giovedì 6 maggio 2010

ERLAND & THE CARNIVAL - [ST] (2010)

Mi avevano a suo tempo sorpreso The Bad The Good and The Queen, con le loro sonorità molto britanniche. Sonorità che conciliano molto con il clima in cui si svolge il progetto, la Gran Bretagna. Melodie che invitano alla pacatezza e ti conducono verso il desiderio di adagiarsi sul divano a gustare la lettura di un libro. Il loro disco così come si preannunciava, è rimasto per ora unico almeno sotto quel nome. Ma non è di loro che voglio parlarvi, ma di altre sonorità (per certi versi simili ai suddetti), che giungono alle mie orecchie in questo periodo del 2010 e che vanno sotto il nome di Erland and the Carnival. Non un super gruppo, ma un gruppo che come i primi si fregia di avere nella line-up lo stesso chitarrista, Simon Tong, dei succitati, ma anche David Nock (ex Cult e Orb e Fireman ) e come mentore Gawain Erland Cooper,appunto, chitarrista e cantante folk norvegese. E poi l’aver registrato il disco negli studi di Damon Albarn (che gran da fare che ha ‘sto uomo!!!) non è elemento da sottovalutare. Il tutto ad equilibrare appunto i gusti di chi affine proprio non è con la musica folk ne tantomeno a quella di origine degli altri elementi della band. Forse il pregio maggiore degli ET&C sta proprio nell’aver messo insieme bene gli ingranaggi di questa macchina per dare alla vita melodie adatte alle platee moderne. Una sorta di re- packaging di ciò che fù il folk o ancora la rievocazione della musica dei Blur, dei Verve o dei Cult. Operazione non facile. Il nome, poi, prende spunto da un brano, qui magistralmente coverizzato, di Jackson C Frank, My Name Is Carnival. A tratti quest’album appare come una colonna sonora suonata dai Doors o dai Cream in tempi attuali con il bisogno di mutare la loro primitiva ed istintiva ispirazione per condurla in un Luna Park da sogno. La voce suona profonda, molto simile a tratti a quella di un predicatore come Leonard Cohen. Le sonorità spaziano dai Decemberists fino alle radici del folk, scomodando Pentagle, Fairport Convention o ancora Tudor Lodge. E poi in un periodo così affollato da band (Fleet Floxes - Shearwater - Beach House) che rivisitano il folk e le sue innumerevoli sfaccettature, a me pare che loro lo eseguano in maniera egregia e non da meno dai loro diretti concorrenti. Se di questi tempi allora la meteorologia ci gioca brutti scherzi con improvvisi acquazzoni e cambi di temperatura non lasciatevi intimorire, copritevi, mettetevi comodi e premete play con gli Erland and C. inseriti nel lettore e auspicatevi di non raffredarvi, pena un sonoro ETC…iùùùùù !!! Buon ascolto.
Giamp

Erland and the Carnival - My name is Carnival




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