Severed Hand. Non so perché ma quel motivo mi è rimasto in testa e mi segue in questi giorni di festa. Eppure di brani dei PJ ne ho ascoltati, visti per due volte in concerto; tuttavia c’è qualcosa che non mi convince in questo ultimo lavoro (targato 2006). Eh si, che avrei potuto parlarvi di altri lavori più abbordabili, ma il rischio è il mio mestiere ed è per questo che sono qui seduto di fronte ad un monitor a raccontarvi le emozioni del momento.
Pearl Jam, l ‘omonimo lavoro, ha creato non pochi problemi alla critica musicale ufficiale. Recensirlo come un disco di ritorno al rock, farlo combaciare come maturità artistica, boh?
E’ il caso anche prima di cominciare che io metta le mani davanti: sono un fan incallito dei PJ; ho divorato TEN , masticato Vitalogy, adorato Yeld e soprasseduto su Riot Act. Insomma, ci siete arrivati già da soli, sono forse l'ultima persona che possa recensire in maniera imparziale un gruppo simile.
Il disco più fedele dell’era primordiale PJ. Ci riporta addirittura a Versus o a Binaural con le sue sonorità ed i suoi riff. Basta guardare anche il look dai lunghi capelli di Eddie Vedder e le schitarrate di Mc Cready, possenti ed imperiose.
Eppure qualcosa sembra mancare. Le prime quattro tracce sembrano molto simili, forse Cameron non ha ancora smesso, quando suona, di pensare ai Soundgarden, e questo potrebbe alla lunga essere un limite per i PJ. Magari la formula adottata nel passato di utilizzare più “drummers” in un solo disco potrebbe dare nuova linfa ai prossimi progetti. Anche il ripetersi di sfumature rubate al passato di altri artisti denota questo qualcosa che manca. Riferimenti Hendrixiani, chitarre rubate ai Cure, manciate di REM e sfumature Springsteen dipendenti. Insomma un lavoro dove la rabbia e il disaccordo con la politica Americana ma soprattutto con la società a cui non si sentono più legati, emerge dalle corde vocali di Vedder, come dalle chitarre di Mc Cready.
Forse davvero Severed Hand mi è rimasto in testa per puro caso, forse davvero il figlio del mio Caro amico Gianni è stato capace di regalarmi nuove emozioni e spunti di riflessione.
Auguri e buon ascolto!!!
Giamp
venerdì 19 dicembre 2008
PEARL JAM (2006)
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1 commento:
Concordo sul batterista. Adoravo Dave Abruzzese (che pare si sia pentito alquanto di aver lasciato il gruppo). Non a caso, o è un caso, che i lavori dei PJ che adoro in assoluto sono Versus e Vitalogy. Pare che la prossima fatica sarà molto punk; e in questo, forse, uno come Cameron sia più indicato. Vedremo.
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