sabato 1 gennaio 2011

I DIARI DELLA SIMCA ... continua
(l'ultimo capodanno senza le femmine)

[Max mi ha ricordato degli ultimi capodanno tra amici prima dell'avvento delle ragazze nel nostro gruppo. ci trovate qualche parentesi tonda quale traduzione di alcune espressioni dialettali molto personalizzate. appena ricevuto ne approfitto per pubblicarlo (insieme a tutto il live di dublino degli U2 del 31.12.1989, già postato qualche tempo fa) quale apertura del nuovo anno. buona lettura e buon ascolto.]

in principio erano le diecimila lire. non aveva alcuna importanza che fossero effettivamente necessarie, tantomeno qualcuno poteva garantire che ti saresti ingozzato per una cifra vagamente corrispondente. ma erano diecimila tonde, una delle poche certezze residue su questa terra. a seguire, la pantomima che durava dai 6 agli 8 minutiprimi, tempo normalmente bastante per abbattere le timide resistenze del futuro integerrimo commercialista ad aprire le porte di 'villatatonn'. il resto è poesia. un camino acceso secondo tecniche incendiarie variabili [ma più o meno efficaci] dalle avanguardie che nn avevano una fidanzata da intrattenere fino al "mi dispiace amore, nn vorrei andare ma poi mi stanno scompagni fino alla morte, devo proprio, starei volentieri con te e con tutti i tuoi parenti ma sai a volte la vita è bastarda, ma ti penserò tutto il tempo, oh sì che lo farò"; un ghetto-blaster a palla sul cui contenuto spadroneggiava il capo blog, e nn poteva essere altrimenti [per la definizione di ghetto-blaster si rimanda a king, the cell. per gli intellettuali: u radion] farcito di talking heads, bowie, e, bontà sua, scampoli di u2 per la plebe presente; gino' [pregasi l'accento] che, puntuale come il brufolo dopo la nutella, imbracciava la pompa e sparava a 360 gradi, mentre l'integerrimo bofonchiava "ginòècachetucazzmittaupoststacazzdpomp" (ginò hai cagato il cazzo metti a posto sta cazzo di pompa). [il puntuale allagamento del cortile è da ritenersi fortemente indicativo sull'autorevolezza dell'integerrimo]; la sacralità [indotta dalla minaccia fisica di repressioni nel sangue] del silenzio con cui si ascoltava il messaggio che il presidente ogni anno scriveva appositamente per pavlucc (Pauluccio, piccolo Paolo), unico vero ascoltatore nella repubblica; una quantità variabile tra le 40 e le 50 sal'zicchj (salsicce), rigorosamente chez pierino, orgiasticamente copulanti con patate mal sbucciate, entrambe destinate all'insoddisfazione: bruciate le prime, crude le seconde. regolarmente, implacabilmente. ma accolte con entusiasmo, come due tette cadenti in una caserma. perchè spesso, nel patetico e non richiesto tentativo di trovare una copertura morale alle diecimila, a giro qualche buontempone decideva di regalarci esperimenti imbarazzanti che si traducevano in impenetrabili calcestruzzi spacciati per risotti. raggiunto l'adeguato livello alcoolico, testimoniato dalla roboanza e dalla frequenza crescente delle profonde riflessioni intestinali e terminato il bombardamento di molliche si ripartiva col ghetto-blaster, fino all'apoteosi stanislaoesca (da Stanislao, nome del padre dell'amico Emanuele) sulle note di 'don't you', in una performance che, nel soave volgere di un rutto, relegava jim kerr tra i dilettanti della corrida. la mezzanotte irrompeva a spezzare l'incantesimo di un nulla concettuale che cuciva identità in apparenza lontane ma nella sostanza mai così beatamente vicine. raudi, fontanelle, abbracci, scambi di alitosi, trionfo di ascelle pezzate e poi cento metri di corsa traballante per la sublimazione collettiva: minzione di gruppo sulla battigia. poi arrivarono le femmine, e tutto andò lentamente a perdersi [già, è sempre colpa vostra eheh]. facemmo in tempo a celebrare e a celebrarci quel 31 dicembre dell'89, quando il ghettoblaster ci portò al point depot. "not forgettable." devo cambiare le luci del soggiorno, comincio a vedere liquido.
  Max



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