risultato fu che nel tentativo di trovare altre locations la band si sciolse. Copeland decise di andare a studiare , ma non si portò dietro la batteria che ancora giace in una cantina ad arrugginire le meccaniche e deformare i tamburi. La mitica Premier nera testimone delle sue gesta era sconfitta. Ora quando sento un ticchettare , seppure fastidioso, il cuore si riempie di gioia immensa ed il ricordo di Copeland e delle sue dita affusolate e legnose riaffiora mentre una lacrima delinea i tratti del viso segnato dal tempo.
Giamp
A me piaceva quell’ insistente ticchettare che riproduceva un piacevole suono legnoso e ritmato.
Ma l’insegnante, fermo e ringhioso, di seguito all’insistenza dei quel ticchettare rincorreva attorno alla cattedra e ai banchi l’allampanato Copeland. E neppure l’abuso di mezzi correttivi che i genitori, su monito della scuola, adottavano, riusciva a fargli passare quella stramaledetta passione. Dunque Copeland crebbe con il ritmo nel sangue e nelle sue nervose dita affusolate - e per l’intera sua pubertà, qualunque superficie orizzontale (idonea) risuonava del suono secco e legnoso delle sue dita assottigliate. Arrivato a 15 anni chiese in regalo una batteria ma si sa non è che le famiglie di quel paese con le pezze al culo navigassero nell’oro. Non era mica Paperopoli e di banchieri disposti a farti credito nemmeno l’ombra. Ma la tenacia di Copeland non conosce soste e si mise a lavorare come sguattero, cameriere, e cresta oggi , cresta domani racimolò i soldi necessari per la sua prima batteria. Quando ci regalò la sua prima performance convenimmo che per essere uno che non aveva mai pestato sulle pelli di una batteria , ci sapeva proprio fare. Nella città dalle pezze al culo di gruppi ce n’erano tanti ma di batterie poche, e siccome a voler imitare i Neri per Caso erano in tanti , quando giunse la voce che una batteria nuova era arrivata in paese, le band cominciarono a gareggiare per accaparrarselo e magari tentare di essere The Cure. Chi se lo aggiudicò ebbe più che una botta di culo. Ne ebbe tre.
Una perché avevano la batteria, due perché per le prove potevano usufruire del garage di proprietà dei genitori di Copeland e tre perché avevano anche il Treruote Ape 600 giallo cachi con cui affrontare un eventuale tour. Il primo gruppo , me lo ricordo benissimo , ribattezzato i Fetori Malefici, emanavano alla fine delle prove un olezzo misto di cannabis, vino, sudore ascellare rappreso , capelli unti di olio rifritto, tanto che nessun intruglio chimico in commercio era in grado di alleviarne il tanfo. Ancora me li ricordo, nei pomeriggi di primavera, deformare a manetta Pink Floyd, Frank Zappa e Led Zeppelin. E ricordo anche la vecchietta di sopra la quale non riusciva più nemmeno a rifiatare, tanto che, tempo dopo, la trovarono stecchita incomprensibilmente. I primi ingaggi arrivarono ed io forte della grande amicizia con Copeland, mi prodigavo a smontare e montare la sua batteria. Chissà che un giorno quando Copeland fosse stato ingaggiato da una band con i contro-cazzi io non diventassi il suo manager o addirittura il suo roadie personale. Stava andando tutto bene fino a quando non decisero di cambiare sala prove, ma questo scatenò le ire dei vicini che aizzarono Carabinieri, Vigili e Guardia Costiera. Il risultato fu che nel tentativo di trovare altre locations la band si sciolse. Copeland decise di andare a studiare , ma non si portò dietro la batteria che ancora giace in una cantina ad arrugginire le meccaniche e deformare i tamburi. La mitica Premier nera testimone delle sue gesta era sconfitta. Ora quando sento un ticchettare , seppure fastidioso, il cuore si riempie di gioia immensa ed il ricordo di Copeland e delle sue dita affusolate e legnose riaffiora mentre una lacrima delinea i tratti del viso segnato dal tempo.
Giamp
3 commenti:
E noi Garganici ancora che ci illudiamo che si faccia turismo ( e cultura ) solo con Orecchiette e marangen chjine!!!
Lezioni di classe nel Salento e non solo prese di posizione campanilistiche da parte di alcuni politici così come a volte si discute su forum di Ondaradio.....
E noi Garganici ancora che ci illudiamo che si faccia turismo ( e cultura ) solo con Orecchiette e marangen chjine!!!
Lezioni di classe nel Salento e non solo prese di posizione campanilistiche da parte di alcuni politici così come a volte si discute su forum di Ondaradio.....la gente va educata e non accompagnata alla transumanza verso chissà quali pascoli!!!!
saluto il grande stewart ed i suoi meravigliosi post
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