venerdì 11 dicembre 2009

EDITORS - In This Light And On This Evening


[ con la recensione degli Editors si chiude ufficialmente il 2009 per il quale la settimana prossima verranno riportati gli ascolti e le sensazioni dei curatori di questo blog, Gianni e Giamp ]

C’è di che discutere sul terzo atteso lavoro degli Editors. C’è chi lo definisce disco della crescita , altri pensano invece, come tanti altri gruppi hanno già fatto, che vivano di scopiazzature. Altri poi non ancora capiscono la direzione che vogliono intraprendere e patapim e patapam ( direbbe Alex Drastico alias A. Albanese)…. E questo è quello che gli altri dicono a riguardo. Il sottoscritto ( che il dono della schiettezza di certo possiede !!!) parlando con il cuore non può che attestare dopo un periodo di ascolto, che il disco seppure si trascini su temi cupi e melodie intimiste , lascia un buon sapore in bocca, e a parte la danzereccia Papillon i brani proposti nel loro nuovo lavoro vedono si l’uso dei synth (che soppianta le chitarre) e l’approccio con l’elettronica, ma come qualcosa di necessario e non unicamente come logica legata a interessi commerciali. Giro di boa obbligato e coraggioso così come altre band hanno già dimostrato di dover fare e pensiamo a chi invece questo bagaglio non ha voluto portare, ed oggi magari è obbligato a sciogliersi come neve al sole (vedi Oasis ). Tra l’altro il primo lavoro aveva entusiasmato, avendo spazianto in territori vicini ai primissimi U2 , mentre elogi e conferma di qualità vengono con il secondo lavoro in cui imboccano la strada che fu appunto dei Joy Division ( band a cui abbiamo dedicato a GIUGNO considerazioni più che soddisfacenti). Strada successivamente intrapresa da molti altri (si pensi ad Interpol e compagnia bella) e che genera competitività. Ma torniamo a bomba a parlare del disco senza tirarci per le lunghe. Disco affascinante e quanto mai profondo all’ascolto. Venato di sfumature industrial e dark, tanto da renderlo di effetto oscuro ed intimista. Si spazia da The Cure a Depeche Mode, New Order e udite udite Radiohead. Le tracce da non farsi mancare: The Big Exit in cui il cantato emula per l’appunto Tom York, The Boxer freddo e gelido incedere della pioggia, Walk e le sue atmosfere nebbiose, l’oscura Eat raw…. , e l’inquietante In This Light And On This Evening. Mi piace inoltre pensare, mentre il disco gira nel lettore, come sarebbe l’ascolto se il disco fosse stato concepito dai Joy Division .  E davvero per poco, chiudendo gli occhi, si è portati a pensare che il cantante con quella voce, non fosse per questo, rappresenti la reincarnazione di J Curtis.
Giamp

4 commenti:

Resto In Ascolto ha detto...

non ho ben capito il senso del video, sinceramente ... la fuga? papillon da alcatraz? disco comunque interessante e sicuramente li preferisco ai strombazzati White Lies e compagnia cantando.

Euterpe ha detto...

Che sia un disco coraggioso e spiazzante non c'è dubbio.Avrebbero potuto procedere sul trend dei 2 predecessori e probabilmente avrebbero avuto vendite maggiori ma hanno voluto intraprendere un nuovo cammino.per quanto riguarda l'originalità invece qualcosa da dire ce l'avrei infatti sembra un disco di 20 anni fa o forse più con espliciti rimandi ai gruppi che hai citato e io ci metterei anche gli Eurythmics e ciò non depone a loro favore.Sui White lies l'acostamento secondo me non ci sta perchè è un genere diverso che a volte arriva a sfiorare l'Hard rock quindi molto più chitarristico.Sono pareri cmq alla fine di tutto

Giamp ha detto...

Come è già finito il 2009, ed io che avevo già altri lavori da inviarti!!!!
Uffa come vola il tempo..........


Ad ogni modo un grazie a tutti quelli che hanno lascito il loro contributo per quest'anno, stelle 8pigre )incluse!!!!

Lucien ha detto...

A me non ha entusiasmato, però c'è un brano che quando l'ascolto mi fa venire i brividi: The Boxer.