lunedì 7 dicembre 2009

THEM CROOKED VOLTURES - [st]
(riflessioni e appunti)

Un’altro supergruppo. Un album che probabilmente rimarrà unico, sarà seguito da un tour e magari poi consegnato alla storia come imperativo ed obbligatorio per gli amanti del buon rock.
Dalla mia l’ascolto è seguito da un senso di dejà vù. Un seguito più o meno a ciò che furono i fasti del rock ‘70 a matrice psichedelica e hard. Si, per dirla in altre parole, a quei sovrabbondanti rimandi maledettamente zeppeliniani. Ma si sa oggi fruire di buona musica diventa condicio sine qua non e ad ogni buon conto passibile d'interpretazione. Eppure gli ingredienti ci sono:
una parte di spirito rock;
tre parti di supermusicisti;
spolverata di critica positiva;
un pizzico di voglia di rimettersi in gioco;
divertimento e sperimentazione q.b..
Malgrado le maldicenze che vedrebbero Them Crooked Vultures – così si chiamano in questa formazione D. Grohl, J. Homme e J.P..Jones.- in aria di raccattar danaro da questa esperienza, il disco uscito a metà novembre, altro non pare che un tributo al rock senza ambizioni se non quella per ora di piacere agli appassionati del genere. Ritmica penetrante ( difficile fare diversamente), riff ispirati ( belli i richiami ai Van Halen) voce inequivocabilmente stoner, ma a parte ciò il disco si trascina su reimpasti di esperienze del passato dei tre componenti di tutto rispetto. Un altro incidente di percorso per un supergruppo, o davvero sarà una pietra miliare? Si sa la fretta non genera animali perfetti per tanto è troppo presto esprimere giudizi estremi, non ci resta che ascoltarlo. Buon ascolto.
Giamp

6 commenti:

Resto In Ascolto ha detto...

ok sulla bontà di queste operazioni; sull'onestà...beh un po' di denaro in più non guasta mai ... ma sulla qualità non ci siamo proprio. questione di gusti d'accordo. ma al di la del semplice esercizio di stile, non trovo altre cose interessanti. come band sono agli esordi ma come singoli sono in scena da una vita, lecito pretendere qualcosa in più.

Euterpe ha detto...

L'ho già ascoltato una decina di volte e quindi mi sento di poter contribuire alla discussione.Ammetto che il disco mi piace alla fine, però assolutamente non si tratta di un capolavoro per diversi motivi.Inanzi tutto come già hai detto tu non è un album divulgativo ma celebrativo quindi può piacere solo ad un certo target che cmq già apprezza il genere.Manca un singolo che faccia da traino e che soprattutto si faccia ricordare e poi le citazioni sono davvero tante oltre agli zeppelin di houses of the holy e Physical Graffiti io ci ho trovato anche i Cream in Scumbag blues e Bowie in Bandoliers.Mi metto nei panni di un ragazzino di 16/17 anni che inconsciamente sia alla ricerca di qualcosa che lo attragga un qualcosa di originale ovviamente,difficilissimo che la scelta possa ricadere su qusto genere di proposta

Lucien ha detto...

Conosco ragazzi dell'età di mio figlio che piuttosto vanno a ripescare i capo-stipiti, per i quali hanno una sorta di venerazione.
Il disco l'ho ascoltato due volte, alcune tracce mi hanno colpito (Gunman ad esempio), ma è troppo lungo e dopo un po' sembra troppo un esercizio di stile, anche se ne va riconosciuta la qualità.

Resto In Ascolto ha detto...

tutte le qualità di questo mondo ma manca un po' di sale, di spontaneità giovanile. io credo che loro abbiano già dato tutto quanto nelle vecchie band di riferimento, mentre chessò i Raconteurs possono ancora dire qualcosa. il loro primo ad esmpio lo metto tra i primi dieci del decennio, tranquillamente.

vittorio bongiorno ha detto...

non l'ho ancora ascoltato, ma i tre moschettieri mi stanno mooolto simpatici, soprattutto josh homme, quando suona la telecaster, e jp jones, mito di uomo (forse più interessante il suo disco con diamanda galas...).
e, a proposito di figli che ascoltano la musica che noi non ascoltiamo più, devo dire grazie al mio ragazzotto che mi ha fatto togliere dalla polvere i led zeppelin... che emozioni!!!
ciao

Resto In Ascolto ha detto...

ciao e benvenuto a te