martedì 25 gennaio 2011

VANITA' DI VANITA' (Resto in Ascolto v/Angelo Branduardi)



[Premessa: quello che vi racconto, magari è una cosa che sapevate tutti, noi in casa ci siamo comunque divertiti a giocare agli 007.]

La cosa è cominciata (e finita) qualche settimana fa con il moccioso grande di casa che ci faceva rilevare la somiglianza della sigla di Futurama (a proposito, le nuove puntate sono state davvero uno spasso) con l’intro chitarristico di Smell Like Teen Spirit dei Nirvana. Nei giorni seguenti, invece, metre ero intento a smanettare sul portatile col sottofondo dell’ultimo dei Decemberists, The King is Dead, arrivo, come di consueto alla traccia n. 4, Rox in the Box (primo video): bella melodia dal sapore celtico e quell’assolo di violino al minuto secondo esatto che mi riporta a qualcosa di già sentito e che ancora il cervello non riesce a collegare. Alle mie spalle interviene la mia Metà che, perplessa e dubbiosa, esclama “ma questa canzone non è quella che stava nel film con Johnny Dorelli su San Filippo Neri !?!?!? ... mi sembra che lo sceneggiato fosse dei primi anni ‘80”. Stupito e confuso mi giro e la guardo non troppo convinto. Allora Lei la canticchia (AAAARGGHHHH!! nda). Ok, adesso sono convinto, si parte con le ricerche: acceso il motore di ricerca, e inserita la parola chiave, google ci rimanda (ovviamente) alle notizie (sembrerebbero affidabili) riportate su Wikipedia, dalla quale apprendiamo che tutta la colonna sonora è stata scritta e interpretata da Angelo Branduardi (che recita anche nel film). Incursione Giù per il Tubo e recuperiamo il video (il secondo che vedete) che ci conferma il tutto e che fa(rebbe) di Branduardi un nuovo caso di plagio internazionale (ve li ricordate quelli di Al Bano/Michael Jackson e Ivan Graziani/Phil Collins?). Ma la music box mnemonica, non del tutto soddisfatta, riesce finalmente a farmi tornare alla mente la provenienza del ritornello: “ma sì, ora ricordo, è prorpio quello di The Raggle Taggle Gipsy dei Waterboys che fa parte di Room to Roam, l’ultimo disco che ho comprato dei ‘ragazzi d’acqua’!(terzo video)”. Per maggior conferma andiamo a leggere le note di copertina del vinile: anno dell’album, 1990. “Porca miseria! Branduardi copiato anche dai Waterboys, incredibile! Questa scoperta merita di essere postata”. Poi però, un click di troppo fu fatale all'originalità artistica di Branduardi: dalla pagina wiki dei Waterboys, infatti, finisco in quella dedicata alla canzone The Raggle Taggle Gipsy che ne rivela l’origine, alquanto antica della musica: un vecchio motivo al quale hanno attribuito diversi titoli e interpretato da altrettanti musicisti e cantanti (White Stripes, Dave Alvin, Bob Dylan, ecc ) che ne hanno dato, ognuno a loro modo, un’interpretazione diversa. Non vi nascondo che per amor di Patria e di verità ho cercato di approfondire, ma tutte le ricerche hanno portato allo stesso risultato: Vanità di Vanità, è stata scritta dal sig. Branduardi Angelo. Salvo smentite.

[ps. altra scopiazzatura dei "dicembrini": la prima canzone del disco nuovo, Don’t Carry It All somiglia molto a quella di Tom Petty You Don’t Know How It Feels.]

Rox in the Box



Vanità di vanità



The Raggle Taggle Gipsie

7 commenti:

Euterpe ha detto...

bravi vedo che siete anche voi sopraffatti dal morbo del trova il plagio.
Quella di Branduardi è una canzone mitica.Quelli della mia età se la ricordano tutti.

mila ha detto...

non c'hai proprio un cazzo da fa eh

Stefania248 ha detto...

Scopiazzoni o no, questo album dei decemberists secondo me è bellissimo!
:)

Resto In Ascolto ha detto...

no mila, proprio no. salutami shiro ... due cuori nella pallavolo... :)

è stato solo un gioco zio eu.

ste, come dice Lucien ... easy...
bye

Giamp ha detto...

magari li mettiamo in contatto tutti e se le raccontano.....

ruggioso ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=dCu1UulgzPA&feature=related

io credo che alla base di tutto ci sia un semplice errore, lo stesso Branduardi probabilmente si è ispirato a questa antica melodia irlandese.
Altri hanno arrangiato il testo, non ultima loreena mckennitt, quindi credo che non si possa parlare di plagio, ma di aver sfruttato un'antica melodia preesistente riadattandola al proprio estro ...

Resto In Ascolto ha detto...

caro ruggioso, intanto benvenuto. però dire
"aver sfruttato un'antica melodia preesistente riadattandola al proprio estro". mi sembra una maniera elegante per definire la scopiazzata. comunque grazie per il tuo contributo.
gianni