martedì 4 maggio 2010

GNAM, DO RE MI FA SOL , BUUURP!


Questo in sintesi. Poi Giamp ha voluto il resoconto completo e allora eccolo: mattina in chiesa per il primo round a testimoniare. Round, sì: eravamo schierati a sinistra io e mia moglie Elvira, quali testimoni della sposa, più parenti affini, a destra gli altri due testimoni: Lei in particolare era una sorta di meravigliosa quanto spaventosa Clarabella in abiti andalusi e cappello nero a falde larghe che le ombravano il viso già devastato dal pesantissimo trucco nero. Il momento topico è stato, quello dell’eucarestia. Tra lo scontatissimo mormorio generale, io, Elvira e mia suocera siamo rimasti a “bocca asciutta”, in quanto sconfessati, mentre mio suocero, bigotto in attesa di beatificazione e volto trasfigurato dall’incresciosa situazione, si prendeva carico dei nostri peccati e si pappava 3 porzioni di sacre ostie (3 no, ma il resto è vero). Al ristorante: alle 14,30 parte la maratona. All’esterno della sala ricevimenti, i “concorrenti”, giunti affamati dopo le fatiche iniziali della giornata, scalpitano come cavalli alla partenza per ingozzare i primi spuntini, alternando sguardi di prenotazione virtuale del tavolo da aggredire e sguardi cagneschi verso i possibili avversari, cercando di fare terra bruciata. Tutto inutile: dopo aver ricevuto il via dal brindisi degli sposini, tutti i partecipanti, ma proprio tutti, si lanciano (o vengono lanciati dai propri parenti a seconda dei casi) per l’assalto agli aperitivi, che in breve terminano la loro esistenza terrena. Placata l’ira degli estremisti filo intestinali si procede all’esecuzione dell’altro rituale previsto, ovvero delle foto di amici e parenti con gli sposi: un bel vedere, non c’è che dire tra gente che passava la lingua per pulirsi i denti e coppie di anziani, un tempo 2 cuori e una capanna, ora 2 bocche e un solo impianto dentistico cosiddetto ‘a riassunto’ per via della scarsa presenza di denti nel cavo orale. Fatta anche questa, si passa al clou della giornata e si entra in sala. Via le giacche, i giubbotti, le cravatte, i tacchi dalle scarpe … e il cappello di Clarabella, le successive 9 ore trascorrono all’insegna del consueto caos sonoro-culinario: portate dei piatti dai nomi altisonanti e relativa presentazione scenografica (che alla fine si sono rivelate il solito “trionfo di normalità gastronomica immerso nel fiume delle cantine viti vinicole della zona”); figli alle prese con il pasticcio del giorno (che so acqua-aranciata-coca o patatine con ketch-up e maionese <> ); canzoni italiane bruttissime (me ne viene in mente una di D’Alessio), che venivano maltrattate e torturate al punto da essere trasformate in bellissime cover trash-punk; gente tarantolata che ballava e continuava a gridare, forse in segno di gratitudine “evviva gli sposi!!, e per gli sposi hip hip hip hurrààà” … questo all’inizio, mentre alla fine della 5^ bottiglia è cambiata la dizione diventando “evviva gli spoouuussiii !!! e per gli spoouuusssiii etc…”; e ancora l’ottimismo di uomini e donne pressati nei loro abiti che non mettevano da anni (tranne quello di Clarabella, of course), mentre il seno di una signora, diventato violaceo a causa delle restrizioni del 41bis inflittole, guardava negli occhi la padroncina e la implorava di farle uscire fuori per buona condotta, o quanto meno, concedere loro una più che meritata ora d’aria. Immancabili, come preannunciato, il trenino Bardot-Peugeot e Io Vagabondo e un tristissimo finale a cura del trio animatore della giornata con un 1-2 da ko (che ad oggi non ho ben capito se dedicato in particolare allo sposo e al suo passato …) All By My Self e Uomini Soli … mancava sola la lettura di un brano tratto da Cent’Anni di Solitudine di Marquez e il quadro sarebbe stato completo. Ah dimenticavo: alla fine la vera trionfatrice della giornata è stata, come sempre, la mia vescica bionica: 11 ore filate senza fare pipì, non so che farci, me ne dimentico. That’s all. Evviva gli sposi!! Anzi, gli SPOOUUUSIII !!!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

quanto 6 stronzo! spero che nessuno dei miei familiari si trovi mai a leggere questo commento al matrimonio di MIA sorella, altrimenti dubito che avro' ancora una sorella o una famiglia o parenti vari... mi dissocio dai tuoi commenti su clarabella, anche se forse ... tutto sommato...Elvira

Giamp ha detto...

Il salto dell'eucarestia mi fa venire in mente qualcosa di dejavù...peccato per quell'ora e mezza passata in ginocchio di fronte a don G.....poteva darmela l'ostia, almeno mi smezzava la fame!!!!


Giamp

Anonimo ha detto...

caro giamp, se parli del mio matrimonio direi che ti sei meritato di restare a bocca asciutta, visto che confondi il blasonato vescovo che ha detto messa su esplicita richieste di mio padre ( per me andava bene anche don G.! )con il semplice parroco.
Elvira

Giamp ha detto...

Ah, mi sfuggiva questo particolare....però le mie ginocchia!!!

Giamp ha detto...

A me è sembrato proprio che fosse con la testa in un altro pianeta quel giorno....forse l'aria del S. Salvador non gli deve aver fatto molto ben, chessò pejote da quelle parti se ne trova??

Però al ristorante mi sono proprio divertito. ricordo che mi hanno cercato per mari e per monti per la torta e le foto con voi, ed io candicamente me la sbevazzavo al bar....Magic moments